Mecspe e Metef, inaugurate a BolognaFiere le due rassegne organizzate da Senaf con oltre 2.000 aziende presenti

- di: Barbara Leone
 
Crisi geopolitica e difficoltà di approvvigionamento delle materie prime stanno creando non pochi problemi al comparto industriale del nostro Paese. Gli ultimi dati Istat, tuttavia, registrano un +6,2% del Pil rispetto allo stesso periodo 2021. Non solo. A marzo cresce anche il fatturato dell’industria (+21,4% rispetto a marzo 2021), toccando il livello più alto di sempre. La manifattura italiana non si ferma dunque e, anzi, torna a incontrarsi in occasione della 20esima edizione di Mecspe, la fiera della manifattura e delle innovazioni tecnologiche per l’industria, e per la nuova edizione di Metef, l’expo internazionale dell’alluminio. Entrambe le manifestazioni, organizzate da Senaf, sono in programma a BolognaFiere a partire da oggi e proseguiranno aino all’11 giugno prossimo con oltre 2.000 espositori. Gli eventi sono stati presentati oggi unitamente ai risultati dell’Osservatorio Mecspe di Senaf dek I quadrimestre 2022 che è stato illustrato da Stefano Cattorini, Direttore generale del Competence Center BI-REX. Al convegno hanno preso parte anche Laura Castelli, Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione della Regione Emilia Romagna, Rosa Grimaldi, Delegata Promozione economica e attrattività internazionale del Comune di Bologna, Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere, e Ivo Nardella, Presidente Senaf - Gruppo Tecniche Nuove.

“Siamo orgogliosi di dare il bentornato a Mecspe e Metef che dal 2021 si svolgono a BolognaFiere, nei nostri padiglioni. Una scelta che ci dà soddisfazione e che è stata vincente - ha detto il Presidente di BolognaFiere, Gianpiero Calzolari - visto che l’evento è sempre più riconosciuto a livello internazionale come momento imprescindibile per le aziende della manifattura. Bologna è infatti un luogo di eccellenza per i distretti industriali che qui in fiera portano i propri eventi leader di riferimento mondiale. Nel nostro quartiere fieristico, tra quelli più all’avanguardia, Senaf fa incontrare la manifattura italiana rappresentata da oltre 2.000 aziende che, in questi anni difficili in cui abbiamo dovuto rinunciare a incontrarci, non si sono fermate. Anzi, sono cresciute e hanno imboccato con sempre maggiore decisione la strada dell’innovazione. Le parole chiave su cui ci si confronterà a Mecspe e nei saloni collegati sono formazione, digitalizzazione, sostenibilità e dimensione internazionale: le condividiamo profondamente, perché la strada è la stessa che stiamo seguendo noi di BolognaFiere. Il nostro gruppo è infatti al centro di un rafforzamento patrimoniale del valore superiore a 100 milioni di euro, mai avvenuto prima e che ci consentirà di essere ancora più competitivi in Italia e nel mondo. Cresciamo insieme, dunque, e ci prepariamo a rispondere con energia e competenza alle sfide dei prossimi anni”. Gli fa eco Ivo Nardella, Presidente Senaf, Gruppo editoriale Tecniche Nuove, che ha detto: “Mecspe e Metef si svolgono in un periodo in cui le aziende hanno bisogno di confrontarsi sulle innovazioni del settore per migliorare i propri processi in un’ottica di digitalizzazione e sostenibilità e per cogliere le opportunità in vista dei fondi del Pnrr che potrebbero dare una spinta a tutta l’economia del Paese. In questi anni l’industria ha cambiato volto, oggi è più tecnologica e vicina ai giovani, così come il mercato, più reattivo e globale, ed è per questo che le competenze interne alle aziende devono essere adeguate per fare fronte a nuovi scenari in continua trasformazione. Con la nuova edizione abbiamo voluto dare ampio spazio alla formazione 4.0 per la fabbrica digitale, tema prioritario per la crescita delle imprese, grazie al supporto dei Competence Center istituiti dal Mise e alle tante aziende che hanno dato vita al cuore mostra Mecspe Live Academy. In tutto questo la collaborazione con BolognaFiere ci ha consentito di affermarci sempre più come evento internazionale di punta per tutta l’industria.”

Dall’indagine realizzata da Senaf emerge che nei primi mesi del 2022, l’aumento dei costi dell’energia e dei prezzi delle materie prime ha avuto un impatto da medio ad alto per l’88% delle pmi manifatturiere. Fortunatamente, finora, questa situazione sembra non aver influito in modo importante sul fatturato del I quadrimestre, stabile o in crescita per quasi otto imprenditori su dieci rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nemmeno sul portafoglio ordini, che risulta addirittura migliore dello scorso quadrimestre (il 78% lo ritiene adeguato), e sul livello di soddisfazione relativo dell'attuale andamento dell’azienda, positivo per il 63%. Al contrario, i principali effetti riguardano l’aumento dei prezzi del prodotto finito e i ritardi nelle consegne, oltre ad aver minato in parte il livello di fiducia sul mercato in generale (39% vs 48% di inizio anno) e soprattutto sullo scenario economico internazionale, crollato dal 35% al 17%. Anche le prospettive per il futuro, che nei mesi scorsi erano più rosee, sono comunque tendenzialmente positive. Il fatturato previsto a fine anno è stabile o in crescita per l’80% delle imprese, anche se in calo rispetto alle previsioni di inizio anno (-9 p.p.). Stesso discorso per l’andamento generale del mercato nei prossimi tre anni, dove solo un quinto prevede un calo. Si tratta di imprenditori che, nonostante tutto, non smettono di crederci e continuano a puntare sulla crescita già nei prossimi due anni (71%), in termini di aumento dimensionale oppure ampliando la produzione in nuovi settori, o puntando sull’internazionalizzazione. Quasi un quarto sta anche valutando entro i prossimi due anni operazioni di M&A (acquisizioni e/o fusioni). Ma per fare tutto questo sono necessarie determinate competenze e capacità al fine di avviare un importante percorso di trasformazione digitale, anche in vista della spinta che il Pnrr potrebbe dare all’economia del Paese. Oltre la metà degli imprenditori ritiene che il bagaglio di competenze del personale sia in linea con le esigenze di crescita dell’azienda e in particolare il 59% ha già formato o assunto personale con formazione adeguata a fare fronte alla trasformazione 4.0 in azienda.

