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Argentina, Milei stravince le midterm e cambia il Parlamento

- di: Bruno Coletta
 
Argentina, Milei stravince le midterm e cambia il Parlamento
Argentina, Milei stravince le midterm e cambia il Parlamento
Rivoluzione liberista premiata alle urne: La Libertad Avanza supera il 40%, peronisti distanziati. Affluenza ai minimi. Mercati in fibrillazione, opposizione sotto shock, Trump esulta e parla di “vittoria schiacciante”.

Cosa è successo

In Argentina le elezioni di metà mandato hanno consegnato a Javier Milei (foto) una vittoria netta. Con un risultato intorno al 40,84% su base nazionale, La Libertad Avanza consolida il proprio peso parlamentare e si prepara a una nuova stagione di riforme. La coalizione peronista, riaggregata sotto la sigla Fuerza Patria, si ferma su valori sensibilmente inferiori, segnando una sconfitta pesante. L’affluenza scivola sotto il 68%, minimo dell’era democratica: segno di un Paese stanco ma deciso a dare continuità alla terapia d’urto.

Perché conta

Il voto è stato un referendum sull’agenda radicale: tagli alla spesa pubblica, deregulation e tentativo di normalizzare i prezzi dopo l’iperinflazione. Il governo rivendica un primo avanzo fiscale dopo anni e un raffreddamento dell’inflazione rispetto ai picchi; al tempo stesso famiglie e ceto medio hanno pagato costi sociali elevati. Nonostante ciò, la maggioranza degli elettori ha scelto continuità, consegnando a Milei una piattaforma politica più ampia — pur senza pieni poteri — per accelerare le riforme.

La mappa del voto

Il dato più eclatante è l’avanzata nelle province tradizionalmente peroniste, inclusa Buenos Aires, dove La Libertad Avanza mette a segno progressi inattesi pur restando un terreno altamente competitivo. Voto urbano consolidato, performance migliori nella periferia metropolitana e nelle aree produttive ridisegnano il baricentro della rappresentanza: meno intermediazioni, più voto d’opinione e richiesta di stabilità sulle riforme.

Cosa succede in Parlamento

La tornata rinnova 127 seggi su 257 alla Camera e 24 su 72 al Senato. La coalizione presidenziale guadagna seggi e punta alla soglia di sicurezza del “terzo” nella Camera bassa: obiettivo cruciale per blindare i veti e trattare da posizione di forza. Non è una maggioranza assoluta, ma è un Parlamento più favorevole alla rivoluzione liberista. Tradotto: pacchetto fiscale, semplificazioni, dismissioni e riforme del lavoro avranno una corsia più veloce, con coalizioni variabili sui dossier più sensibili.

Le voci della notte elettorale

“È un punto di svolta: gli argentini hanno scelto la libertà e la responsabilità”, afferma Milei dal palco di Buenos Aires. Dall’opposizione peronista filtra l’impegno a “un’opposizione ferma ma costruttiva”, mentre diversi governatori sollecitano un patto sociale su salari, tariffe e servizi essenziali.

Economia e mercati

Per gli investitori la vigilia era uno spartiacque: un successo largo riduce il rischio politico sulle riforme; una frenata avrebbe riaperto i dossier su debito e cambio. Con il verdetto delle urne è probabile un rimbalzo di breve degli asset argentini, ma la partita vera resta disinflazione credibile, ritorno stabile ai mercati internazionali e attuazione di riforme che toccano interessi consolidati. Sullo sfondo pesano le relazioni con Washington e i canali di sostegno finanziario aperti negli ultimi mesi.

Trump esulta

Il presidente americano Donald Trump si è congratulato con il suo alleato ultraliberale argentino Javier Milei, che ha vinto le elezioni di medio termine con poco più del 40% dei voti. “Congratulazioni al presidente Javier Milei per la sua schiacciante vittoria in Argentina. Sta facendo un lavoro straordinario! La nostra fiducia in lui è stata giustificata dal popolo argentino”, ha scritto Trump sul suo social network Truth.

I numeri chiave

  • La Libertad Avanza: circa 40,84% a livello nazionale.
  • Peronisti: distanziati, con risultati inferiori nelle principali ripartizioni.
  • Affluenza: circa 67,85%, minimo dell’era democratica.
  • Seggi rinnovati: 127/257 alla Camera; 24/72 al Senato.

Cosa cambia per i prossimi mesi

Il governo dispone di più ossigeno politico per convertire i decreti, spingere privatizzazioni selettive e accelerare su disciplina di bilancio e liberalizzazioni. La tenuta del consenso dipenderà però dalla traduzione rapida dei sacrifici in benefici tangibili: inflazione in calo stabile, salario reale in recupero, servizi essenziali affidabili. Se la rotta reggerà, il 2027 potrebbe aprirsi con un profilo politico rafforzato per il presidente; in caso contrario, la finestra favorevole rischia di richiudersi.

 
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