Alimentazione: gli universitari di Berlino dicono no alla carne

- di: Redazione
 
Sia che si tratti di una scelta dettata da una idea ben precisa di una corretta alimentazione oppure che si vogliano seguire mode alimentari, la decisione degli studenti berlinesi di accantonare, nei limiti della ragionevolezza, l'uso della carne nelle loro mense ha destato un'attenzione anche al di fuori dei confini tedeschi. Una scelta che tiene conto non soltanto dal mutare dei gusti dei ragazzi che frequentano gli atenei della capitale tedesca, quanto della convinzione che bisogna dare credito agli studi che alzano l'allarme su un consumo eccessivo eccessivo di carne.

Quindi, dai menu destinati ai ragazzi che frequentano mense e caffè delle università della capitale spariranno - anche se non completamente - quei piatti della tradizione gastronomica tedesca che sino a ieri erano ritenuti (parliamo in particolare dei currywurst e degli schintzel) immancabili per un pasto degno di questo nome.
Ma questo accadeva sino a ieri, perché già due anni fa un sondaggio condotto tra le migliaia di studenti degli atenei berlinesi mostrava un quadro ben diverso, con il 13,5% degli intervistati che si diceva vegano e il 33% che si definiva convintamente vegetariano. Numeri sui quali è stata avviata una riflessione, soprattutto dalle potenti associazioni studentesche, che sono molto sentite dai vertici universitari e che hanno spinto a modificare i menu in modo da consentire, a chi lo voglia, di mangiare quello che ritiene meglio per il suo organismo.

Quindi, via libera a legumi e verdure, peraltro già presenti nei menu, ma che ora scalzeranno la carne come piatto principale.
Una ''rivoluzione'' che partirà a breve quando, nelle prossime settimane, riprenderanno i corsi universitari e, con essi, torneranno alla piena attività tutte le strutture degli atenei, bar e mense compresi. Che la rivoluzione sia, veramente, gastronomicamente copernicana lo si deduce anche dalle percentuali che, nelle future liste dei 'piatti del giorno', avranno le pietanze. Il 68% di esse sarà composto da piatti vegani e il 28% da pietanze totalmente vegetariane. Resta un 4% da attribuire, paritariamente, a piatti a base di carne o pesce. Tanto per essere più precisi 341 menu saranno vegani (288 senza glutine), 145 vegani (108 senza glutine), 6 a base di carne e altrettanti a base di pesce.

Questa nuova politica alimentare d'altra parte non sorprende perché in Germania l'1,6% della popolazione si dice convintamente vegano, mentre la percentuale dei vegetariani è del 10%.
Questa sterzata nel consumo della carne, inoltre, trova fertile terreno in una coscienza ambientalista che in Germania sta prendendo sempre più piede. Solo per restare nel settore delle università di Berlino, la Humbolt entro di 2030 sarà ''climaticamente neutra''. Traguardo che l'Università tecnica ha fissato per il 2045.
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