Monitor Ortofrutta: primo semestre, consumi di ortofrutta sotto i livelli 2019

 
Nei primi sei mesi del 2023 gli acquisti domestici di ortofrutta flettono del 3% rispetto al 2022, anno in cui - nel medesimo periodo - si erano raggiunti i livelli del pre-pandemia. In questa prima parte dell’anno, le quantità consumate ammontano a 2,5 milioni di tonnellate, pari ad un consumo pro-capite annuo stimato di 92,7 chili. La flessione dei consumi è certamente legata anche agli effetti inflattivi, con una crescita nell’ordine dei +21 punti dal 2019 ad oggi e di 7 punti dall’anno scorso. A livello di canali di acquisto, la Gdo guadagna terreno rispetto ai canali tradizionali, questi ultimi in declino dopo un fiorente periodo durante la pandemia.

Dall’analisi degli acquisti domestici di ortofrutta fresca per le famiglie italiane, derivanti dall’elaborazione del Monitor Ortofrutta Agroter sulla banca dati dell’Osservatorio Ismea-Nielsen, emerge un quadro di ridimensionamento dei consumi, se ci si confronta al periodo pre-pandemia. Difatti, ponendo il 2019 come anno di riferimento (pari a 100), le quantità acquistate nei canali domestici italiani - ovvero Gdo, canali tradizionali e altri residuali - flettono di 3 punti nei primi sei mesi del 2023 (numero indice pari a 97), dopo un periodo travolto dalla pandemia in cui i consumi erano cresciuti grazie alle chiusure dell’Ho.Re.Ca. (2020 e 2021 rispettivamente con numeri indice pari a 106 e 104) ed un 2022 che confermava le quantità pre-pandemia. Il risultato assoluto è pari a 2,5 milioni di tonnellate di ortofrutta fresca acquistate fino al 18 giugno 2023 che, proiettato su consumi pro-capite annuali, risulta pari ad un quantitativo di 92,7 chili di ortofrutta fresca.

La contrazione dei consumi del primo semestre è certamente legata anche agli effetti inflattivi che hanno dilagato negli ultimi anni, con i picchi di crescita nel 2022 (+14% rispetto al 2019 e +8% rispetto al 2021) e nel 2023 (+21% rispetto al 2019 e +7% rispetto al 2022) con il risultato di un euro chilo medio pari a 2,54 nel 2023, rispetto ad un euro chilo pari a 2,11 nel 2019, il che vuol dire che ogni italiano ha dovuto sborsare 43 centesimi in più per ogni chilo di ortofrutta acquistata.

A livello di macro-canali di acquisto spicca, in questi primi sei mesi, la performance negativa dei canali tradizionali (comprensivi di quelli residuali, come l’e-commerce, che per l’ortofrutta incidono in maniera marginale). I canali tradizionali, nel 2020 e 2021, avevano beneficiato delle limitazioni agli spostamenti (rispettivamente +12% e +4% a volume rispetto al 2019), soprattutto i fruttivendoli in sede fissa; tuttavia, nel 2022 e 2023 mostrano forti difficoltà (-9% nel 2022 e -16% nel 2023, rispetto sempre al 2029) a vantaggio della Gdo che continua a crescere, anche se in modo modesto rispetto al 2019 (+1% nel 2023).
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