Sanremando, le pagelle di Italia Informa: le canzoni - seconda serata

- di: Barbara Leone
 

In una seconda serata in cui l’unica botta d’adrenalina ce l’hanno data i tenoroni/tenerini veterani della Riviera, al secolo Al Bano-Ranieri-Morandi che fanno 228 anni in tre ma danno una pista a tutti i ragazzotti presenti messi insieme, nessun incidente o lancio di fiori da segnalare. E le canzoni? Eccole qui. Tutte, o quasi, iperaffolate d’autotune. Mai sia che non sentano la voce in cuffia!

WILL – testo banale, interpretazione stonata, pubblico entusiasta. La fotografia dell’appiattimento musicale del nostro Paese. Sicuramente la canzone spaccherà in radio. Mentre a noi ha spaccato i timpani. E non solo. Voto: 4

MODÀ – mancavano da un po’ a Sanremo. E potevano tranquillamente continuare a mancare che non ce ne saremmo accorti. Dopo di loro i Pooh sembrano i Beatles. Tenerezza per Kekko, che con questa canzone ha voluto parlarci della sua depressione accollandocela tutta. Voto: 5 (ma non ti deprimere eh!)

SETHU – in linea col titolo della canzone: “Cause perse”. Pure la sua con la musica. Fortuna che il testo era visibile, perché altrimenti si sarebbero comprese solo le parolacce. Voto: 4

ARTICOLO 31 – gli vogliamo bene, ma pure loro sono rimasti indietro ai tempi che furono. Rap, beat e scratch. Per carità, mille volte meglio di certi trapper. Nostalgie hip-hop: rassicuranti. Voto: 7 (de core)

LAZZA – un piccolo salto sulla sedia per questa romantica ballad che ha come tema, tanto per cambiare, l’abbandono. Ma questa volta ben scritto e ben interpretato. Delicato, a tratti raffinato per le citazioni chopeniane che riecheggiano qua e là. Voto: 8

GIORGIA – brutta cosa quando le aspettative sono alte. Ed altre. Lei c’è, e vorremmo pure vede’ con tutta la carriera che ha alle spalle. Ma da lei certe imperfezioni d’intonazione proprio non te l’aspetti. Volevamo fare la ola. Ma siamo rimasti con le mani nelle mani come Cocciante. Canzone bella, ma la preferivamo comunque in versione soul. E intonata. Magari è stata solo colpa di qualche problema tecnico. Almeno non ha spaccato tutto. Rispetto al piattume dominante spacca eccome. E spicca per tecnica e soprattutto eleganza. Voto: 7 (d’ammmore)

COLAPESCE DIMARTINO – testo bello, anche se non immediato. Arrangiamento ricercato, con qualche eco battistiana che non la fa brillare d’originalità ma almeno ha il suo perché. Ironici e profondi al tempo stesso. In una parola. bravi! Voto: 8+

SHARI – al secolo Shari Noioso. Nomen omen, gli antichi latini avevano sempre ragione. Noi una ragione non ce la facciamo di come sia finita sul palco dell’Ariston, che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) rappresentare il top della musica italiana. Non è il suo caso. Ma è in buona compagnia. Voto: 4

MADAME - in questo deserto dei tartari come fai a non apprezzare una come Madame? Ok, la canzone non è un capolavoro. Ma lei la rende quasi tale. Peccato per l’autotune. Ma oramai siamo rassegnati. A sto punto aridatece il playback! Voto: 8

LEVANTE – sincera e intensa. A tratti emozionante. Ancora depressione (facciamoci una domanda e diamoci una risposta), ma questa volta post-partum. Testo ridondante, ma la musica gli dà una salvata. E lei pure, con un’interpretazione quasi impeccabile. Voto: 7 e ½

TANANAI – arrangiamento anni Ottanta, una canzone che è tutta un revival. Non ci dispiace, ma c’è qualcosa che manca. Ah sì, i nostri jeans col risvoltino e le spalline. Beati vent’anni. Voto: 6 (di nostalgia canaglia)

ROSA CHEMICAL – molto rumore per nulla. Chi ha gridato allo scandalo si facese di maalox. Nulla di nuovo, infondo. Certo, Renato è Renato. Ed è chiaramente a lui che il ragazzo si ispira. O forse ad Achille Lauro. Chissà. Canzone ballabile, dissacrante ma con leggerezza, sicuramente radiofonica e ben interpretata. Voto: 7 (soprattutto per fare un dispetto a chi l’ha attaccato a prescindere)

LDA – che noia, che barba, che barba, che noia. Tutto sentito e risentito. Noi no, cantava un poeta (ma uno vero). Lo perdoniamo giusto perché è “figlio” di Maria. E di chillollà. Sicuramente se la canzone è così banale e noiosa è colpa di papà. Voto: 4

PAOLA e CHIARA – evviva gli anni Novanta… con “Furore”. Che è il titolo della canzone. Loro adorabili. Certo, stupisce alquanto che per scrivere una canzone, carina non di più, si siano messi in nove. Hanno fatto una nota per uno? Comunque promosse. Dance spinta, le radio ringraziano. E pure noi. Che per un attimo siamo tornati gggiovani! Voto: 7 (amici come prima mi costa una fortunaaaaa)

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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