Il valore della cybersecurity protagonista del primo Rapporto Censis-DeepCyber

- di: Barbara Leone
 
La digital life, ormai al centro delle nostre vite, coincide con il massimo dell’insicurezza informatica: da virus e attacchi informatici di tipo distruttivo, a furti d’identità, passando per truffe con finalità di riscatto e frodi. E’ ampia la gamma dei rischi che mette a rischio la vita di famiglie, aziende e Istituzioni nel quotidiano. Phishing, ransomware, trojan, malware eccetera sono termini diffusi, che richiamano alcune delle minacce informatiche con cui tutti noi facciamo pressoché quotidianamente i conti. A tutto questo cui si aggiungono poi gli attacchi informatici in grande stile verso istituzioni o aziende maggiori. Esempi sono gli attacchi contro l’Inps nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria, o quelli contro istituzioni sanitarie ed i sistemi di prenotazioni vaccinali o, più di recente, quelli che hanno bloccato i sistemi di bigliettazione nelle stazioni ferroviarie. Fatti che hanno causato rilevanti problematiche, paralizzando le regolari attività di istituzioni e aziende finite sotto attacco, con ingenti costi per le persone coinvolte.

In un mondo ad alta competizione, dove la minaccia informatica è arma per fini illeciti e strumento per colpire gli altri, la cybersecurity diventa decisiva per difendere e promuovere benessere e libertà. Quanto ne sono consapevoli gli italiani? Quali comportamenti di prevenzione e difesa dalle tante e diverse minacce adottano? E ancora: qual è il contributo possibile della cybersecurity per la tutela dell’integrità di dati, documenti e degli stessi sistemi digitali e, in generale, per ridurre le cyber-paure che rischiano di amplificare il clima di incertezza sociale del Paese? Sono questi i principali temi del primo Rapporto Censis-DeepCyber sul valore della cybersecurity, che è stato presentato venerdì scorso presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica. Lo studio evidenzia che ben il 61,6% degli italiani è preoccupato per la sicurezza informatica e adotta sui propri device precauzioni per difendersi: di questi, l’82% ricorre a software e app di tutela e il 18% si rivolge a un esperto. Il 28,1%, pur dichiarandosi preoccupato, non fa nulla di concreto per difendersi, mentre il 10,3% non ha alcuna preoccupazione sulla sicurezza informatica. In generale, pur essendo consapevoli della minaccia esistente e reale, quasi 4 italiani su 10 sono indifferenti o non si tutelano dagli attacchi informatici.

Oltre un terzo non fa nulla per la sicurezza dei propri dispositivi informatici, e solo 1 su 4 ha un’idea chiara di cosa sia la cybersecurity. Il 24,3% degli italiani, infatti, conosce precisamente cosa si intende per cybersecurity, il 58,6% per grandi linee, mentre il 17,1% non sa cosa sia. Il 13,8% degli italiani ha subito furti di dati personali o condivisione non autorizzata di foto, video; il 10,7% ha scoperto sui social account fake con il proprio nome, identità o foto; il 20,8% ha ricevuto richieste di denaro da persone conosciute sul web; il 17,1% ha avuto conversazioni/frequentazioni con persone presentatesi con falsa identità. Per quanto riguarda le aziende, il 19,5% degli occupati ha sperimentato attacchi informatici con danni agli account social o al sito web della propria azienda; il 14,7% degli occupati ha subito attacchi che hanno causato la perdita di dati e informazioni aziendali; il 20,1% di chi lavora da casa utilizza device personali; il 65,9% degli occupati vorrebbe partecipare ad attività formative che gli consentano di capire come evitare di rimanere vittima e/o complice involontario di attacchi. L’81,7% degli italiani teme di finire vittima di furti e violazioni dei propri dati personali sul web. Tra le attività che gli italiani percepiscono come a più alto rischio, ci sono la navigazione web con consultazione di siti (57,8%), l’utilizzo di account social (54,6%), gli acquisti di prodotti online (53,7%), le operazioni di home banking.

La cyber security - sostiene la Ricercatrice del Censis Anna Italia - va considerata come un investimento sociale, perché le défaillances sul fronte della sicurezza informatica generano tremende conseguenze sociali ed economiche. La cybersecurity riguarda tutti gli italiani, ha bisogno di un clima sociale di riconoscimento del suo valore, e deve essere accompagnata dalla responsabilizzazione individuale. La cyber security - aggiunge la Ricercatrice - non è solo un settore industriale strategico e innovativo, ma una nuova cultura sociale in cui cittadini, imprese, istituzioni tutelandosi dagli attacchi informatici tutelano la sicurezza e la libertà di tutti.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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