Tra Brandizzo e Venezia, tra il dolore e l'allegria, Salvini ha scelto il red carpet

- di: Francesco Di Stefano
 
Tra l'esprimere di presenza, e quindi non limitandosi a scontate frasi di circostanza, il cordoglio del Paese, ma anche la sua partecipazione diretta alla vicenda - in virtù dell'essere ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, non delle sagre della salamella o del fungo porcino - e l'andare a fare passerella alla Rassegna del Cinema di Venezia, Matteo Salvini non ha esitato e, petto in fuori (sulla pancia meglio girare al largo) e papillon d'ordinanza, è andato dritto dritto in Laguna. 

Di andare a Brandizzo evidentemente non aveva voglia, e lo capiamo pure. Vuoi mettere i flash e le telecamere che immortalano bacetti e 'mano nella mano'', che manco Peynet e i suoi fidanzatini, con la faccia contrita che avrebbe dovuto esibire davanti ad una tragedia che ha gettato nella disperazione cinque famiglie? Per fortuna, a Brandizzo, c'è andato un signore avanti negli anni, dalla capigliatura canuta e l'incedere a passetti breve, di cui nessuno, a memoria d'uomo, ha mai sentito uno scatto di nervi o un tono di voce fuori registro. 

Per fortuna che, a Brandizzo, c'é andato quell'uomo che di nome e cognome fa Sergio Mattarella e, incidentalmente, è presidente della repubblica, che ha espresso, anche mettendoci la faccia, il dolore di un Paese.  Forse, per essere ministro dello specifico settore (a scelta, Infrastrutture o Trasporti, decidete voi), ci sarebbe dovuto andare lui o, in alternativa, andare anche lui. Ma, con il massimo rispetto per le sue priorità, ha deciso di fare altrimenti, ha deciso che avrebbe meglio interpretato il suo ruolo di ministro e uomo politico andando a Venezia (a partecipare ad un incontro organizzato dalla sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, che con i libri, per sua ammissione, ha un rapporto conflittuale) dove forse c'erano minori rischi che qualcuno lo contestasse.  

Ma che ci vogliamo fare. Lui, il ''capitano'', è fatto così e, allora, prendere o lasciare.  

Quindi, niente dolore manifesto per le vittime dell'incidente, forse perché lui lo vuole portare dentro, facendo del riserbo la cifra del suo apparire. Meglio invece fare bella mostra di sé accompagnato, sorridente, dalla fidanzata, Francesca Verdini, piuttosto che fare altro. E, dopo avere assistito alla proiezione del film con Pierfrancesco Favino sulla vita del comandante Todaro, Salvini ha detto che per lui ''è stato un orgoglio essere a Venezia, a una splendida prima di un bellissimo film che ho applaudito e a festeggiare un importante compleanno della Mostra''. Ci mancava solo una apparizione dall'altro mondo di Mike Bongiorno al grido ''allegria'' per rendere bene l'atmosfera della serata.  Per il nostro ministro, il dolore per le vittime dell'incidente ferroviario e l'essere vicino alle famiglie meritavano solo poche righe, in stile lettera commerciale, dal contenuto scontato (vicinanza alle famiglie, le indagini vanno avanti). Per fortuna che altri, che a Roma stanno in un palazzo sul colle più alto, lo hanno fatto anche per lui. 
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