Quaderno Assonime - Verso una politica industriale europea: ragioni, prospettive e strumenti

 
Nell'attuale contesto geopolitico, l'Europa deve elaborare una strategia di politica industriale che attui il de-risking rispetto alle dipendenze strategiche createsi nell'ambito delle filiere globali e all'incertezza sulla stabilità delle condizioni geopolitiche e che realizzi gli obiettivi della duplice transizione ambientale e digitale prevista dal New Green Deal, dalla strategia Fit for 55 e dal Digital Compass. Tale strategia richiede non solo massicci investimenti in nuove tecnologie, ma anche di incrementare la capacità produttiva nei settori chiave, dove spesso è più acuta la dipendenza europea da paesi terzi.

L'Inflation Reduction Act, il poderoso piano di sostegno all'industria statunitense nella transizione verde, illustrato nel paragrafo 2 di questo Quaderno, ha segnato un improvviso cambio di prospettiva nella strategia europea. L'IRA ha infatti dimostrato che si possono perseguire gli obiettivi della transizione ecologica incentivando l'industria, rafforzandone la capacità produttiva, in netto contrasto rispetto alla logica europea che ha dato fino ad oggi maggior rilievo al ruolo della regolamentazione, fissando oneri aggiuntivi a carico delle imprese.

La risposta europea all'IRA è arrivata ad inizio 2023 con un pacchetto di proposte (il Critical Raw Materials Act, il Net-Zero Industry Act e la riforma del mercato elettrico) e con un intervento sulla disciplina degli aiuti di Stato che vengono illustrati rispettivamente nei paragrafi 3 e 4 del Quaderno. Tali proposte, pur fissando obiettivi ambiziosi al 2030, non sembrano fornire strumenti comuni adeguati a raggiungere quegli obiettivi, lasciando agli stati membri lo sforzo maggiore in termini di risorse e attuazione. Al momento la strategia europea sembra basata piuttosto su un generalizzato rilassamento degli aiuti di stato, strategia che porta con sé il rischio di indebolire il mercato unico, aprendo profonde fratture e diseguaglianze tra gli Stati membri, ed il rischio di scatenare una "corsa al sussidio" fra le due sponde dell'Atlantico.

È quindi fondamentale disegnare una strumentazione nuova e davvero comune, che incentivi la cooperazione tra Stato e imprese. A tal fine, nel paragrafo 5 del Quaderno, Assonime propone alcune possibili modifiche alla normativa che disciplina gli IPCEI, gli importanti progetti di comune interesse europeo, in modo da renderli uno strumento di politica industriale attraverso il quale favorire investimenti volti a colmare il gap di capacità produttiva, in particolare nei settori funzionali alla transizione green.

Infine, il paragrafo 6 del Quaderno è dedicato ad una riflessione sul finanziamento della politica industriale attraverso il bilancio europeo, di cui occorre aumentare la dotazione, privilegiando risorse che godano di una certa autonomia rispetto ai contributi degli stati membri. In questa prospettiva, Assonime sostiene l'obiettivo della Commissione europea di proporre una nuova risorsa propria collegata alla BEFIT, l'imposta sulle società determinata su una nuova base imponibile comune, la cui proposta di direttiva è attesa per la fine del 2023.

Il Quaderno è stato aggiornato con le informazioni disponibili al 5 luglio 2023.
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