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Son tutti bravi nei condomini degli altri

- di: Barbara Leone
 
L’amore lo scegli ma i vicini li subisci, diceva qualcuno nel film “Tutti pazzi per amore”. Tutti, più o meno l’abbiamo provato sulla nostra pelle. Ma se farsi valere con un vicino molesto è già di per sé fisiologicamente difficile, figuriamoci quanto possa essere complicato, per non dire impossibile, quando quel vicino di casa si chiama Fiorello. Proprio lui: il mattatore e re degli showman per eccellenza. Un vicino illustre, dunque, e part-time per gli abitanti di Via Asiago, che dallo scorso si sono ritrovati, ob torto collo, attori e spettatori del suo successo targato “Viva Rai2”. Un programma che in realtà è nato radiofonico addirittura all’alba del nuovo Millennio allorquando il buon Fiore, reduce del mega successo di “Stasera pago io”, si buttò a capofitto nella radio con un format che gli calzava a pennello: gag, imitazioni, ospiti speciali e irresistibili boutade alla Fiorello maniera. Il tutto accompagnato da una chiassosa band guidata da Enrico Cremonini e dall’eterna (fino a quel momento, perché poi litigarono di brutto) spalla: il fidatissimo Marco Baldini. A raccontarlo oggi sembrano i tempi delle guerre puniche, ma all’epoca fecero il botto in termini di successo e di ascolti, che in radio non è mai cosa scontata. Ovviamente la trasmissione si faceva in diretta da Via Asiago, sede storica di tutti i programmi radiofonici Rai. Fin qui la storia, che chi ha capelli bianchi e memoria a sufficienza ricorderà benissimo. Traslocando in tv il format è rimasto più o meno quello. Perché è Fiorello stesso ad esser rimasto più o meno quello: un intrattenitore che senza dubbio non ha eguali. Ma, diciamoci la verità, sempre con lo stesso copione. Cambiano i protagonisti, gli ospiti, i bersagli e i mezzi ma la minestra, ottima ottimissima, resta sempre quella. Insomma noi a Rosario Fiorello gli vogliamo un gran bene, e lo dichiariamo chiaro e tondo. Ma a sto giro l’ha fatta fuori dal vasino. Perché, sicuramente in buona fede, ha perso il controllo della situazione. Negli ultimi tempi, infatti, “Viva Rai2” era diventato l’incubo dei residenti di Via Asiago e limitrofi. Tutto perché non gli bastava star negli studi. Voleva andar tra la gente, invitarla a quintalate, con orde di giovani che bivaccavano lì per ore ed ore pur di vedere i loro idoli. Perché i suoi ospiti sono sempre stati il top. E con tanto di passerella sulla strada. Piccolo dettaglio: tutto sto carrozzone all’alba. Perché il programma andava in onda dalle 7.15 fino alle 8. Voi direte: vabbè, ma a quell’ora siamo nel vivo delle trattative con la giornata. Soprattutto a Roma, una città che praticamente non dorme mai. E però mettetevi, mettiamoci, nei panni di chi lì ci vive. Di chi magari torna a casa dopo un turno di notte in ospedale, di chi si alza già con il culetto storto e deve sciropparsi un baccano senza fine sotto le proprie finestre. O chi esce di casa ed è costretto a fare lo slalom tra la folla per prendere un caffè al bar o raggiungere il parcheggio. O, molto più semplicemente, pensiamo alla sporcizia lasciata da queste piccole tribù presumibilmente non di rado incivili. Chi paga, di grazia? E direte ancora voi: vabbè, ma già Roma fa schifo. Appunto. Ci manca l’aggiunta, come il latte dei bebè. Per farla breve, i residenti di Via Asiago si son fatti girare il chiccherone minacciando azioni legali e quant’altro. Stop, chiuso, fine della trasmissione. Perlomeno lì. Fiore, perché non poteva fare altrimenti, si è scusato per i disagi che hanno dovuto subire i suoi “vicini di casa” assicurando che stanno cercando un’altra location. Tutti contenti? Non proprio.

Fiorello lascia..finalmente..via Asiago

Perché est modus in rebus. Come sempre. Le scuse lui le ha fatte, sì. Ma, tra le righe, anche un po’ a presa per i fondelli. Della serie che palle ste lagne di condomini, il sottotesto era più o meno questo nel video postato sui social. E giù commenti scritti con lo stampino: Fiore vieni a Tor Bella Monaca, Fiore vieni alla Finocchio (ridente borgata romana), Fiore vieni a Canicattì, Fiore vieni a Bolzano visto che quelle amebe non ti vogliono. E non ti meritano. Ma qui non è una questione di volere, né tanto meno di meritare. E’ una banalissima questione di vivere civile. Perché Fiorello è non bravissimo, di più e su questo non ci piove. Così come nessuno mette in dubbio che la tv, quando fatta bene come nel suo caso, è un bel passatempo. C’è un però. E’ tutto bello quando lo si desidera. Quando sei tu che scegli se spegnere la tv o abbassare l’audio. Una giornata di canti e balli sotto casa ogni tanto può anche far piacere. Ma essere obbligati ad assistervi inermi e impotenti dalle prime ore del mattino e per un’altra buona parte della mattinata (perché non c’è solo il tempo della diretta, ma anche e forse soprattutto un prima e un dopo) è una tortura intollerabile. Forse sembrerà strano, ma molti fanno lavori al di fuori del rutilante mondo dello spettacolo. Lavori che implicano orari ed obblighi ben diversi, e necessitano di risposo e quiete. Che non vuol dire dover per forza vivere in un casale sperduto nelle campagne umbre. Anche a Roma abbiamo diritto a dormire, guarda un po’. O a svegliarci coi nostri ritmi, lentamente, senza dover per forza bestemmiare sant’archippo di prima mattina. Che magari per il nervoso ci cade pure il caffè, l’ultimo, e manco al bar possiamo andarlo a prendere per il casino che c’è. E ci scommetto: tutti quelli che “Fiore vieni da noi” sono magari gli stessi che rompono gli zebedei se i ragazzini giocano a pallone in cortile o il cane abbaia sul balcone. La verità è che son tutti bravi nei condomini degli altri. Forti coi deboli, e deboli coi forti. E invece la legge, del condominio e non, dev’essere uguale per tutti. 
Tags: fiorello
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