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Quando la bellezza si celebra en plein air

- di: Samantha De Martin
 
Quando la bellezza si celebra en plein air

In Sardegna alla scoperta del sentiero dell’ossidiana e delle installazioni di un Bosco da fiaba
C’è un museo a cielo aperto a circa tre chilometri dal paese di Pau, un comune di 300 abitanti in provincia di Oristano, aggrappato al versante nord orientale del Monte Arci.
Ci troviamo nel Parco dell’Ossidiana, all’interno del Parco Geominerario storico ambientale della Sardegna, dichiarato nel 1998 dall’Unesco primo parco Geominerario al mondo.
“Il viaggiatore ha qualche volta l’impressione di camminare sui cocci di una vecchia fabbrica di bottiglie nere tanto sono numerose le scaglie di un vetro nero vulcanico che è chiamato ossidiana” scriveva agli inizi del 1800 il geografo Alberto de La Marmora nel percorrere il sentiero di “Sa Scaba Crobina” e le officine di scheggiatura preistorica.

E aveva ragione. Ancora oggi il visitatore che si addentri lungo il sentiero di “Sa Scaba Crobina” ha modo di godere di questo straordinario museo en plein air che consiste in una sovrapposizione di scarti lavorazione di questo materiale.
Le officine di lavorazione dell’ossidiana del territorio di Pau, officine di lavorazione neolitica del tagliente vetro vulcanico, rappresentano ad oggi il caso meglio documentato di centri di trasformazione della materia vicino ai luoghi in cui la stessa si è formata.
A una manciata di chilometri dal Museo dell’Ossidiana, questo bosco profumato che si inerpica tra querce e macchia mediterranea è tutto un tappeto di vetro vulcanico. Ma non provate a raccoglierlo: su tutto il territorio vige il divieto di asportare l’ossidiana dal monte Arci per la tutela della risorsa geologica e archeologica.

Chi lo percorre si trova catapultato in un suggestivo un museo a cielo aperto con “reperti” di vetro che fungono da frammenti di una storia millenaria unica che racconta l’intensa attività di trasformazione della risorsa andata avanti nell’area per oltre 3000 anni, dal neolitico all’età nuragica. In quest’epoca l’ossidiana, raccolta allo stato naturale, veniva trasformata in manufatti destinati allo scambio, anche oltre mare. Da questi venivano ricavate le lame, utili supporti per realizzare specifici strumenti.

Sempre nel territorio del comune di Pau, in provincia di Oristano, ad affiancare oggi il Sentiero dell’Ossidiana è “Un Bosco da Fiaba”, una sorta di “libro scritto nel bosco”, a comporre un itinerario naturalistico e artistico che si sviluppa nel complesso forestale del Monte Arci. Qui un passato lungo millenni si intreccia alle creazioni di artisti contemporanei.
Questo itinerario adatto a bambini e adulti è “popolato” da installazioni in legno di “land art”.

Nato a partire dalla primavera del 2022 ad opera dell’Associazione culturale Menabò e del Museo dell’Ossidiana, il percorso si origina dalla pineta di Sennixeddu per insinuarsi nel bosco di lecci e macchia Mediterranea, tra rocce vulcaniche, frammenti di ossidiana, alte pareti di basalto e cavità.
È possibile percorrerlo accompagnati da diverse Guide Ambientali Escursionistiche che operano nella zona, oltre che dagli operatori del CEAS di Pau e del Museo dell’Ossidiana.

“Nel 2021 - spiega Giulia Balzano dell’Associazione culturale Menabò, ideatrice e curatrice del percorso - all’interno del Parco dell’Ossidiana nasce un progetto ambizioso, volto alla valorizzazione del territorio, che parla la lingua della creatività. Inizialmente gli artisti che hanno realizzato opere erano sei. Oggi sono 15 le istallazioni artistiche in dialogo con il bosco e con l’ossidiana. Ogni anno nuovi artisti vengono in residenza a Pau portando tre quattro nuove installazioni realizzate con i materiali che il bosco offre. Si tratta di un progetto di valorizzazione che vuole coinvolgere la comunità”.

Ed ecco, camminando nel Bosco, apparire all’improvviso, un lupo, una volpe, un cervo, una mongolfiera. C’è Chiù Chiù l’Assiolo opera degli artisti friulani Simone Paulin e Giacomo Baradel.
E ancora Sa Maltariosa dell’artista di Varsavia Rudy Liprandi. Ed ecco irrompere Is Crobus - Guardiani de Sa Perda Crobina, realizzato da Devid Strussiat (Friuli), mentre Animateria (Solarussa) firma Di-VentO (Spira). Pau-Riccio e Riccio-Capriccio sono invece due opere di comunità, nate all’interno di laboratori di partecipazione comunitaria come anche altre installazioni del percorso.
L’opera più recente è stata realizzata quest’anno da due artiste svizzere. Una volta completata la loro funzione, i materiali che compongono tutti i lavori ritorneranno al bosco.

