Banca Ifis: "L’eBike traina il mercato della bici, un'industria che vale 9 miliardi di euro"

- di: Daniele Minuti
 
Banca Ifis ha pubblicato l'ultimo Market Watch relativo al mercato della bicicletta, scelta che premia la posizione dell'Istituto come Premium Partner delle Classiche del ciclismo italiano per il secondo anno consecutivo.

Le notizie positive del report riguardano l'aumento dei ricavi previsto per l'industria nel biennio 2021/2022 e una contrazione prevista di "solo" il 10%, segnale di un comparto che cresce seguendo il trend di innovazione e impronta sostenibile: "Nel 2020" - spiega il report - "sono state prodotte in Italia oltre 3 milioni di bici, +20% rispetto al 2018. Ora servono però buone prassi urbane e il PNRR è l’occasione da non perdere. La mappa di un ecosistema in trasformazione Le aziende del comparto – che comprende produttori di macchine industriali per la produzione di biciclette (5%), produttori di biciclette e componentistica (21%) e distributori all’ingrosso, commercianti al dettaglio e noleggiatori (74%) - risiedono soprattutto a Nord del Paese: 22% in Lombardia, 19% in Veneto, 14% in Piemonte, 10% in Emilia-Romagna. E sono particolarmente proiettate sui mercati esteri: circa il 42% del fatturato (633 milioni di euro) va oltre confine. Ben il 48% delle aziende che portano all'estero componenti e prodotti Made in Italy hanno sede a Nordest; il 52% delle vendite sono destinate all’Europa".

Grande peso dell'Import, con metà dei produttori e dei grossisti che prendono materiale dall'estero con Cina prima fornitrice, motivo per cui l'industria però soffre la crescita dei prezzi delle materie prime. L'elevata dipendenza dall'estero ha portato tempi di attesa che superano i 300 giorni per le forniture di componentistica in Europa lo scorso anno, coi produttori di componentistica del nostro continente che puntano ora a una minore dipendenza delle forniture fuori dall'Ue e si aspettano di triplicare il valore fino a 6 miliardi nel 2024.

Banca Ifis: "L'industria della bici vale 9 miliardi di euro"

Importantissima però la spinta dell'innovazione, come si legge nel report: "Sul fronte eBike, negli ultimi 5 anni in Italia, si sono quintuplicate le vendite di biciclette elettriche, passando da poco più di 50.000 pezzi annui ai 280.000 del 2020, il 14% del totale venduto. L’80% dei distributori prospetta un aumento anche nel biennio 2021-2022. Il 90% dei produttori è sicuro che l’eBike sarà una rivoluzione duratura della mobilità per la crescente attenzione alla sostenibilità, gli incentivi all’acquisto e all’innovazione che porta modelli sempre più leggeri e performanti. Una filiera sostenibile La riduzione dell’impatto ambientale è una priorità per circa 8 imprese su 10. Il 69% dei produttori è impegnato nel riciclo dei rifiuti, il 24% si è attivato per ridurre gli scarti di produzione, il 21% punta sulla riduzione dei consumi e su opere di efficientamento energetico, il 16% sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e il 9% è riuscito a ridurre le emissioni e l’utilizzo di inquinanti. Un quarto circa delle aziende si impegna in azioni di economia circolare (quota che sale al 31% tra le aziende con più di 20 addetti), in particolare in progetti che tengono conto del fine vita dei prodotti esistenti (75%) o di design circolare (25%)".

Salgono anche le vendite, con oltre 2 milioni di bici acquistate nel 2020 (+17% rispetto al 2019 e + 28% rispetto al 2018), 1,73 dei quali sono tradizionali e 280.000 sono eBike. La metà della produzione e della vendita sono riservate al ciclismo sportivo amatoriale (10,7 di appassionati, 4 milioni dei quali praticanti concentrati fra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto).

In ultimo va sottolineata la potenzialità del "cicloturismo", con i turisti che lo prediligono che arrivano a 4,6 miliardi di euro di spesa secondo Legambiente: un fenomeno localizzato specialmente al Nord Italia e che attira molti stranieri, generando una spesa da 2,9 miliardi di euro ogni anno e 55 milioni di pernottamenti sulla nostra penisola. Stando alle stime dell’Ufficio studi di Banca Ifis, adeguandosi agli standard regionali virtuosi, si potrebbero ricavare circa 20 miliardi di euro dai cicloturisti, quadruplicando di fatto i volumi attuali: serve però puntare sul potenziamento della rete viaria dedicata, sfruttando i fondi provenienti dal Pnrr destinati alla cosiddetta "mobilità dolce".
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