Le auto a guida autonoma: quando arriveranno?

- di: Daniele Maver
 
Molti cambiamenti stanno sconvolgendo il mondo dell’automobile e il più futuristico è rappresentato dalle auto a guida autonoma (AV – Autonomous Vehicle). Dopo un periodo di entusiasmo iniziale, trainato da quel geniaccio di Elon Musk che ha fatto credere a tutti che l’auto a completa guida autonoma era cosa fatta, ora, dopo qualche incidente (e qualche morto) del suo sistema Autopilot si stanno rivedendo i piani.

Le auto a guida autonoma: quando arriveranno?

Negli ultimi tempi infatti abbiamo assistito ad una frenata degli investimenti nel settore dello sviluppo dei veicoli a guida autonoma: negli USA sono calati da circa $25 mld nel 2019 a $3 mld nel 2022 (fonte: McKinsey).

I motivi di questo ripensamento sono vari:

• Da una parte i costruttori tradizionali di automobili si sono resi conto che a fronte degli importanti investimenti, il risultato potrebbe essere quello di una significativa diminuzione delle vendite per la capacità delle auto a guida autonoma di servire più utenti, senza restare inutilizzata in un parcheggio per lungo tempo

• Tra l’altro i costruttori sono oggi alle prese con la transizione energetica verso le auto elettriche che è molto più impellente (ricordiamo il target EU del 2035) e che richiede un ripensamento della filiera produttiva

• I potenziali nuovi concorrenti hanno capito che il payback (il tempo entro il quale il capitale investito viene recuperato attraverso i flussi finanziari) è dell’ordine dei 10-15 anni.

Di  conseguenza Waymo, la società di Google dedicata allo sviluppo della guida autonoma ha licenziato più del 10% dei dipendenti e Ford e VW hanno chiuso Argo, la loro Joint venture dedicata.

I livelli di guida autonoma sono 5:

• Livello 1: Guida Assistita: comprende sistemi come il Cruise Control anche adattivo. Il controllo dell’auto rimane affidato al guidatore, che può permettersi il lusso di riposare la gamba che usa l’acceleratore. Fa parte del sistema anche la frenata di emergenza, oramai obbligatoria dal 2022

• Livello 2: Guida Semi-Autonoma: dà un ulteriore aiuto al guidatore mantenendo l’auto all’interno delle strisce di una corsia. Il parcheggio da remoto rientra in questo livello: utilizzando uno smartphone è possibile manovrare la vettura per parcheggiarla perfino negli spazi stretti. Anche qui il conducente mantiene sempre la responsabilità.

• Livello 3: Guida Altamente Automatizzata: consente al guidatore di dedicarsi ad altro durante la marcia. Le vetture provviste di tali dotazioni possono accelerare, frenare, sterzare ed effettuare manovre di sorpasso in modo completamente automatico. Il guidatore deve però riprendere il controllo del mezzo in situazioni di difficoltà. È visto perciò come un livello di compromesso, potenzialmente pericoloso.

• Livello 4: Guida Totalmente Automatizzata: in contesti chiusi quali le autostrade i veicoli possono gestire la guida autonomamente, lasciando libero il conducente di fare altro. Sono veicoli ancora allo stadio di prototipo

• Livello 5: Guida Autonoma le auto non hanno volante né pedali, sono dei salotti viaggianti per trasportare passeggeri, i cosiddetti robotaxi.

Le vetture attualmente sul mercato hanno in buona parte sistemi di livello 1 e 2  e molte legislazioni nazionali non consentono ancora l’utilizzo di livelli di automazione superiori. Esistono autovetture con automazione di livello 3, ma è consentito utilizzare queste modalità solo in alcuni Stati.

Quali sono i benefici attesi dalla guida autonoma?

In primo luogo la sicurezza: oggi sono più di 1 milione i morti all’anno dovuti alla circolazione di automezzi; le vetture a guida autonoma, con il progressivo miglioramento dei sistemi di intelligenza artificiale e con il rigoroso rispetto delle regole di comportamento, ridurranno sicuramente questi numeri.

