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Stellantis, countdown per il nuovo ad: Filosa in pole

- di: Bruno Coletta
 
Stellantis, countdown per il nuovo ad: Filosa in pole
Il 30 aprile i conti del trimestre, poi la corsa finale per scegliere chi guiderà il gruppo nell’era delle grandi sfide.

Il dado non è ancora tratto, ma le probabilità si fanno ogni giorno più nette: sarà Antonio Filosa (foto), napoletano, classe 1974, il prossimo amministratore delegato di Stellantis. In una corsa ormai a due – tra lui e il francese Maxime Picat – la bilancia sembra pendere decisamente verso il manager italiano. Entro giugno, promette John Elkann, sapremo chi prenderà il timone del gruppo nato dalla fusione FCA-PSA.
Nel frattempo, l’appuntamento imminente è il 30 aprile, quando Stellantis pubblicherà i conti del primo trimestre 2025. E i numeri saranno fondamentali non solo per il mercato, ma anche per definire il profilo di leadership richiesto al nuovo ceo.

Una rosa che si restringe: Filosa favorito
Il presidente John Elkann, intervenuto all’assemblea degli azionisti a Torino, ha confermato che la nomina avverrà “entro la fine di giugno”. La selezione, affidata a un ristretto comitato interno, sembra ormai un duello tutto interno tra Filosa, responsabile delle Americhe e capo globale della qualità, e Maxime Picat, direttore acquisti.
Filosa appare in netto vantaggio. A suo favore giocano l’ottima conoscenza del mercato americano – che oggi pesa per circa la metà del fatturato del gruppo – e un forte legame con l’identità italiana di Stellantis, elemento su cui Exor punta molto.
Inoltre, la sua esperienza operativa è solida: in soli due anni da capo della regione Americhe, Filosa ha migliorato sensibilmente la gestione delle scorte e rafforzato i rapporti con i concessionari, ottenendo risultati di vendita superiori al 10% su modelli chiave come Jeep Compass, Grand Cherokee e Ram 1500/2500.
Il suo incarico globale sulla qualità, ottenuto a inizio anno, è considerato dagli addetti ai lavori come una sorta di “prova generale” per il grande salto.

Una nomina decisiva in un contesto complesso
Mai come ora la scelta del ceo di Stellantis appare cruciale. L’industria dell’auto affronta una duplice pressione: da un lato i dazi protezionisti imposti da Donald Trump, che penalizzano l’import di veicoli europei negli Stati Uniti; dall’altro le normative ambientali sempre più stringenti dettate dall’Unione Europea.
“Il nostro settore rischia seriamente di rimanere schiacciato tra regole troppo rigide e protezionismi miopi. Ma c’è ancora spazio per un’azione concertata tra Europa e Stati Uniti”, ha ammonito John Elkann davanti agli azionisti.
Sul fronte delle vendite il gruppo fatica in Europa, dove la quota di mercato è scesa dal 16,5% di marzo 2024 al 15,1% di marzo 2025. Tuttavia, a livello UE30, Stellantis mantiene il primato nel segmento delle ibride, trascinato da modelli come Fiat Panda e Peugeot 208, 2008 e 3008, con una quota del 15,5%.
Un risultato che offre una boccata d’ossigeno in un contesto di trasformazione radicale, dove il successo si misurerà sulla capacità di innovare – sia nei motori sia nei modelli di business.

I prossimi passi: conti e strategia

Il 30 aprile, insieme ai dati finanziari del trimestre, Elkann e il cda offriranno probabilmente ulteriori segnali sulla direzione strategica futura. Secondo indiscrezioni, il focus sarà su un’accelerazione delle piattaforme ibride ed elettriche a basso costo, in particolare in Europa e America Latina.
Sullo sfondo resta anche il tema delle alleanze: Stellantis potrebbe presto stringere nuovi accordi per condividere investimenti sui software di guida autonoma, terreno su cui la concorrenza asiatica sta rapidamente guadagnando terreno.

Il tocco italiano che può fare la differenza

L’eventuale nomina di Filosa avrebbe anche un valore simbolico importante: riporterebbe un italiano al vertice di uno dei più grandi gruppi automobilistici globali, dopo anni di dominio francese sotto Carlos Tavares.
E segnerebbe, nelle intenzioni di Exor, un ritorno a una gestione più armonica, capace di tenere insieme i tanti cuori pulsanti del gruppo – dal Midwest americano al Piemonte industriale, da Parigi al Brasile.
“Stellantis ha bisogno di un leader capace di unire, non di dividere”, ha confidato una fonte vicina al consiglio d’amministrazione.
Se davvero sarà Filosa a spuntarla, la sfida sarà immane. Ma anche l’opportunità: disegnare la Stellantis del futuro senza tradire le sue radici.

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