Il settore minerario australiano sta attraversando una fase critica, con un calo significativo degli investimenti esteri e un crescente rischio di insicurezza energetica. A lanciare l’allarme è Andrew Michelmore, presidente del Minerals Council of Australia, che nel corso di un intervento al Melbourne Mining Club ha evidenziato le gravi difficoltà che il Paese sta affrontando nella gestione delle proprie risorse energetiche e nella pianificazione strategica del settore estrattivo.
L’Australia e la sfida energetica: rischi e opportunità per il settore minerario
Michelmore ha puntato il dito contro il governo dello Stato di Victoria, accusandolo di essere "blissfully unaware" (beatamente inconsapevole) della propria vulnerabilità energetica. La decisione di ostacolare per oltre un decennio lo sviluppo del settore del gas ha lasciato lo Stato in una posizione di forte dipendenza dalle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL), con conseguenti aumenti dei costi e rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento.
Il progressivo esaurimento delle riserve di gas dello Stretto di Bass, su cui Victoria aveva fatto affidamento, ha esacerbato il problema. Secondo Michelmore, lo Stato avrebbe dovuto investire in un’infrastruttura più solida per il trasporto del gas, piuttosto che trovarsi ora costretto a ricorrere a soluzioni costose come i terminali di importazione di GNL e l’acquisto di forniture da altri Stati australiani.
Investimenti esteri in fuga: l’Australia è troppo rischiosa?
Un altro tema critico sollevato da Michelmore riguarda la fuga di investimenti esteri nel settore minerario. Secondo i dati presentati, gli investimenti provenienti da paesi OCSE nel settore minerario australiano sono crollati dai 50 miliardi di dollari del 2013 ai soli 7,5 miliardi del 2022. Un calo drastico, attribuibile in larga parte alla crescente percezione dell’Australia come un ambiente di investimento instabile.
Michelmore ha citato le parole di un investitore globale che, durante un recente viaggio all’estero, gli avrebbe detto senza mezzi termini: “Perché dovremmo investire in Australia? I vostri costi energetici sono troppo alti, i costi di costruzione fuori controllo, la produttività in calo e il quadro normativo è imprevedibile. Semplicemente, non ne vale la pena.”
Un'affermazione che evidenzia quanto il contesto regolatorio e i costi operativi possano incidere sulle decisioni degli investitori internazionali.
La questione del gas e le mosse della politica
Sul fronte politico, il leader dell’opposizione, Peter Dutton, ha colto l’opportunità per attaccare il governo laburista, promettendo che, in caso di vittoria elettorale, il suo governo accelererà l’approvazione dell’estensione del North West Shelf Gas Project, il più grande progetto di esportazione di gas naturale dell’Australia.
La proposta prevede un’estensione di 50 anni della vita operativa dell’impianto di Karratha, con l’integrazione di tre nuovi giacimenti di gas attraverso un gasdotto di 900 km. Tuttavia, il Primo Ministro Anthony Albanese ha liquidato la proposta definendola "una trovata senza fondamento", criticando la mancanza di un piano energetico strutturato da parte dell’opposizione.
Le sfide future: tra transizione energetica e sicurezza economica
L’Australia si trova di fronte a un bivio: da un lato, la necessità di garantire una transizione energetica efficace e sostenibile, con un maggiore focus su fonti rinnovabili come l’eolico offshore e il solare; dall’altro, l’urgenza di mantenere competitiva la propria industria mineraria e assicurare una fornitura energetica stabile e conveniente per le imprese.
Michelmore avverte che senza un piano energetico chiaro e coerente, l’Australia rischia di perdere la propria leadership nel settore minerario globale. La sfida per il governo è quella di trovare un equilibrio tra le esigenze della decarbonizzazione e la necessità di garantire sicurezza energetica e competitività industriale.
Il discorso di Andrew Michelmore rappresenta un monito importante per l’intero Paese. Se l’Australia non prenderà provvedimenti per attrarre nuovamente investimenti e stabilizzare il proprio approvvigionamento energetico, il settore minerario – da sempre una delle colonne portanti dell’economia nazionale – potrebbe affrontare un declino significativo. La questione energetica, dunque, non è solo una sfida ambientale, ma un tema cruciale per il futuro economico dell’Australia.