Scalinata di Trinità dei Monti, ancora danni in una città agonizzante

- di: Barbara Bizzarri
 
Come se non bastassero i cumuli di spazzatura, Roma è funestata anche dalla presenza di vandali, italiani e soprattutto stranieri, che stanno man mano disselciando e distruggendo monumenti che costituiscono la bellezza e il richiamo più importante della Capitale. La scalinata di Trinità dei Monti, ultima di una lunga serie di atti vandalici, presenta lesioni riparabili con 65mila euro di fondi pubblici, una vera assurdità: chi rompe paga e i cocci sono suoi. Permettere a chiunque di fare danni senza ottenere risarcimenti è folle, senza eccezioni. Anni fa, tifosi olandesi su cui, in altri Paesi, avrebbero sparato a vista, devastarono la Barcaccia, oggi e a cinque anni di distanza dal restauro finanziato da Bulgari con un milione e mezzo di euro, i tecnici della Soprintendenza dovranno intervenire di nuovo a causa della follia dei turisti. Il 12 maggio scorso, un saudita in vacanza a Roma era finito sulla scalinata al volante di una Maserati: fuggito dopo l’incidente, è stato recuperato dagli agenti il giorno dopo a Malpensa mentre riconsegnava l’auto al noleggio prima di salire sull’aereo, se l’è cavata con un “non l’ho fatto apposta, è stato un errore” ed è tornato a casa sua, dove per un gesto del genere si rischiano frustate su pubblica piazza, mentre qui neanche un buffetto sulla guancia.

Intanto, la sua manovra sconsiderata ha provocato la rottura in più parti di diversi gradini, mentre qualche giorno fa due turisti americani hanno lanciato i monopattini sulla scalinata, quattrocento euro di multa, che presumibilmente non sarà mai pagata. È davvero molto grave che non ci sia alcun tipo di controllo sui monumenti della Capitale: perché non c’è nessuno che vigila? Perché, per quanto riguarda la tutela della res publica non esiste alcun tipo di sorveglianza né di azione, e invece per controllare green pass e mascherine il personale si è trovato eccome? Ah, saperlo. Una vergogna vera e propria: duole dire che se ciò accadesse all’estero e in particolare nei Paesi di provenienza di questi nuovi barbari, i colpevoli sarebbero buttati in galera e rilasciati, forse, dopo il pagamento di sanzioni pesantissime per compensare i danni. Dal 2019 è vietato sedersi sulla scalinata: si tratta soltanto di un palliativo, non è sufficiente per la difesa di un’opera senza pari al mondo, inaugurata nel 1725 da Papa Benedetto XIII e progettata per collegare piazza Trinità dei Monti a Piazza di Spagna, che deve essere custodita, come tutte le altre, con un’azione di controllo rigorosa ed efficace. Stanno mettendo a ferro e fuoco le nostre città: sarebbe ora di intervenire. Questo rientra nel più ampio discorso di Roma, ormai trattata e gestita come una città da quarto mondo e non come la Capitale d’Italia e di uno Stato europeo. Ben altri rischi si corrono quando all’estero sia danneggiano i beni pubblici, concetto che qui è totalmente avulso dalla mentalità comune, a partire da autobus, mura, treni imbrattati. Chi ferisce Piazza di Spagna, il Colosseo, Pompei e ogni meraviglia storica e artistica d’Italia ferisce ogni cittadino impunemente, e questo non è più tollerabile: le istituzioni devono agire, e con urgenza.
 
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli