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Assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali per le imprese: tempi stretti e contorni incerti

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali per le imprese: tempi stretti e contorni incerti

L'obbligo per le imprese italiane di dotarsi di un'assicurazione contro le calamità naturali, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024, sta generando dibattiti e preoccupazioni nel tessuto produttivo nazionale. Inizialmente previsto per il 1° gennaio 2025, l'obbligo è stato recentemente prorogato al 31 marzo 2025, come stabilito dal decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei Ministri.

Assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali per le imprese: tempi stretti e contorni incerti

La normativa richiede che tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia stipulino una polizza assicurativa per coprire i danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali. Questa copertura deve riguardare terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali iscritti a bilancio .

Il decreto interministeriale attuativo, elaborato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) in collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), prevede che i premi assicurativi siano proporzionali al rischio, tenendo conto delle caratteristiche del territorio e della vulnerabilità dei beni assicurati. Le compagnie assicurative avranno l'obbligo di offrire queste polizze, mentre SACE potrà riassicurare il rischio assunto dalle compagnie attraverso apposite convenzioni a condizioni di mercato .

Preoccupazioni delle imprese


Nonostante l'obiettivo dichiarato di mettere in sicurezza il sistema produttivo nazionale, diverse associazioni di categoria hanno espresso preoccupazione riguardo all'impatto economico di questo obbligo. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha sottolineato il rischio che, in territori particolarmente esposti a calamità naturali, gli imprenditori possano essere disincentivati a investire, portando alla possibile desertificazione economica di intere aree .

Le piccole e medie imprese (PMI), in particolare, temono che i costi delle polizze possano essere proibitivi. Secondo dati dell'ANIA, solo il 5% delle microimprese italiane è attualmente assicurato contro calamità naturali, percentuale che sale al 55% per le piccole imprese e al 67% per le medie . Questa bassa penetrazione assicurativa evidenzia una diffusa sottovalutazione del rischio e una scarsa propensione alla sottoscrizione di polizze, spesso a causa dei costi percepiti come elevati rispetto al danno atteso.

Esclusioni e dettagli normativi

È importante notare che l'obbligo assicurativo non riguarda tutte le imprese indistintamente. Secondo l'ultima bozza del decreto attuativo, alcune realtà minori potrebbero essere esentate, anche se permangono dubbi sulla loro esatta individuazione. Inoltre, l'obbligo per le compagnie assicurative di offrire queste polizze sarà graduato in relazione alla solvibilità di ciascuna compagnia .

Proroga 31 maggio

La proroga al 31 marzo 2025 offre alle imprese un margine di tempo aggiuntivo per adeguarsi alla nuova normativa. Tuttavia, restano aperte questioni cruciali riguardo ai costi delle polizze, alle modalità di attuazione e alle possibili esenzioni per le realtà più piccole. È fondamentale che nei prossimi mesi le istituzioni, le associazioni di categoria e le compagnie assicurative collaborino per definire chiaramente i contorni di questo obbligo, garantendo una protezione efficace contro le calamità naturali senza gravare eccessivamente sul tessuto produttivo nazionale.

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