Maltempo: salgono a 300 mln i danni agricoli in Romagna

 
Salgono a 300 milioni di euro i danni subiti dalle attività agricole e dalle infrastrutture in Emilia Romagna dove sono finiti sott’acqua migliaia di ettari di terreno coltivato a kiwi, susine, pere e mele ma anche cereali, vivai, ortaggi, allevamenti, macchinari di lavorazione ed infrastrutture. E’ quanto scrive il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida in occasione della nuova allerta rossa per il maltempo in Emilia Romagna dove l’alluvione ha interessato in particolare delle provincie di Bologna, di Forlì-Cesena, di Modena, di Ravenna, di Ferrara.

Il territorio – sottolinea la Coldiretti – è stato devastato da eventi meteorologici di elevata intensità che hanno determinato esondazione di corsi d’acqua e provocato rotture arginali con evacuazioni a causa degli allagamenti, che hanno interessato terreni a destinazione agricola di pregio con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive. Il tutto – precisa la Coldiretti – a breve distanza dall’altro evento meteorologico di inizio aprile quali grandine e gelate che ha colpito pesantemente le coltivazioni sempre sullo stesso territorio.

“E’ necessario attuare interventi indifferibili diretti ad assicurare il superamento dell’emergenza e per questo chiediamo al Governo un intervento urgente per mettere in campo ogni azione utile finalizzata alla ripresa economica e produttiva delle imprese agricole che hanno subito danni dagli eventi metereologici indicati” scrive Prandini nel sottolineare che “è in gioco la sopravvivenza stessa di centinaia di imprese e delle lavoratrici e lavoratori che da esse dipendono.

“È stato certamente utile il primo intervento emergenziale deliberato tempestivamente dal Governo, a poche ore dai fatti. Ora, stante la situazione straordinaria, riteniamo necessario un Decreto Legge Speciale del Governo e il relativo stanziamento di risorse congrue ad affrontare i danni subiti che da una prima stima superano i 300 milioni di euro per le attività agricole” conclude Prandini nel precisare che “gli strumenti ordinari di intervento vanno attivati quanto prima, ma non sono sufficienti a garantire il salvataggio o la continuità delle filiere agricole del territorio colpito”.

“Appare sempre più urgente intervenire in maniera strutturata sulla gestione argini, controllo fauna e pulizia alvei fluviali, anche coinvolgendo gli agricoltori e semplificando la burocrazia che spesso rallenta la cura del territorio” conclude il presidente della Coldiretti.

CIA: Il presidente nazionale Fini scrive alla Premier. Richiesta-appello per strumenti e risorse ad hoc


Un Decreto legge speciale per fronteggiare, in tempi rapidi e con strumenti eccezionali, la situazione di straordinaria difficoltà dell’Emilia-Romagna dopo il terribile alluvione di inizio maggio. È questa la richiesta-appello contenuta in una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a firma del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. Nel testo, l’apprezzamento per “la celerità con cui il Governo è intervenuto, a partire dalla deliberazione dello stato di emergenza, necessario ad attivare le procedure d’urgenza e i primi interventi della Protezione civile”. Ѐ in quest’ottica che “reputiamo altrettanto opportuna -scrive Fini- la definizione e l’approvazione di uno strumento normativo con carattere di urgenza che, insieme alle azioni già avviate, possa introdurre misure di sostegno economico efficaci per le attività economiche, il ripristino delle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio”. Dunque, “un Decreto legge ad hoc dove anche l’agricoltura -precisa il presidente nazionale di Cia- possa trovare spazio e risorse finanziarie”.

Servono “interventi efficaci, concreti e all’altezza delle aspettative del mondo imprenditoriale agricolo, già da tempo alle prese non con poche avversità”. In particolare, si legge nella lettera, “quanto accaduto in Emilia-Romagna, è l’ennesima dimostrazione della fragilità dei territori rispetto alla sfida dei cambiamenti climatici e all’imprevedibilità delle sue conseguenze. In meno di quarantott’ore, è caduta una quantità d’acqua equivalente a quella prevista nell’intera stagione primaverile e che, per via dell’esondazione di fiumi e torrenti, ha sommerso strade e Paesi, mettendo in ginocchio intere comunità e il sistema imprenditoriale locale”. Scenari non nuovi per l’Italia e che questa volta vedono, tra l’altro, in estrema criticità una delle regioni più agricole del Paese con un valore della produzione superiore ai 5 miliardi, “un territorio -sottolinea Fini- dove il settore, insieme a tutta la filiera agroalimentare, rappresentano due delle principali leve di sviluppo, e purtroppo sono state le attività economiche le più colpite, tra difficoltà logistiche e danni già prossimi al miliardo di euro. Un conto amaro -conclude il presidente nazionale di Cia- destinato a salire e a ricordarci, ogni volta, la vulnerabilità del territorio nazionale di fronte all’instabilità climatica”.
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