Poi l’accessibilità: le persone anziane o con disabilità che oggi non possono muoversi autonomamente potranno avere questa possibilità grazie ai veicoli a guida autonoma.

Un altro vantaggio sarà la possibilità per tutti di disporre meglio del proprio tempo: tutto quello speso in auto nel traffico, negli ingorghi, a cercare parcheggio, potrà essere utilizzato per leggere o per lavorare, privilegio oggi riservato ai politici e top manager con auto blu e autista.

Un vantaggio importante sarà quello di una perfetta integrazione in un sistema di trasporto multimodale: l’auto a guida autonoma consentirà di collegare forme di trasporto già esistenti come treni, aerei, autobus e micromobilità.

D’altra parte esistono alcuni dubbi o possibili problemi di questo nuovo modo di spostarsi.

• Esiste ancora un timore, specie da parte delle persone più anziane, verso potenziali incidenti dovuti al malfunzionamento dei sistemi automatici, incidenti che saranno di gran lunga inferiori a quelli attuali dovuti ad errori umani, ma comunque scioccanti. È ancora vivo l’eco dei piloti di Ethiopian Airline che hanno combattuto per oltre 6 minuti contro il computer di bordo mentre l’aeroplano precipitava o, per rimanere alle automobili, i casi delle Tesla con Autopilot che si sono scontrate con camion solo perché essendo bianchi non li aveva identificati.

• Il timore si estende anche al rischio hackeraggio, alla possibilità che qualche malintenzionato riesca a prendere il controllo di un veicolo per fare, ad esempio, un attentato.

• DI recente l’MIT di Boston ha anche sollevato un tema sull’impatto ambientale dei sistemi di guida dei veicoli autonomi che si basano su un complesso di computer, sensori e scambio dati che a regime potrebbero generare una quantità di emissioni pari a quella di tutti i data center attuali del mondo.

• Un altro problema da risolvere è quello di capire di chi sarà la responsabilità in caso di incidenti, andando a vedere se l’utente (che non chiamiamo più guidatore) abbia spinto la vettura a fare qualcosa di diverso dal solito (ad esempio maggiore velocità) ovvero se ci sia un errore di costruzione o di programmazione del software; responsabilità che potrà essere coperta da assicurazioni per il danno civile, ma resta da capire se ci potrà essere e di chi sarà un’eventuale responsabilità penale.

• Infine una questione affascinante e al tempo stesso inquietante: il cosiddetto dilemma etico. L’auto AV si potrebbe trovare in situazioni in cui non può evitare dei pedoni  apparsi improvvisamente sulla carreggiata, se non sterzando bruscamente e mettendo a rischio l’incolumità degli occupanti della vettura. La decisione da prendere in casi estremi deve essere prevista e determinata in anticipo, a priori.

Tutti dubbi che richiederanno del tempo per trovare risposte adeguate.

La vera svolta dell’introduzione delle auto a guida autonoma sarà nel totale cambiamento del modello di utilizzo. Infatti, se verranno sostituite le due auto presenti in famiglia con una sola AV che accompagna al lavoro separatamente i due coniugi e magari anche i figli a scuola, questo non ha molto senso da un punto di vista ambientale, anzi è un passo indietro perché l’auto, vuota, compie percorsi aggiuntivi.

La soluzione ottimale per l’utilizzazione degli AV è quella di un modello di condivisione, dove la proprietà individuale dell’ auto non esiste più o resta limitata a poche auto sportive di lusso e tutti si avvalgono di robotaxi, con servizi più o meno raffinati, che girano in continuazione per la città, soddisfacendo le esigenze di trasporto di tutti i cittadini. In questo modello anche la ricarica dei veicoli elettrici diventerebbe un problema minore in quanto non ci sarebbe bisogno di colonnine sparse in tutta la città, ma sarebbe sufficiente avere alcune grosse stazioni di ricarica dove le AV andranno a ricaricarsi nei momenti di minore richiesta.

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