Banca Ifis, Colombini: "Su NPL l'onda si sta gonfiando, nel 2021 tasso di default raddoppiato"

 
L'annuale NPL meeting organizzato da Banca Ifis si intitola "The New Wave" e l'ultima edizione si è tenuta a Villa Erba, nella località di Cernobbio. L'amministratore delegato Luciano Colombini nel suo discorso si è concentrato sull'ondata di crediti deteriorati che in questo periodo si è abbattuta sul sistema bancario italiano.

E comprensibilmente il quadro tracciato dal Ceo non è roseo: "Per quanto riguarda i NPL, l'onda si sta gonfiando ma Venezia non è ancora allagata, specialmente grazie alla "diga" rappresentata dalle moratorie. Diciamo che l'acqua alta dovrebbe arrivare il prossimo anno, questo 2020 rappresenta la quiete prima della tempesta: nel 2021 il default rischia di essere addirittura raddoppiato".

Colombini specifica però che "la situazione attuale è per ora migliore rispetto alla crisi che l'Italia ha vissuto nel 2011, quella attuale dovrebbe portare risultati negativi inferiori: in quel caso il tasso di default arrivò al 4,5% mentre oggi abbiamo assistito a importanti interventi sia da parte delle banche centrali che da parte dei Governi. In più la situazione attuale non è nata per via delle banche e si spera finirà con il vaccino, è limitata nel tempo e le prime previsioni prevedono un rimbalzo del PIL di quasi il 6% nel 2021. Rispetto al passato questa situazione dovrebbe essere meno lunga nonostante si prospetti comunque grave".

Tornando sul tema dei crediti deteriorati e più nello specifico sul gestore pubblico Amco l'ad di Banca Ifis specifica: "Vediamo di buon occhio questa società ma a patto che ci sia una condizione: deve essere un operatore di mercato e dai primi segnali che abbiamo colto non sembra essere così. L'industria degli NPL service va tutelata perché ha superato il numero degli 8.000 dipendenti e il valore complessivo delle operazioni effettuate ammonta a diversi miliardi: Amco quindi dovrebbe intervenire sui salvataggi, se invece opera sul mercato i miliardi degli interventi pubblici graverebbero sulle spalle dei contribuenti".
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