Milano, al via il Salone del Mobile: “pesa l’assenza di Russia e Cina”

- di: Barbara Bizzarri
 
Inizia il Salone del Mobile, dal 7 al 12 giugno nei padiglioni di Rho Fiera, due mesi oltre il calendario usuale: una data che, però, ha permesso alle aziende di ovviare ai rallentamenti legati al problema degli approvvigionamenti di materie prime, provocati dalla guerra fra Russia e Ucraina. La presidentessa del Salone, Maria Porro, conferma il tutto esaurito degli spazi e la volontà degli imprenditori di tornare a incontrarsi di persona: 200mila metri quadrati di superficie netta espositiva e 2.083 espositori, di cui circa 600 giovani designer del Salone Satellite, fortemente orientato in questa 23esima edizione a sostenibilità e inclusività, e il 27% circa di espositori stranieri.  "La forte presenza straniera è un dato molto positivo per il Salone - commenta la Porro - che non riguarda però solo gli espositori: secondo i dati della biglietteria internazionale, relativi alla composizione del pubblico che acquista il ticket d'ingresso, oltre alla massiccia presenza europea, cresce l'interesse da parte di Stati Uniti, India e Corea. I visitatori in arrivo da questi Paesi sono una grande soddisfazione per noi, considerando il difficile contesto geopolitico ed economico". Le stime, spiega la Porro, non sono di raggiungere i numeri del 2018 e 2019, ma di realizzare un Salone di alta qualità, sebbene di transizione per gli strascichi dell'emergenza pandemica. Peserà l’assenza dei russi, tra i principali acquirenti dei prodotti di genere classico ed extra lusso. La percentuale perduta è calcolata di circa l’1,7% delle presenze.

Grandi assenti anche i cinesi, il cui mercato è molto rilevante per l’arredo italiano: “Per reagire a questa situazione abbiamo puntato sul digitale, che ci ha permesso di restare in contatto con il pubblico cinese. Per questa edizione abbiamo attivato un programma di eventi in cinese, anche sulle piattaforme cinesi WeChat e Weibo". New entry invece gli espositori coreani, fra i 410 brand stranieri presenti al Salone. “L’organizzazione del Salone di Mosca è ferma da due anni a causa della pandemia - prosegue Porro - L'attualità ci ha portato a congelare l'attività in Russia per concentrarci su Milano”. Una decisione che implica danni collaterali poiché l’export italiano dell’arredamento e dell'illuminazione in Russia vale 340 milioni. Nel 2019, il Salone di Mosca si era chiuso con numeri in crescita, richiamando con 200 espositori italiani 19mila operatori professionali e realizzando circa 7mila incontri d’affari fra buyer e aziende. Per ovviare alla perdita, il Salone collabora con il Ministero degli Esteri e l'ICE per attrarre buyer da mercati che possono riassorbire la mancanza di quello russo, quali Corea, Giappone, Sudafrica, America, Canada, Emirati Arabi, Arabia Saudita e India. "Questo permetterà alle aziende di diversificare i mercati di sbocco – spiega la presidentessa - perché nel panorama italiano ci sono aziende quasi mono-mercato, soprattutto nel classico e nell'extra lusso, e si trovano ovviamente in difficoltà". Il Salone del Mobile, comunque, tornerà il prima possibile alla sua collocazione originaria nel mese di aprile. "Il timing migliore dal punto di vista della presentazione delle novità di prodotto e anche rispetto al calendario fieristico internazionale - conclude la Porro - Il Covid ha ribaltato il calendario, ma mi auguro che si torni presto ad aprile, non solo per il Salone ma per tutta l'umanità, perché significherà che finalmente siamo usciti dalla pandemia". 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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