Pubblicità ingannevole sugli iPhone: Apple multata per 10 milioni di euro

- di: Emanuela M. Muratov
 
Meno di due settimane fa è arrivata la notizia del caso ora noto come“batterygate”, che ha visto il colosso americano Apple dover risarcire ingenti somme ai propri clienti e pagare importanti multe a seguito di un disservizio che ha colpito diversi modelli di iPhone tra il 2016 e il 2017.

Ebbene il momento "negativo" per l'azienda continua dato che una nuova sanzione è stata imposta da parte dell’Antitrust a carico di Apple Distribution Imternational e Apple Italia, per l'ammontare di 10 milioni di euro. La causa è una pubblicità di iPhone resistenti all’acqua diffusa tempo fa che in queste ore è stata dichiarata ingannevole, soprattutto, dopo che la Apple si è rifiutata di prestare assistenza ai propri clienti nonostante abbia ricevuto molteplici richieste nel post-vendita e periodo di garanzia. I modelli interessati sono: iPhone 8, iPhone 8 plus, iPhone XR, iPhone XR, iPhone XS, iPhone XS max, iPhone 11, iPhone 11 pro ed iPhone 11 pro max.

La pubblicità imputata è di quattro anni fa, lo spot “Tuffo” vede come protagonista un bagnante che, appunto, fa un tuffo in piscina lasciando il suo iPhone 7 su di un tavolino, che riproduce musica in sottofondo. Gli schizzi bagnano lo smartphone senza alcuna conseguenza.

Lo spot vuole evidenziare i nuovi materiali utilizzati e il set di altoparlanti di nuova generazione che non si danneggiano al contatto con un liquido. Alla fine del video, Apple tiene a precisare che “La garanzia non compre danni provocati dai liquidi”. Questa chiara ammissione da parte della casa produttrice è visto come un messaggio ingannevole atto alla vendita. Le immagine mostrano la durevolezza del telefono anche a contatto con l’acqua e Apple ha più volte vantato la caratteristica, una delle tante, di poter resistere fino a 30 minuti sotto l’acqua e, a seconda del modello, ad una profondità fra 1 e 4 metri.

Per tutti questi motivi Altroconsumo ha segnalato lo spot e l’azienda americana al Garante della Concorrenza e del Mercato per “pratica commerciale scorretta” con sospensione immediata del video pubblicitario a cui si aggiunge la pesante multa.
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