Superbonus: torna il 110%, ma non per tutti

- di: Mutuionline
 
Le trattative in corso tra il governo italiano e la Commissione europea promettono di riportare in auge il Superbonus 110%, dopo una serie di restrizioni normative e regolamentari che negli ultimi tempi avevano reso particolarmente ostico l’accesso.

Nuove risorse per l’efficienza energetica

Da tempo l’esecutivo italiano è al lavoro per modificare il perimetro di intervento del Pnrr, sia per ragioni di scelta politica (alcune destinazioni al posto di quelle stabilite dal governo Draghi), sia per la consapevolezza che la messa a terra di alcuni progetti si sta rivelando più ostica delle previsioni e rischia di risolversi in un nulla di fatto.

Così, in vista della quarta rata dei prestiti/finanziamenti europei, si punta a rafforzare le dotazioni per l’efficienza energetica degli immobili, considerato anche che la stessa Ue sta lavorando a una direttiva per alzare l’asticella delle classi energetiche, con l’obiettivo di abbattere le emissioni inquinanti degli immobili.

Indirizzare più risorse sugli incentivi, è il ragionamento del governo, garantisce che i soldi siano spesi, e in fretta, perché agganciati a meccanismi automatici.

In vista nuove disponibilità per 3 miliardi di euro

Secondo rumors, potrebbero essere liberati fino a 3 miliardi di euro da destinare al Superbonus 110%. Da qui la scelta di limitare le condizioni di accesso, iniziando dagli incapienti ovvero coloro che hanno un reddito così basso da non presentare denuncia dei redditi o, comunque, non beneficiare di detrazioni. E, per questa ragione, fin qui non avevano potuto beneficiare degli incentivi.

Quanto agli altri, si va verso una conferma delle regole attuali, secondo le quali il Superbonus proseguirà con una detrazione del 90% nell’anno in corso e del 70% nel 2024. Le limitazioni non finiscono qui, dato che i benefici dovrebbero essere ammessi solo nei condomini, nelle case popolari e nelle residenze sanitarie assistite. Niente villette, dunque.

Probabile la proroga per i cantieri già aperti

Inoltre, si sta ragionando su un possibile limite anche in merito alla tipologia di lavori ai quali destinare il massimo dell’incentivo. L’ipotesi è di limitarla solo agli interventi di efficientamento energetico, lasciando fuori la sostituzione delle caldaie a gas con altri impianti alimentati con il medesimo carburante, anche se più efficienti.

Un’altra opzione allo studio – ma tutto dipenderà dalle risorse effettivamente a disposizione – riguarda la possibile proroga dei lavori già in corso. Molti cantieri, dopo le problematiche dei mesi scorsi, avranno difficoltà a rispettare la scadenza di fine 2023, indispensabile per mantenere lo sgravio del 90%. Al momento l’ipotesi su cui si ragiona è quella di una proroga di tre mesi, probabilmente accompagnata da una certa percentuale di stato di avanzamento dei lavori.

Riordino degli incentivi immobiliari

Dall’Ance (l’associazione dei costruttori) è arrivato il sostegno a queste ipotesi, ma con la sottolineatura che la sola proroga non risolve i problemi, se non si trova una soluzione per sbloccare i crediti incagliati.

Intanto lo stesso esecutivo lavora a un riordino generale degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica in campo immobiliare. Anche in questo caso, dato lo stato precario dei conti pubblici, l’orientamento è di fissare dei paletti reddituali, a tutela di quelli più bassi.

Un’altra proposta di legge punta, invece, su un unico bonus del 60% per la riqualificazione energetica e antisismica, da portare al 100% per lavori eseguiti sulle prime case in classe G dai redditi bassi. E con la possibilità, per questi ultimi, di utilizzare sconto in fattura e cessione del credito.

In questo quadro potrebbe rientrare una moratoria per coloro che non sono riusciti a incassare i crediti maturati dal Superbonus. Niente pignoramenti, dunque, e ritiro delle segnalazioni alla centrale rischi dei soggetti inadempienti, che incidono sulla possibilità futura di accedere a mutui e prestiti.
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