Unilavoro PMI: via le restrizioni, rallentano la ripresa

 
Dal 1° aprile niente green pass per le attività all’aperto: da bar e ristoranti fino a spettacoli e sport. Mentre per le attività al chiuso dovrebbe rimanere il certificato verde base, che potrebbe essere rimosso un mese dopo. Queste le ipotesi del Governo sul nuovo decreto in materia di certificazione verde che uscirà nei prossimi giorni.

Tra le ipotesi, anche la possibilità di sostituire il green pass rafforzato con quello base per i trasporti pubblici e gli alberghi.

“L’eliminazione della certificazione verde – sostiene Mirco Ghiotti, Vicepresidente Nazionale di Unilavoro PMI - rientra tra le misure necessarie ad incentivare il turismo e ad eliminare il paradosso dei turisti stranieri che possono arrivare nel nostro Paese dopo aver fatto un tampone negativo ma non possono spostarsi con i mezzi pubblici se non vaccinati o guariti dal Covid. Inoltre, se dovesse rimanere l’obbligo di green pass base per gli alberghi, i turisti sarebbero costretti a sottoporsi a test continui durante il soggiorno e pertanto orientati a prediligere altre mete”.

Secondo i dati dell’Istat da gennaio a settembre dell’anno scorso le presenze negli esercizi ricettivi sono diminuite del 38,4% (145 milioni in meno) rispetto allo stesso periodo del 2019 e gli arrivi del 46,5%. Tra le componenti della domanda turistica, è quella estera ad avere maggiori difficoltà di ripresa (meno 56,1% di presenze) rispetto a quella domestica (meno 20,3%).

“Siamo perfettamente consapevoli – prosegue Ghiotti - di come i continui cambiamenti nella road map del green pass abbiano frenato gli investimenti delle aziende e le spese dei consumatori. A questo proposito è fondamentale che il Governo garantisca una stabilità di visione a medio-lungo termine, che non riguarda solo i turisti ma anche le aziende stesse le quali, già in difficoltà a reperire personale, hanno bisogno di certezze per poter investire e assumere”.

Nel frattempo è incrementato di 100 milioni di euro per l’anno corrente il Fondo unico nazionale del turismo. Riuscirà questa cifra a supportare la ripresa?

“Purtroppo il turismo è costretto a rialzarsi con le proprie gambe perché i provvedimenti fatti finora sono insufficienti e non coprono minimamente le perdite avute. Un’aggiunta di 100 milioni di euro è inutile per un settore che nel nostro Paese conta migliaia di imprese, impiega milioni di addetti e produce un fatturato di miliardi di euro”.

Per concludere il Vicepresidente Nazionale lancia un appello al Governo: “Gli ultimi due anni sono stati i più difficili di sempre per il comparto turistico, non perdiamo l’occasione per farlo ripartire!”.
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