Assolombarda: "Solo 3 PMI su 5 hanno competenze manageriali adeguate"

- di: Daniele Minuti
 

AssolombardaALDAI-Federmanager e Fondirigenti hanno promosso la ricerca “Competenze manageriali per la resilienza delle PMI”, realizzata da École con l'obiettivo di individuare i fabbisogni formativi del tessuto produttivo, con focus sulle competenze ritenute essenziali per la crescita del business e sulle figure professionali di più difficile riferimento.

Assolombarda: "Solo 3 PMI su 5 hanno competenze manageriali adeguate"

Grazie a interviste a imprenditori e responsabili HR, il report crea una guida che delinea nuovi percorsi di analisi delle esigenze formative e sviluppo delle risorse umane in aziende di piccole dimensioni, con l'individuazione di analisi chiave per fronteggiare transizione digitale ed economica, oltre a quelle utili per rispondere alle sfide della sostenibilità.


Digitale e sostenibilità si confermano quindi asset strategici, accompagnati dalla "managerialità", considerata strategica per accompagnare la "twin transition", grazie ad abilità come leadership, lavoro di squadra e gestione del cambiamento.
 

 

Monica Poggio, vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano (nella foto), ha dichiarato: "Investire nello sviluppo delle competenze manageriali è, sempre di più, un fattore strategico per la competitività, in uno scenario economico caratterizzato da crescente complessitàE lo è a maggior ragione per le PMI, realtà in cui si riscontrano, ancora oggi, livelli di managerialità non adeguati: la loro capacità di essere resilienti ai cambiamenti transita anche attraverso la crescita delle competenze degli imprenditori e delle figure direttive. Occorrono, dunque, programmi di formazione e di sviluppo manageriale, costruiti sulle esigenze e sui fabbisogni specifici delle PMI, in grado di sostenere il business e di innescare processi che apportino valore a tutta l’organizzazione aziendale. La formazione più ‘tradizionale’, in tal senso, deve essere affiancata da modelli innovativi in una logica di supporto consulenziale al management dell’impresa”.

 

Le PMI però continuano a scontare criticità legate a caratteristiche strutturali (limitata managerializzazione, ridotta disponibilità di risorse finanziarie, difficoltà ad attrarre talenti) che complicano il cambiamento: solo il 9% delle PMI presenta un adeguato livello di competenze digitali.

Paolo Gerardini, presidente della Piccola Industria di Assolombarda, ha commentato: "Le imprese, soprattutto le PMI, sono oggi chiamate ad accogliere l’improcrastinabile sfida delle competenzeLa ricerca dimostra, d’altra parte, che le organizzazioni, per funzionare e competere meglio, devono diventare sempre meno ‘centralizzate’. Hanno, inoltre, più bisogno di persone preparate e in grado di utilizzare strumenti innovativi e di far propri nuovi metodi capaci di supportare le proprie decisioni. In quest’ottica, la managerializzazione rappresenta un orizzonte necessario: essa deve partire dall’imprenditore con azioni finalizzate a rafforzare le competenze in termini di strategia e di direzione per promuovere un approccio resiliente nel contesto della difficile congiuntura economica che stiamo vivendo. Si tratta di un percorso che, come Associazione, abbiamo intrapreso grazie all’impegno del nostro gruppo di lavoro dedicato. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le PMI sulla necessità di irrobustire la governance, anche per porre le basi per il passaggio generazionale, favorendo la continuità aziendale”.


Marco Bodini, Presidente di Fondirigenti, descrive le competenze manageriali richieste dalle PMI (visione strategica, gestione e sviluppo dei collaboratori" delle tematiche "che sono già oggi tra quelle più richieste dalle imprese e che sono destinate ad esserlo sempre di più in futuro, rafforzando il ruolo della formazione come fattore abilitante delle grandi trasformazioni del tessuto produttivo”.

 

Fra le pratiche positive ricorrenti, si nota l'inserimento per "blocchi" dei nuovi assunti (che crea gruppi generazionali), la pianificazione di attività di on boarding e training on the job, le sessioni formative promosse da colleghi esperti.

Oltre all'indagine, è stato svolto anche un focus sulle figure professionali di più difficile reperimento sul mercato del lavoro: con le maggiori criticità per l'area tecnica produttiva legata all'individuazione di profili tradizionali ma anche professionisti specializzati e manager. Nell'area commerciale, piùà difficile trovare professionalità capaci di fare sintesi fra aspetti tecnici e commerciali. 

 

Manuela Biti, presidente di ALDAI-Federmanager, ha concluso: "Essere manager nel contesto attuale in rapida evoluzione significa interpretare il ruolo con visione, sapendo cogliere sfide ed opportunità come momenti di crescitaStiamo vivendo una sfida, la sfida di una rapidissima innovazione tecnologica che sta mettendo in discussione i modelli produttivi e l’organizzazione stessa del lavoro, il modo di fare impresa e lo stesso ruolo del manager. La rivoluzione digitale influisce sull’ occupazione, creando nuove professioni da una parte, snellendo processi dall’altra e non è possibile prevedere con certezza quale sarà il saldo netto. Il ruolo del manager stesso poi oggi è già cambiato: sono sempre più richieste capacità ‘soft’ per stare al passo con la marcia trionfale di scienza, tecnologia, sviluppo organizzativo: dalla resilienza, al complex problem solving alla visione strategica e di lungo termine, dalla capacità di fare squadra alla capacità di portare una nuova cultura. Perché di questo abbiamo bisogno: di un vero e proprio cambiamento culturale”.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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