Pesci, patafiocche e dintorni…
- di: Barbara Leone
La notizia è di quelle che ti fanno tirare un sospiro di sollievo. Alla Bocconi, quella che ha sfornato fior fior di cervelloni e pure qualche guaio (tipo la Ferragni, ma anche un par de politici) sono arrivati i bagni neutri, che è una cosa che mi fa sempre venire in mente le versioni di latino. Forse perché i cari vecchi Romani ci avevano visto lungo sull’argomento, di sicuro tutte ste menate non se le sognavano manco col cannocchiale. Ma torniamo ai cessi. Pardon, alle toilette gender neutral, pensate e destinate a chi non si sente né maschio né femmina. Questione di binarismo cis-eteronormativo più varie ed eventuali, che vallo a spiegare a zi’ Concetta da Frosolone. Una trovata progressista figlia della cultura woke, che più che una cultura pare una religione. Anzi no, proprio una setta che non ammette critica. Al punto da punire sonoramente chi, con battute magari di cattivo gusto ma certamente non offensive, dice quello che sotto sotto pensiamo tutti. Ovverosia che i bagni gender neutral sono una pagliacciata assurda perché, a prescindere dal tuo orientamento sessuale, anatomicamente sei fatto/fatta in un certo modo. Non esistono terze vie: o hai il coso, o la cosa. Stop. Guai a dirlo, però. Pena la fustigazione pubblica con accusa d’omofobia e relativo predicozzo sui diritti LGBTQIA+. No zi’: non è la targa di una macchina, e nemmeno una formula di matematica. Magari di fisica, ma famo che te lo spiego un’altra volta. Ma torniamo alla pietra dello scandalo, che sono sempre loro: i cessi. Che cessi sono, pure se stanno alla Bocconi.
Ebbene tre studenti si son beccati sei mesi di sospensione da lezioni ed esami per aver ironizzato, a mezzo social, sulla decisione dell’Ateneo di introdurre questi benedetti bagni neutri. Sei mesi: che, lo sappiamo tutti, in una carriera universitaria possono fare la differenza. La sanzione è arrivata dopo la segnalazione di un altro studente, un tempo studentessa (perdonami zi’), nonché presidente dell’associazione arcobaleno “Best Bocconi”, il quale ha ben pensato di portare un’istruttoria davanti alla commissione disciplinare accusando i tre di contravvenire alle regole della Bocconi. Il famoso Honor Code, o codice d’onore che dir si voglia, in base al quale l’Ateneo ha ritenuto che i commenti degli studenti fossero provocatori e offensivi nei confronti dei transgender. Non solo. Perché violavano anche il diritto al rispetto nei confronti di tutti gli appartenenti alla comunità accademica ed erano inoltre lesivi dell’immagine e della reputazione della Bocconi. Elalleroooo! Ma che avranno detto mai? Eccole qua le frasi incriminate: «Ma non diciamo pagliacciate. Può piacerti chiunque, ma sei hai il pesce resti un maschio e se hai la patafiocca resti femmina. E vai nel bagno adatto». E ancora: «Li puoi letteralmente usare per andare a trans. Li useremo, ma non per andare in bagno».
Orbene, sicuramente non sono frasi da Oxford. Ma in tutta onestà, al netto della rozzezza, non mi sembrano parole transfobiche e offensive. Sicuramente non così gravi da meritarsi una sospensione di sei mesi. Che pare davvero una punizione sproporzionata rispetto al danno. Perché di mezzo c’è il diritto allo studio. E sinceramente anche quello alla libertà di opinione. Personalmente che uno si senta maschio o femmina non mi sconfiffera proprio. Mi verrebbe solo da dire deciditi, ma fatti tuoi. Va bene tutto: va bene essere fluidi, vanno bene i binari evviva l’ammmore peace&love for ever. E però magari c’è anche chi la pensa diversamente. Tipo zi’ Concetta. E non credo sia la sola. Magari c’è anche qualche bocconiano che pensa in bianco e nero, e non arcobaleno. Li vogliamo ammazzare? E’ questa l’inclusione di cui tutti si riempiono la bocca? Forse, e dico forse, siamo al paradosso. Colpa di una deriva woke che è figlia di un pensiero talebano travestito da democrazia. Tutto il contrario della tolleranza e dell’inclusività che va sbandierando. Anche se però, ragazzi cari, passi per il pesce. Ma la patafiocca no. Non ve la perdono. Te la spiego dopo, zi’ Conce’!