America sotto shock: hacker mettono in rete file riservati studenti

- di: Redazione
 
Forse si è toccato veramente il fondo nel torbido mondo degli hacker che hanno messo in rete migliaia di dati sensibili rubati e relativi a minori di Minneapolis dopo che le autorità scolastiche della città del Minnesota hanno rifiutato di pagare un riscatto, seguendo le indicazioni che l'Fbi dà in casi del genere.
Forse parlare genericamente di dati sensibili rende poco l'idea della gravità di quanto accaduto, perché essi riguardano anche le aggressioni sessuali - subite o perpetrare - degli studenti , i ricoveri psichiatrici, i casi di violenze domestiche attribuiti ai genitori, l'assenteismo e persino i tentativi di suicidio.

America sotto shock: hacker mettono in rete file riservati studenti

Da quando i dati sono stati messi in rete, si moltiplicano gli appelli degli studenti alle autorità affinché facciano qualcosa, dicendo che quanto accaduto li sta segnando profondamente, al punto che qualcuno ha confessato di bagnare il letto o di cadere vittime di lunghe crisi di pianto. I file trafugati - contenenti i casi di violenza sessuale, cartelle cliniche e denunce di discriminazione- sono oltre 300 mila e riguardano 36 mila studenti delle scuole pubbliche di Minneapolis.

Oramai le scuole, dove tutto il materiale amministrativo viene digitalizzato, sono diventate i bersagli principali di hacker che spesso operano da altri Paesi. Come la Russia. I distretti scolastici, spesso a corto di fondi, non riescono ad approntare dei sistemi di difesa telematica. A Minneapolis, peraltro, le autorità scolastiche non hanno ritenuto di informare gli studenti dell'accaduto, che in casi del genere (contrariamente a quanto previsto per gli ospedali) non è un obbligo.

Quanto accaduto non è un caso isolato. Lo scorso fine settimana, un altro cyber-attacco ha colpito il distretto scolastico unificato di Los Angeles, con i documenti riservati di oltre 1.900 ex studenti - tra cui valutazioni psicologiche e cartelle cliniche - che sono finiti online.
Lo stesso di recente è accaduto in distretti scolastici a San Diego, Des Moines e Tucson, e anche in questi casi le autorità sono state criticate per non avere subito ammesso d'essere stati colpiti da ransomware e quindi per non avere avvertito le vittime.

Secondo un analista di sicurezza informatica, sono già più di cinque milioni gli studenti cui sono stati rubati i fascicoli personali, dal momento che, alla fine del 2021, un distretto scolastico su tre era stato attaccato telematicamente. I criminali del furto di Minneapolis, peraltro, hanno seguito uno schema molto aggressivo, condividendo collegamenti ai dati rubati su Facebook, Twitter, Telegram e il dark web, a cui i browser standard non possono accedere.
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