Marzia Migliora ad Arte Sella
Nel comune di Borgo Valsugana (Trento), Arte Sella, la rassegna di arte contemporanea nella natura, accoglie la personale di Marzia Migliora, Lotta per l’esistenza. Il progetto espositivo, che si sviluppa tra Villa Strobele e Malga Costa, a cura di Lorenzo Fusi, guida il viaggiatore alla scoperta di tre gruppi di opere in dialogo con il paesaggio della Val di Sella.

La mostra si lascia ispirare dal concetto centrale espresso nel trattato di Charles Darwin, L’Origine delle Specie, in cui lo studioso ribadisce che la sopravvivenza delle specie dipende dalla loro forza e adattabilità. Oggi che questa visione agonistica è messa in discussione, la sopravvivenza viene vista come un processo che coinvolge tutte le forme di vita, interconnesse in un sistema complesso.
Marzia Migliora interpreta questa connessione attraverso opere che raccontano un mondo sempre più ibrido e fluido, tradotto in una dimensione ironica, sognante e a tratti perturbante. L’artista di Alessandria che utilizza un’ampia gamma di linguaggi, tra cui fotografia, video, suono, performance, installazione e disegno, esplora il rapporto tra natura, azione umana e trasformazione ecologica e interrogandosi poeticamente sulle forze che stanno ridisegnando la natura in un’epoca segnata da instabilità climatica e crisi ambientale.

Il primo capitolo si racconta negli spazi della Malga Costa dove vengono esposti tre diorami in carta, parte della serie dei Paradossi dell’Abbondanza iniziata dall’artista nel 2017. Qui viene introdotto il tema centrale della mostra, una riflessione sulla fragilità dell’ecosistema. Ogni diorama è uno spazio instabile e misterioso, in cui coesistono visioni scientifiche e mondi fantastici e la fragile carta con cui sono realizzati diventa simbolo della vulnerabilità dell’ambiente e della necessità di ripensare il rapporto dell’uomo con la natura.
Sempre negli spazi della Malga, un’installazione immersiva realizzata in carta e cartapesta dà forma a un paesaggio immaginario in continua metamorfosi, un ambiente teatrale popolato da organismi che sfuggono a ogni classificazione.

L’artista che concentra la sua ricerca sulla memoria come strumento per comprendere il presente, esplorando i legami tra l’umano e la natura, ci guida poi negli spazi di Villa Strobele con l’ultima parte del percorso, Cronaca dell’Assenza, che raccoglie un gruppo di opere su carta, nate da un intervento dell’artista sulle pagine originali dello storico domenicale La Domenica del Corriere.
La natura diventa testimone del passato e protagonista di un presente in cui l’umanità è scomparsa.

Con la sua Lotta per l’esistenza, Migliora propone una messa in scena del rapporto dell’uomo con l’ambiente costruendo con linguaggi diversi - teatro, scienza, letteratura, storia - una narrazione eco-centrica che mette in discussione il nostro ruolo nel mondo.
Il progetto espositivo segna l’inizio di una collaborazione tra Marzia Migliora e Arte Sella che culminerà con la riapertura del percorso montano di collegamento tra Malga Costa e Villa Strobele, in fase di recupero dopo la tempesta Vaia nel 2018 e che tornerà presto a essere nuovamente accessibile.

A Villa Carlotta le sculture di Maria Dompè
Adagiata sulle rive del lago di Como, a Tremezzina, Villa Carlotta racconta una storia di grande collezionismo lunga oltre trecento anni, dove l’arte dialoga con la natura in un contesto paesaggistico di grande suggestione. Per tutto il 2025 la Villa - costruita alla fine del Seicento dai marchesi Clerici di Milano, passata nel 1801 a Giovanni Battista Sommariva, grande collezionista e mecenate - porta avanti il suo impegno nel valorizzare l’arte contemporanea con una nuova suggestiva rassegna in dialogo con il parco e le collezioni del museo.

To the women who are not allowed to fulfill their dreams! / A tutte quelle donne a cui non è permesso realizzare i propri sogni! è il titolo due interventi - uno effimero all’interno della villa, l’altro permanente all’esterno - ideati e realizzati dalla scultrice Maria Dompè con la collaborazione dei giardinieri di Villa Carlotta.
Promosso dall’Ente Villa Carlotta, il progetto vuole valorizzare una nuova porzione di parco, di collegamento tra il giardino storico e il bosco, riqualificata dopo i grandi lavori nel comparto boschivo e agricolo del compendio realizzati grazie al progetto Un passo nel parco, un passo verso il futuro.

