Ambiente: gli oceani invasi da 1,5 miliardi di mascherine anti-Covid

- di: Brian Green
 
L'uso di mascherine durante la pandemia di Covid-19 ha fatto crescere esponenzialmente la minaccia, immediata e a lungo termine, alla vita negli oceani causata dai dei rifiuti di plastica.
Il materiale utilizzato per realizzare questi dispositivi - uretano, polipropilene e poliuretano - può impiegare secoli per decomporsi nell'ambiente naturale.
Un gruppo ambientalista ha stimato che oltre 1,5 miliardi di maschere per il viso sono entrate negli oceani nell'anno in cui è iniziata la pandemia.

In Giappone, dove l'uso delle mascherine era normale anche prima dello scoppio della pandemia, la situazione è diventata preoccupante. La fondazione ambientalista Kanagawa Coastal - che da trent'anni è impegnata nella pulizia di 150 chilometri di costa a sud di Tokyo - sostiene che il volume delle maschere portate a terra dal mare è molto aumentato dall'inizio della pandemia.
Il fenomeno in Giappone è guardato con grande apprensione, dal momento che le sue conseguenze (migliaia e migliaia di mascherine, con bottiglie e sacchetti di plastica, raggiungono la terra quotidianamente) sono evidenti nel corso degli ultimi mesi.

OceansAsia, un gruppo di conservazione marina con sede a Hong Kong, ha stimato, alla fine dello scorso anno, che 1,56 miliardi di maschere per il viso non trattate sono entrate negli oceani nel 2020 durante la pandemia.
La cifra si basava su dati di ricerche di mercato, che affermavano che 52 miliardi di maschere per il viso sono state prodotte a livello globale nel 2020. Una singola maschera pesa da 3 a 4 grammi, il che significa tra 4.680 e 6.240 tonnellate di rifiuti marini aggiuntivi in un anno, secondo OceansAsia.

Un gruppo brasiliano di salvaguardia del mare, in un rapporto dello scorso settembre, ha segnalato che una maschera facciale era stata trovata nello stomaco di un pinguino, trovato a riva nello stato di San Paolo.
Le maschere di plastica possono andare alla deriva per lunghi periodi nell'oceano. Si decomporranno gradualmente a causa dell'esposizione a onde e venti e si trasformeranno in microplastiche. Questo processo - secondo alcune stime - può richiedere circa 450 anni. I problemi ambientali proseguiranno nel tempo perché le microplastiche sono difficili da raccogliere e vengono mangiate dai pesci più piccoli, che le scambiano per plancton. Le microplastiche possono quindi essere passate nelle catene alimentari, quindi anche agli esseri umani.
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