Turismo, Sindacati confermano allarme per Roma e Lazio. Senza tutele sarà mobilitazione

 
“Bloccare i licenziamenti e definire con urgenza misure di protezione e sostegno specifico o sarà crisi occupazionale senza precedenti per Roma e Lazio”.

Non hanno dubbi  Alessandra Pelliccia, Stefano Diociaiuti e Giuliana Baldini, Segretari Generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs di Roma e Lazio, che lanciano l’allarme rispetto alla crisi del sistema turistico territoriale.

“Nei giorni scorsi, diverse aziende alberghiere romane hanno lanciato il primo inequivocabile segnale, avviando procedure di licenziamento collettivo che interessano tutto il personale. Moltissime altre si stanno attivando nella stessa direzione. Rischiamo che i licenziamenti nel sistema turistico romano – e non solo – si moltiplichino nelle prossime settimane: la stima dell’Ente bilaterale del Lazio parla di 8000 lavoratrici e lavoratori a rischio, per questo serve un intervento immediato o la bomba occupazionale rischia di esplodere.

La riforma degli ammortizzatori sociali approvata dal Governo ha tratti inclusivi ed estende le tutele, ma non basta da sola a gestire la fase di transizione e l’emergenza contingente, soprattutto in una realtà come Roma: occorre indirizzare al settore, con urgenza, il fondo di 700 milioni stanziato in Legge di bilancio, attivando una nuova cassa/FIS Covid, retroattiva dal 1° gennaio e che garantisca copertura fino almeno al 30 giugno, con contestuale blocco dei licenziamenti.

Importante il segnale che arriva da Roma Capitale, con le dichiarazioni degli Assessori Pratelli e Onorato: Roma ha bisogno di interventi mirati e di un’azione corale. Istituzioni, a tutti i livelli, e parti sociali devono lavorare nella stessa direzione.

Positiva la scelta di convocare un consiglio comunale straordinario sulla crisi del turismo romano, con i ministri competenti, che va rafforzata, dal nostro punto di vista, dalla conclusione del confronto con la Regione Lazio, per la definizione del Patto per il Lavoro nel Turismo, con tutte le parti sociali.

Infine – sia chiaro da subito -, le impres, non possono e non devono usare la fase di crisi in corso per giustificare interventi sul personale che possono essere evitati: ristrutturazioni aziendali e riconversione del sistema turistico possono essere accompagnate prorogando le misure di cassa integrazione/FIS Covid o comunque con altri strumenti conservativi. Questa è la strada da percorrere, servono segnali di responsabilità da parte di tutti gli attori sulla scena, o la crisi rischia di determinare effetti irreversibili per la tenuta occupazionale e sociale del territorio, un rischio che non ci possiamo permettere e per scongiurare il quale non esiteremo a mobilitarci.”
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