Si tratta di uno spazio plastico fiorito, intimo e raccolto, che per l’artista vuole essere “Un dono al bosco, alla natura, dalle donne per le donne”.
Come spiega la curatrice Elena Di Raddo “L’arte del giardino intreccia estetica, natura e riflessioni sull’equilibrio umano e la sua relazione con l’ambiente. Ma è anche una metafora della mente e dell’anima umana, che riflette la ricerca dell’armonia, dell’ordine e della bellezza”.
Le opere ambientali puntano a valorizzare il patrimonio materiale e immateriale del parco intrecciando arte, storia e natura. Sono ispirati da tutte le donne costrette a rinunciare ai propri sogni e dedicati alla giovane principessa Carlotta di Prussia, proprietaria della villa, morta precocemente a soli 23 anni.
Spostandosi nella sala dei gessi del museo ci si imbatte nel lavoro effimero realizzato dall’artista con la collaborazione di Livia Crispolti e dei suoi studenti del corso di Cultura tessile (Dipartimento di Progettazione artistica per l’impresa) dell’Accademia di Belle Arti di Brera, che hanno lavorato sul tema della condizione della donna.
La visita alla mostra è anche l’occasione per esplorare il giardino di Villa Carlotta, cornice di grande fascino con i suoi alberi secolari, le essenze rare, gli arbusti ornamentali e le piante dalle fioriture variopinte.

A Roma, nei giardini della Villa del Sovrano Militare

Ordine di Malta, il leone in bronzo di Davide Rivalta

Il turista che questa estate avvicinerà l’occhio al celeberrimo “buco della serratura” del grande portale decorato da Giovan Battista Piranesi nel 1765, oltre al profilo della Cupola, potrà ammirare anche la figura vigile di un leone, una presenza solenne e discreta che vuole essere un omaggio silenzioso e reverente a Sua Santità il Papa “qui sibi nomen imposuit Leonem Decimum Quartum”.
Siamo nel cuore dell’Aventino, il centrale quartiere romano, di fronte alla Villa Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta, nel cui giardino l’artista Davide Rivalta ha deposto un maestoso leone in bronzo, in un dialogo silenzioso tra arte, natura e spiritualità.

Grazie alla collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e alla disponibilità della sua Direttrice, Renata, Cristina Mazzantini, l’Ordine ha potuto ottenere in prestito uno dei celebri Leoni in bronzo dello scultore bolognese, due dei quali sono già esposti sotto il porticato del Cortile d’Onore del Quirinale.
L’animale, in posizione eretta, si potrà scorgere fino a metà ottobre guardando attraverso il “buco della serratura” di Piazza dei Cavalieri di Malta, allineato alla cupola di San Pietro: una visione iconica di Roma che si arricchisce di un nuovo elemento di significato.
Il progetto espositivo, voluto dal Gran Maestro, è realizzato a cura dell’Ambasciata del Sovrano Ordine presso la Santa Sede.

Due nuove opere di Michelangelo Pistoletto alla Reggia di Caserta
La Reggia di Caserta omaggia Michelangelo Pistoletto accogliendo due opere del padre dell’Arte povera.
Se il Parco reale ospita Terzo Paradiso, nella Gran Galleria i visitatori potranno ammirare Mirror of eternity.
Le due nuove installazioni dell’artista, tra i protagonisti assoluti dell’arte contemporanea internazionale, sono prodotte dal Museo Reggia di Caserta e da Opera Laboratori, in collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e Galleria Continua.

Lascito concettuale di Pistoletto e formula propositiva che mira a trasformare il futuro, unendo etica, estetica e responsabilità in un equilibrio armonico e dinamico, Terzo Paradiso sarà esposto in modo permanente all’interno del Parco reale. Composta da legni naturali e materiali lapidei storici, abbandonati da decenni e recuperati nel Bosco Vecchio, l’opera lega la memoria dell’artificio alla vitalità della natura. Lunga 25 metri e larga 10, ha richiesto l’impiego di 50 blocchi di pietra e quindici tronchi d’albero. Essa crea una visuale prospettica con il Parco, il cui punto di fuga è l’ingresso su un piccolo ponte del Museo verde, incorniciato dai resti di due colonne.

All’interno della Gran Galleria del Palazzo reale, inserita nell’ambito della mostra “Metawork - Michelangelo Pistoletto alla Reggia di Caserta”, “Mirror of eternity” è invece un intervento che coinvolge l’intera umanità nel passaggio a uno stato di immortalità attraverso l’intelligenza artificiale. Attraverso l’evoluzione tecnologica è stato creato un cielo virtuale intorno al pianeta fisico. A questo cielo è possibile avere accesso proprio con “Mirror of eternity”, producendo nella creazione artificiale il medesimo processo che avviene nel mondo naturale: sempre una nuova nascita, di generazione in generazione.

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