Un dato tendenzialmente positivo ma con ampi margini di miglioramento. Ed è proprio sulla formazione che i Competence Center, istituiti dal MISE con l’obiettivo di supportare le imprese nella rivoluzione in chiave di Industria 4.0, possono fornire un supporto prezioso per la crescita del comparto, anche se ad oggi sono ancora poco sfruttati dalle imprese (solo dal 5%). “I dati che l'Istat ci ha mostrato in questi ultimi giorni sono riassumibili nel termine resilienza, ma potremmo dire anche resistenza – ha commentato Laura Castelli, Viceministro dell'Economia e delle Finanze - Le crisi consecutive che stiamo vivendo ci hanno obbligati a fare passo dopo passo delle scelte economiche per sostenere il sistema. Per le fiere è stato difficile arrivare fin qui con gli strumenti che lo Stato ha messo a disposizione, senza ricorrere a licenziamenti, usando tante risorse proprie, senza eccedere nella richiesta di prestiti. Noi stiamo continuando a finanziare il sostegno alle imprese, come già fatto con i decreti precedenti. Quando, dopo il Covid, è cominciata questa seconda brutta pagina della guerra, abbiamo subito focalizzato la necessità di abbassare il costo dell'energia e aumentato la percentuale del credito d'imposta sulle aziende energivore, anche a tutela delle fiere. Nel decreto abbiamo previsto anche strumenti quali il fast track per gli investimenti strategici con il Mise, pensando a procedure amministrative semplificate. Poi ci sono i cofinanziamenti per le imprese esportatrici, con alcuni fondi di garanzia che sono stati rifocillati, specie quelli rivolti alle imprese che pagano un rapporto stretto con i Paesi in guerra. Per quanto riguarda l'industria legata all'ambiente - ha aggiunto il Viceministro -, i numeri sono molto positivi. A proposito delle competenze, stiamo studiando fondi dedicati, ad esempio per la formazione continua che accresce le capacità delle nostre imprese. Poi andrà programmato il 2023 e non sarà facile, perché gli interrogativi e i motivi di incertezza sono tanti. L'Italia, nel decreto da poco varato, ha stanziato 9 miliardi di euro sul pluriennale per la riconversione delle auto. I Paesi europei, specie noi e la Francia, sono consapevoli che gli obiettivi ambientali ed energetici fissati in questi anni non sono supportati dalle necessarie risorse e le stanno chiedendo all'Europa”. Sempre con uno sguardo alla crescita digitale, trainata specialmente dal 42% delle pmi, quali sono i principali investimenti in ambito tecnologico previsti per il 2022? Si registrano soprattutto quelli in sicurezza informatica (43%), nonostante solo il 18% dichiari di avere effettivamente già subito un cyber attacco ai propri sistemi, la robotica collaborativa (26%) e il cloud computing. Toccando il tema del momento, ovvero l’impatto dell’industria sull’ambiente, quattro aziende su dieci si dichiarano sostenibili, e in generale le pmi prestano grande attenzione all’uso di dispositivi a basso consumo energetico (58%), all’uso di macchinari efficienti e di nuova generazione (43%) e al riutilizzo di materiali di scarto in un’ottica di economia circolare (28%). 

“La manifattura dell’Emilia-Romagna sta dimostrando una grande dinamicità e visione del futuro, avendo già imboccato la strada della transizione digitale e sostenibile, come dimostrano i dati presentati dall’Osservatorio Mecspe - ha affermato l’assessore regionale Vincenzo Colla -. Ma oltre ai capofiliera che stanno nel mondo e si sono già tecnologicamente strutturati per rispondere alle nuove sfide, è ora necessario accompagnare anche le tante piccole e medie imprese della filiera, che da sole fanno fatica ad affrontare la velocità spiazzante di questo cambiamento. Accanto ai fondi del Pnrr, la Regione Emilia-Romagna investirà le ingenti risorse dei fondi strutturali europei per il nuovo sessennio, attivando nuovi bandi, che partiranno a breve, per sostenere in modo deciso l’innovazione digitale e green e la formazione delle competenze indispensabili per mantenere competitive le nostre imprese e creare nuova occupazione. Senza dimenticare il Tecnopolo di Bologna, che con i suoi supercalcolatori, anche al servizio dei soggetti privati del mondo economico, potrà raccogliere e fornire big data importanti per lo studio e l’applicazione di nuove strategie di sviluppo”. 
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