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Argentina, come va l’esperimento economico di Milei: nessun pasto è gratis

- di: Bruno Coletta
 
Argentina, come va l’esperimento economico di Milei: nessun pasto è gratis
Il Paese registra meno inflazione ma il prezzo da pagare è salato: crollano i mercati e cresce il rischio paese.
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In Argentina il dibattito sulla politica monetaria del governo si fa sempre più acceso. Al centro della questione, la quotazione del dollaro statunitense, che molti economisti considerano sottovalutata. Nonostante le pressioni, il presidente Javier Milei ha ribadito la sua ferma intenzione di non intervenire sul tasso di cambio, per evitare che un dollaro più forte rincari le importazioni e spinga quindi l’inflazione. Tuttavia, questa rigidità non sembra portare benefici all’economia nazionale, come dimostra il recente crollo dei mercati finanziari.
Il quotidiano Clarín ha aperto la prima pagina con un titolo allarmante:Forte flessione della Borsa e dei titoli del debito: il rischio paese ha superato nuovamente i 700 punti”. Nell’articolo, il giornale sottolinea che le azioni delle imprese argentine quotate a Wall Street “hanno perso oltre l’8%, più della media della flessione generale, mentre la retrocessione dei bond del debito è stata di oltre il 2%”. Anche La Nación ha posto l’accento sulla situazione, scrivendo: “È cresciuto di nuovo il rischio paese e sono crollate le azioni”, attribuendo la crisi al “cattivo clima globale” che “ha portato le imprese argentine quotate a New York a perdere fino all’8,5%”.

La strategia di Milei e il peso argentino
Da quando è salito al potere nel dicembre 2023, Milei ha avviato un piano economico radicale basato su austerità fiscale e deregolamentazione. La sua proposta più ambiziosa resta la dollarizzazione dell’economia, ossia la sostituzione del peso argentino con il dollaro statunitense. Tuttavia, la mancanza di riserve adeguate della Banca Centrale ha rallentato il processo, costringendo il governo a una “dollarizzazione spontanea”, in cui i cittadini e le imprese adottano progressivamente il dollaro nelle transazioni quotidiane.
Questa dinamica ha reso l’Argentina il paese più caro dell’America Latina per chi paga in dollari. Secondo un’analisi de El País, un caffè a Buenos Aires costa oggi 3,5 dollari, più che a Bogotá, Città del Messico o Santiago del Cile. Il rafforzamento del peso rispetto al dollaro—con un apprezzamento del 44,2% nel 2024—ha reso la nazione meno competitiva, creando difficoltà per il settore esportatore.
Nonostante il miglioramento dell’inflazione, scesa al 2,2% a gennaio 2025 (il livello più basso da cinque anni), la situazione sociale ed economica rimane complessa. Il taglio della spesa pubblica ha paralizzato numerosi progetti infrastrutturali e sociali. Secondo il quotidiano Página 12,Il governo ha messo in atto la sua minaccia: con il decreto 70/2025 ha riformato la struttura del ministero dell’Economia e, in un’unica mossa, ha cancellato il Segretariato dello Sviluppo territoriale, dell’Habitat e dell’Edilizia abitativa”. Il giornale denuncia che questa decisione ha portato alla sospensione di103.367 opere edilizie, con l’interruzione di oltre 1.800 accordi e 15.000 case finite ma non consegnate”.

Le tensioni con i mercati e il Fondo Monetario Internazionale
Le turbolenze nei mercati finanziari argentini indicano la crescente sfiducia degli investitori verso la strategia economica del governo. Secondo gli analisti, il forte calo dei titoli argentini è dovuto a prese di profitto dopo l’ottima performance del 2024, ma anche alle incertezze sulla politica monetaria e fiscale. Il rischio paese—misurato da JP Morgan—è balzato a 705 punti base, mentre il debito sovrano ha perso in media lo 0,8%.
Gli investitori guardano con attenzione ai negoziati in corso con il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Milei ha dichiarato che l’accordo è quasi finalizzato e che “includerà fondi per capitalizzare la Banca Centrale”, anche se non ha fornito dettagli precisi. Un’intesa con il FMI potrebbe fornire un’iniezione di liquidità cruciale, ma i termini dell’accordo potrebbero comportare ulteriori vincoli di bilancio e nuove misure di austerità.

Il futuro economico dell’Argentina
Il governo Milei si trova di fronte a una sfida complessa: mantenere la stabilità macroeconomica senza aggravare la crisi sociale. La riduzione dell’inflazione e la stabilizzazione del peso sono segnali positivi, ma il rischio di una recessione, il calo degli investimenti e l’erosione del potere d’acquisto restano minacce concrete.
Il presidente Milei ha dichiarato:Non utilizzeremo la politica monetaria e fiscale per cercare di influenzare il risultato elettorale”. Questo messaggio mira a rassicurare gli investitori sulla continuità delle riforme, ma lascia aperti molti interrogativi sul futuro economico del paese.
L’Argentina si trova a un bivio: se Milei riuscirà a mantenere la disciplina fiscale senza compromettere la crescita, il paese potrebbe finalmente uscire dalla spirale dell’instabilità economica. Se invece le tensioni sociali e il crollo dei mercati proseguiranno, il rischio di una nuova crisi sarà inevitabile.

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