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Assovetro: "2023 anno di calo per l'industria del vetro"

- di: Redazione
 
Assovetro: '2023 anno di calo per l'industria del vetro'
L'Assemblea annuale di Assovetro ha dipinto un quadro in chiaroscuro per l'industria del vetro nel 2023: la crisi geopolitica, i conflitti e l'inflazione hanno fatto registrare consumi in calo in tutto il continente, con l'Italia che ha visto peggioramento in ogni comparto (-5,3%  vetro cavo, -7,7% vetro piano e -21% per le fibre). Ma le prospettive per il 2024 danno moderati segnali di ripresa anche grazie al taglio dei tassi di interesse e agli ultimi dati che confermano, nel primo trimestre dell’anno, una crescita dell’export dei prodotti italiani legati al vetro.

Assovetro: "2023 anno di calo per l'industria del vetro"

Secondo le parole del Presidente Marco Ravasi, che con la sua relazione ha analizzato la situazione, gas ed elettricità continuano a essere una criticità per l'industria che consuma l'1,5% dei consumi nazionali: passando ai prezzi, il mercato del gas naturale non accenna a scendere sotto i 30 – 40 €/MWh, mentre per l'energia elettrica, continua a essere rilevante la disparità di prezzo che si registra tra i vari paesi dell’Unione, che innesca una concorrenza tra Stati membri che potrebbe portare al forte ridimensionamento del sistema produttivo nazionale, soprattutto se si pensa che una delle «leve» di decarbonizzazione è proprio l’elettrificazione.

Marco Ravasi ha dichiarato: "La decarbonizzazione è la sfida più grande che abbiamo di fronte e tutti dobbiamo fare la nostra parte e noi la stiamo facendo, ma è giusto tutelare anche la competitività della nostra industria nazionale, penalizzata da un costo dell’ elettricità, il vettore energetico della decarbonizzazione,  che è il triplo di quello della Spagna  e di molto superiore a quello di Francia e Germania, i nostri principali competitor. Contiamo che il Governo, come sta avvenendo in altri Paesi, supporti con incentivi e agevolazioni il nostro sforzo. Francia e Germania stanno varando misure di sostegno alle industrie molto significative. L’Italia, stretta tra vincoli di bilancio e l’impossibilità di accedere ad energia nucleare, dovrebbe spingere con decisione sulle rinnovabili, ma senza introdurre storture nella dinamica dei prezzi, puntare su tecnologie di cattura della CO2 per la decarbonizzazione del settore elettrico e delle industrie hard to abate e anche sulla produzione e distribuzione di ‘gas verdi’. Da non sottovalutare poi il problema ancora irrisolto delle  infrastrutture per il trasporto dell’energia elettrica".

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