Sbarra (CISL): “Caro energia insostenibile. Serve un nuovo provvedimento d’urgenza del Governo"

 
“Davanti a noi c’è il pericolo di un terribile “autunno freddo”. Il caro energia sta diventando insostenibile per gran parte del mondo produttivo non solo per le filiere “energivore” come siderurgia, metallurgia e lavorazioni meccaniche, ma anche per la produzione di macchine utensili, per la componentistica automotive, per l’elettrodomestico, per il cuore del manifatturiero. E soffrono anche terziario, turismo, commercio”. È l’allarme lanciato oggi dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervenuto ad Amelia al tradizionale seminario di studio e di riflessione della Fim Cisl.

“Il governo Draghi è chiamato al disbrigo degli affari correnti ma ha la piena facoltà di adottare atti urgenti per fronteggiare le emergenze nazionali, quelle derivanti dalla crisi internazionale e la situazione pandemica -ha aggiunto il leader Cisl-. La “guerra dell’energia” non si può che affrontare a livello europeo, con un accordo che fissi un tetto al prezzo del gas importato, una politica fiscale ed energetica comune, diversificando gli approvvigionamenti e definendo un “Recovery plan” specifico per sostenere le trasformazioni industriali, tecnologiche ed ambientali, a cui aggiungere anche il rifinanziamento del Fondo Sure.

Serve soprattutto un nuovo provvedimento d’urgenza del governo che metta in fila alcuni interventi improrogabili. Occorre sostenere le aziende energifere e tutte le altre imprese fortemente massacrate dall’aumento dei prezzi energetici che determinano pesanti ricadute sulla produzione e sull’occupazione. Bisogna valutare l’introduzione di nuovi sostegni e ammortizzatori, sul modello cassa-Covid, da condizionare all’impegno delle aziende a non licenziare.

Per sostenere le famiglie serve incrementare la soglia Isee fissata per gli sgravi in bolletta e permettere l’acquisto in esenzione IVA di beni essenziali e di largo consumo per le famiglie con reddito basso. Rinnoviamo poi la richiesta di azzerare il peso del fisco sui frutti della contrattazione, in particolare sugli accordi di produttività che vanno slegati dal criterio di incrementalità. Le risorse si possono trovare incrementando e rendendo davvero esigibile il prelievo sull’extraprofitto delle multinazionali energetiche, dell’economia digitale e della logistica, che hanno fatto affari a “dieci zeri”.

Non sarebbe un dramma nemmeno uno scostamento di bilancio se servisse a forti sostegni e protezioni sociali verso le persone in difficoltà”.
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