Nustriscore: il semaforo alla francese che boccia la mozzarella e promuove la Coca Cola

- di: Barbara Leone
 
Ci risiamo. I baguettari ci fanno la guerra, metaforicamente parlando (visti i tempi, meglio specificare). Ce l’hanno sempre avuta con noi, i cugini d’Oltralpe. Ma questa volta ci sono andati giù pesante. La capocciata di Zidane a Materazzi, in confronto, è roba da oratorio. Perché toccateci tutto ma non la tavola, di cui senza falsa modestia siamo maestri. E’ vero: loro hanno inventato la bechamel, i croissant e pure le crepes. Tutto buonissimo, per carità. Ma non proprio il massimo della salute, vista la quantità industriale di burro che c’è. E invece ora proprio loro, che si mangiano le lumache sentendosi fighi solo perché le chiamano escargot, ci vogliono insegnare cosa è sano e cosa no.

Nutriscore come viene calcolato il punteggio

Per calcolare il punteggio vengono prese in considerazione solo le calorie

E lo fanno nel peggiore dei modi: piazzando degli improbabili bollini sugli alimenti per segnalare a prima vista quelli che secondo loro migliori. Si chiama Nutriscore, ed è l’ultima genialata made in France. Una sorta di semaforo alimentare, che si traduce in un’indicazione sull’etichetta dei prodotti attraverso una serie di lettere e colori che vanno dalla A verde fino alla E rossa. Per calcolare il punteggio vengono prese in considerazione solo le calorie, la quantità di acidi grassi saturi, la quantità di zuccheri, la quantità di proteine, sale e fibre e la percentuale in peso di frutta, verdura, legumi, noci e oli di colza e olive. E così, ad esempio, l’olio extravergine di oliva si becca una lettera C gialla per via della sua composizione grassa. In pratica, nella loro testolina francese, la coca cola è più sana dell’olio del frantoio di zio Romualdo da Presicce nel Salento.

Nutriscore, ed è l’ultima genialata made in France

A finire nel profondo rosso dei gallici inferi sono soprattutto i nostri più goduriosi e rinomati formaggi: dal gorgonzola al taleggio, dalla mozzarella all’asiago fino ad arrivare al pecorino e al parmigiano reggiano. Tutta roba che fa malissimo. Parola dei francesi (quelli che usano quintalate di burro). Finisse qui sembrerebbe una boutade, per dirla alla française! L’ennesimo dispettuccio d’un popolo che dalla notte dei tempi si sente superiore a tutti, ma agli italiani in particolare, solo perché loro hanno la erre moscia ed hanno fatto la rivoluzione decapitando teste. Il problema è che l’Europa gli va dietro, e ci potrebbe pure mettere la firma a questa boiata. Perché di boiata trattasi, senza se e senza ma. Col risultato che nella lista nera finirebbero alcuni dei migliori piatti della tradizione gastronomica italiana, tra cui la caprese con mozzarella di bufala campana, il riso al salto con zucca e grana padano, il risotto al radicchio e gorgonzola, la cacio e pepe e finanche gli spaghetti al pomodoro con grattatina finale di parmigiano. Macarone tu m’hai provocato… e io me te annullo! 

Si favoriscono prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta

Come? Con un algoritmo senza alcuna base scientifica, che magari promuove a pieni voti le patatine fritte e le cavallette glassate con riduzione d’aceto balsamico. Tutto questo è paradossale. E decisamente fuorviante, perché fa passare per nemici della dieta tutta una serie di alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole italiane, e che in qualche modo rappresentano anche la nostra cultura e tradizione. Di contro non vengono minimamente presi, per esempio, in considerazione gli additivi. E si favoriscono prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta (come la coca cola, che in versione zero riceve una bella e quasi sanissima B). Il semaforo alla francese, dunque, boccia con la matita rossa l’85% del made in Italy a denominazione di origine (Dop, Idp e Ig). Il tutto col beneplacito della Ue, che questo made in Italy dovrebbe invece tutelare. Qui si è proprio ribaltato il mondo. Non ci resta che munirci di baguette sotto l’ascella, ed arruolarci volontari nella brigata gorgonzola.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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