Tim nel mirino del Fondo Usa Kkr: i commenti delle principali agenzie di rating

- di: Radiocor
 
Equita SIM

"Le dichiarazioni del governo sono al momento favorevoli. La reazione dei partiti politici e' invece a nostro avviso il punto chiave da valutare, cosi' come quella degli azionisti". Questo il primo commento di Equita Sim sulla proposta di KKR pronta a lanciare una offerta amichevole su Tim una volta ottenuto il via libera da cda, management e dal Governo italiano. "Vivendi (23,9%) detiene oggi un potere di veto di fatto sulle operazioni straordinarie - osserva la sim sulla posizione del primo azionista attuale del gruppo di tlc - Pensiamo che possa essere tentata di accettare l'offerta negoziando la migliore uscita possibile. Tuttavia finora ha commentato che e' improbabile che sostenga l'offerta". Se Cdp (9,8%) accettasse l'offerta di KKR, "eliminerebbe l'impasse strategica di avere una posizione sia in Tim che in Open Fiber, rimanendo esposta solo a Open Fiber e mantenendo l'opportunita' di rilanciare il progetto rete unica, soprattutto se KKR fosse a favore di una scissione della rete o fosse costretto a cedere il controllo della rete per il Golden Power". Equita e' scettica sulla possibilita' che altri fondi di investimento possano intervenire sul dossier Tim: "Pensiamo che offerte competitive siano improbabili data la complessita' della situazione, anche se altri fondi stanno valutando il dossier secondo Bloomberg (CVC, Advent) e quindi non sono da escludere, anche alla luce della posizione di apertura del governo".

Banca Akros

Il ruolo di Cdp fondamentale per il tema della rete infrastrutturale e le potenziali mosse di Vivendi. Sono questi i due nodi, secondo gli analisti di Banca Akros, da cui potrebbe dipendere la soluzione del rebus Tim dopo l'offerta del fondo KKR. "Fino ad oggi tendevamo a credere che una offerta estera su Tim non avrebbe potuto superare le condizioni della Golden Power visto l'insieme di asset strategici coinvolti - scrivono gli analisti della banca d'investimento - E' probabile che il coinvolgimento di un istituto di finanza pubblica come Cdp aiuterebbe a indirizzare la questione della proprieta' della rete con un potenziale carve-out completo". Su Vivendi, Akros sottolinea che se, alla luce delle condizioni dell'offerta (KKR punta al 51%), la posizione di Vivendi non e' essenziale perche' l'operazione vada in porto, tuttavia una posizione contraria dei francesi alimenterebbe la speculazione su possibili controofferte. Akros ha un target price di 51 centesimi per azione a fronte di una media di target price dei broker (pre-offerta KKR) di 44 centesimi.

UBS

La valutazione Ubs del titolo Tim, che era 'sell', e' "in corso di revisione" dopo la manifestazione di interesse da parte del fondo Kkr per il 100% di Telecom Italia. "Quali - si chiede Ubs - potrebbero essere gli ostacoli all'offerta di Kkr? Riconosciamo che alcune condizioni devono essere soddisfatte e alcuni ostacoli superati, tuttavia l'offerta di Kkr sembra avere solide basi". Il premio e', ad esempio, "al di sopra della maggior parte dei recenti delisting registrati nel settore delle telecomunicazioni nell'Ue". Telecom Italia, ricorda Ubs, e' inoltre "soggetta ai poteri speciali del Governo" e non si esclude "che alcuni partiti politici possano opporsi all'operazione. Tuttavia notiamo come il governo Draghi abbia una forte cultura di mercato e vediamo spazio per trovare un terreno comune tra il Governo e il fondo sulla rete di accesso fissa". Quanto a Vivendi, primo socio di Tim, Ubs sottolinea che "secondo la stampa Vivendi sta lavorando su una potenziale controfferta. Al momento la visibilita' e' limitata, notiamo che Kkr puo' sfruttare le sue credenziali forti e la sua partecipazione del 37,5% in FiberCop". Riguardo alle prospettive di successo per l'azienda, "al momento non c'e' visibilita' sul piano di Kkr, tuttavia notiamo che un fornitore di capitale privato esperto come Kkr potrebbe rivelarsi una soluzione migliore per supportare il turnaround di Telecom Italia". grazie "al suo lungo orizzonte di investimento, alle sue ampie risorse finanziarie e alla flessibilita' extra consentita dal delisting" previsto nella manifestazione di interesse presentata dal fondo.

