La scure delle previsioni dell'Ocse si abbatte sull'economia italiana

- di: Diego Minuti
 
Se le previsioni dell'Organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) dovessero trovare conferma, quest'anno l'economia globale subirà un fortissimo ridimensionamento, passando dal 4,5 %, che lo stesso organismo aveva preventivato a dicembre, a un 3% che fa da base per un ulteriore rallentamento nel 2023, che si attesterebbe su un +2,75 che certo non può che indurre a preoccupazione. L'Ocse, nella sua disamina, ha ridefinito le stime di crescita per l'Eurozona, con una crescita del del 2,6% nel 2022 e del 4,3% nel 2023. La ''scure'' previsionale dell'Ocse si è abbattuta anche sull'economia americana (+2,5% nel 2022, + 3,7%) e su quella cinese (4,4% quest'anno e  5,1% il prossimo). In questo contesto è rilevante anche la proiezione sul tasso di inflazione che, secondo l'Ocse, nel 2022, nei Paesi che fanno parte dell'organizzazione, si aggirerebbe intorno al 9%, cioè il doppio dell'ultima previsione. "L'elevata inflazione in tutto il mondo sta erodendo il reddito disponibile reale delle famiglie e gli standard di vita e, a sua volta, sta riducendo i consumi", si legge l'outlook economico dell'Ocse, che spiega la delicata situazione economica con le conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina e anche per effetto delle politiche anti-Covid adottate dalla Cina che ne stanno frenando la ripresa dopo il manifestarsi della pandemia. Questa situazione di oggettiva incertezza è anche l'elemento che frena i nuovi investimenti delle imprese, una tendenza che ha preso corpo in questi mesi, ma che avrà riflessi nel futuro.

L'Italia non è certo immune da questi processi, anzi ne viene colpita in modo pesante dal momento che le previsioni di crescita dell'Ocse per il nostro Paese sono passate dal 4,6 per cento dello scorso dicembre ad un 2,5 per cento per il 2022. E le prospettive per il 2023 sono ancora più avvilenti, attestandosi la crescita ad un ''misero'' 1,2 per cento. 
Gli esperti dell'Ocse, quando affrontano la situazione del nostro Paese, usano termini inequivocabili, dicendo che "lo slancio della crescita si è ulteriormente moderato nella prima metà del 2022. L'economia ha rallentato allo 0,1% nel primo trimestre, mentre le restrizioni sul Covid si sono combinate con l'inflazione collegata alla guerra, le difficoltà sulle catene di approvvigionamenti e gli shock sulla fiducia". L'abbattersi sulle economie del mondo della pandemia nel 2022 per l'Italia si è tradotto in un crollo del 9,1% - come effetto delle misure di contenimento dei contagi - con il rimbalzo che ne è seguito, lo scorso anno, del 6,1% che, alla luce dei dati più recenti, aveva ingenerato un entusiasmo forse fuor di luogo-
Quello che appare evidente, oltre i dati in termini assoluti, è il degradarsi della situazione economica, perché passare da una previsione del 4,6% ad una del 2,6 % per l'anno prossimo è molto più che un segnale negativo, traducendosi in un grido dall'allarme che qualcuno dovrebbe ascoltare.  

Nel rapporto dell'Ocse, oltre alla fotografia dell'esistente e la previsione sull'immediato futuro, si fanno delle considerazioni che meritano grande attenzione per quanto riguarda la situazione italiana, per la quale si afferma che occorrerebbe un graduale ritiro degli stimoli fiscali, accompagnato da interventi mirati a sostenere il potere d'acquisto dei soggetti maggiormente esposti all'inflazione. Un altro suggerimento riguarda l'urgenza di una nuova politica fiscale che ''"potrebbe avere un effetto più ampio, consentendo a salari, occupazione e fiducia delle famiglie di riprendersi più rapidamente del previsto". Dopo un capitolo dedicato a come la guerra in Ucraina sembra destinata ad avere effetti negativi sulle economie, l'Ocse invita la Bce a muoversi con cautela "nel rimuovere stimoli" invitandola a evitare ''l'allargamento dello spread''. 
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