Superbonus e cashback, il Ministro Franco fischia la fine

 
Per il ministro dell’Economia la prima misura ha "un costo stratosferico e il settore non può crescere a dismisura”, mentre la seconda “è stata importante e non strutturale”.

Il superbonus è insostenibile nel lungo periodo, il cashback non può essere una misura strutturale, mentre sulle cartelle esattoriali bisogna tornare presto alla normalità. Ha tenuto fede al suo cognome, in audizione davanti alle commissioni di Camera e Senato sulla nota di aggiornamento al Def, il ministro dell'Economia, Daniele Franco. In particolare, appunto, sugli strumenti scelti in piena pandemia per sostenere l’economia, tra i quali il superbonus, che ha "un costo stratosferico. Se lo Stato paga integralmente o più che integralmente la spesa l'effetto sui conti e sul debito è serio". Certo, esiste un effetto positivo sull'andamento dell'economia ma "bisogna tenere a mente che il settore non può crescere a dismisura”. In ogni caso nella prossima manovra dovrebbe essere prevista l’estensione al 2023.

Più incerta la sorte del cashback, definito “uno strumento che è stato molto importante per muovere verso i pagamenti elettronici e contenere l'evasione, ma c'è un'analisi costi-benefici da fare, nel prorogarla bisogna valutare gli uni e gli altri. Può essere – ha avvisato Franco - che servano aggiustamenti, ma è stata una misura importante e non strutturale. Bisogna vedere se siamo arrivati al punto da raggiungere o serve un altro utilizzo".

Stessa musica, infine, sulla rottamazione e una nuova diluizione delle cartelle esattoriali reclamata a gran voce dalla Lega: "stiamo valutando se qualche ulteriore spalmatura degli oneri fiscali possa essere considerata", ma "bisogna muovere gradualmente verso una situazione di normalità in cui famiglie e imprese pagano le cartelle”.
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