Mediobanca Securities 

Mediobanca Securities suggerisce di puntare sulle Tim risparmio come migliore via per affrontare in Borsa il nuovo scenario aperto con la proposta di opa arrivata da KKR per il gruppo tlc. "Il nostro consiglio e' maneggiare con cura" scrive Fabio Pavan nel report odierno (Mediobanca Securities ha una raccomandazione "neutral" con target a 0,44 euro) sottolineando come la via piu' cauta per scommettere sul titolo e' quella delle azioni risparmio che offrono buona protezione in virtu' del rendimento dei dividendi attesi. Per l'analista l'offerta di KKR conferma l'appetito dei private equity per il settore delle telecomunicazioni e non solo per le attivita' infrastrutturali, mentre in merito alle caratteristiche dell'offerta occorre tenere presente che e' "indicativa e non vincolante", che sara' necessaria una due diligence di quattro settimane e che lo stesso prezzo sara' riconosciuto alle azioni ordinarie e alle risparmio. Mediobanca Securities segnala inoltre che andra' posta attenzione alle possibili ricadute su due partecipate di peso di Tim: Tim Brasil, controllata al 67%, e Inwit di cui Tim e' azionista attraverso il veicolo Daphne 3. Daphne 3 ha il 30,2% di Inwit, Tim ha il 51% di Daphne.

Bestinver 

Una volta che sia chiara la posizione del Tesoro rispetto alla proposta di KKR e sulle condizioni per l'operazione "non sarebbe strano vedere offerte competitive da altri player, private equity o industriali". Gli analisti di Bestinver non escludono quindi una serie di rilanci su Tim dopo la proposta preliminare di KKR anche alla luce del fatto che in Borsa i prezzi non stavano riflettendo neanche lontanamente il valore della societa'. Per Bestinver e' improbabile che il Governo italiano utilizzi i poteri di Golden Share per bloccare l'operazione di KKR visto che il fondo Usa e' gia' partner di Tim nella rete secondaria.

Intermonte

Una "offerta jumbo" da parte di KKR da considerare preliminare perche' potrebbe anche aumentare sia per catturare ulteriori fattori potenziali di upside (dalla valorizzazione della rete e di Noovle all'M&A in Brasile) sia per contrastrare eventuali contro offerte. E' questo il giudizio di Intermonte sulla proposta amichevole messa sul piatto dal fondo americano per il gruppo di telecomunicazioni. Intermonte, prima della manifestazione di interesse arrivata al cda, aveva gia' un target di 50 centesimi (praticamente lo stesso prezzo proposto dal fondo) e ora alzato a 55 centesimi. Gli analisti che firmano il report, Giorgio Tavolini e Andrea Randone, evidenziano che la soglia target posta da KKR, cioe' il 51% di Tim, dovrebbe ridurre il rischio di fallimento dell'operazione visto che sarebbe alla portata anche in caso di una posizione contraria di Vivendi o di Cdp, che potrebbero anche restare azionisti. Ma "il diavolo e' nei dettagli", si sottolinea nel report, ed e' quindi probabile che nelle prossime quattro settimane salga la temperatura del dibattito politico su Tim. Una Tim privata sarebbe, secondo Intermonte, lo scenario favorevole per un break up della societa' - in due distinte compagnie focalizzate su servizi e su rete - e accelererebbe il progetto della rete unica.

Hsbc

Hsbc aggiorna la sua valutazione sul titolo Telecom Italia, alzandola a "buy'. "Riteniamo - si legge nel report - che l'interesse M&A intorno a Telecom Italia potrebbe ora supportare almeno una valutazione di 2022e Ev/Ebitda multiplo di 4,9x, che e' il multiplo implicito dell'offerta indicativa Kkr a 0,505 euro". Il fondo statunitense Kkr ha presentato una manifestazione di interesse in contanti amichevole, non vincolante e condizionata, finalizzata al delisting di Telecom Italia. "L'approccio di Kkr - scrive Hsbc - arriva dopo mesi di intensa incertezza operativa e strategica"; inoltre "il percorso verso un'offerta formale potrebbe non essere certo, ne' veloce, ma pensiamo che l'offerta sia articolata e credibile e dovrebbe innescare reazioni da parte delle parti interessate e controparti". Vivendi, il primo socio, "la cui quota del 23,9% in Telecom Italia e' stata costruita a un prezzo medio che stimiamo essere sopra un euro per azione, potrebbe non necessariamente trovare l'offerta attraente". Vivendi "potrebbe eventualmente dover decidere se sostenere il piano di Kkr (ammesso che un'offerta sia formalizzata) o opporvisi; in quest'ultimo caso, Vivendi potrebbe dover presentare un piano alternativo". E' importante "sottolineare che il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha detto che 'l'interesse degli investitori istituzionali a fare investimenti nelle maggiori aziende italiane e' una notizia positiva per il Paese''.
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