Madre a tutti i costi? Anche no!
- di: Barbara Leone
Chi siamo noi per giudicare? Solitamente è questo il refrain che ci si sente dire quando si mette in discussione il desiderio di maternità senza se e senza ma. Ex aequo, e spesso in contemporanea, si piazza l’immancabile frecciatina al veleno: tu non hai figli, non puoi capire. Come se il cervello di una donna fosse direttamente proporzionale alla realizzata maternità. Che no: non è un diritto, manco per niente. E non è neanche obbligatorio desiderarla a tutti i costi. Anche all’altissimo prezzo di rendere quasi sicuramente orfano il pargolo in questione. Come nel caso di Ana Obregón, attrice e conduttrice televisiva che è tra i volti più noti dello spettacolo spagnolo finita nella bufera mediatica per la sua scelta di diventare mamma a 68 anni suonati. Scelta realizzata, ovviamente, ricorrendo alla maternità surrogata. Che non è altro se non un utero in affitto, anche se certi intellettualoidi vogliono nobilitarlo con l’appellativo di “gestazione per altri”. Come lo chiami lo chiami, quello è. A quel che dicono la Obregon avrebbe fatto tutto in assoluto silenzio, maturando l’idea dopo la morte del suo giovane figlio stroncato da un tumore a soli 27 anni, Una tragedia che nella vita di una donna non ha pari, perché nessuna madre dovrebbe mai sopravvivere ad un figlio. Ma pur dispiacendoci per il dramma personale, che peraltro e purtroppo accomuna tante e tante donne, non riusciamo davvero a giustificare una scelta simile. Innanzitutto perché avere un figlio, quale che sia il modo, a 68 anni vuol dire condannarlo ad una infanzia molto meno felice di quella che possono avere tutti gli altri bambini. Ogni cosa ha la sua età, e dare il biberon di notte ad un neonato o mettersi a gattonare dietro ad un bimbo di uno o due anni non è esattamente il massimo per una persona di quasi 70 anni. E abbiamo detto le cose più stupide eh. Non bisogna certo essere madri per sapere quanta energia necessita un bambino piccolo.
Ana Obregón madre a 68 anni con la maternità surrogata
Tanta, troppa per una quasi settantenne. Che sicuramente sarà in ottima salute, buon per lei. Del resto oggi come oggi il mondo è pieno di vecchiette… pardon, signore attempate e canute sennò i fan del politically correct ci bacchettano, che saltano e ballano in palestra come grilli, si fanno il giro del mondo e danno le piste a tanti giovani che non schiodano il sederino santo dalla poltrona perché drogati di videogames e tv. Tutto vero, e tutto bellissimo: l’età non è importante a meno che tu non sia un formaggio, è solo un numero sulla carta d’identità ciò che conta è lo spirito e sentirsi giovani dentro… Il problema, però, è quando esci da quel dentro. E capita, aivoglia se capita! Soprattutto quando hai un figlio piccolo. Che a vent’anni, se tutto va bene, si ritroverà con una madre di quasi novant’anni. Se va male, visto che l’età media delle donne che decidono di decedere è all’incirca di 84 anni… si ritroverà orfano. Per carità, nel caso del figlio della Obregon sarà pure un orfano ricco. Ma sempre orfano resta. La verità, nuda e cruda, è che molte donne vogliono i figli solo e soltanto per un loro egoismo. Perché solo così si sentono donne realizzate e felici e perché, diciamolo pure, la società così ci vuole. Madri a tutti i costi. Se non li hai, o molto semplicemente non li vuoi, come donna vali zero. O poco più. Che poi è un ragionamento che si sgama da solo quando ti dicono: ma chi si occuperà di te quando sarai anziano? Il che fa presumere che, sotto sotto, la gente fa figli anche per sentirsi al sicuro. Fosse vero, poi, visti i tantissimi anziani sbattuti e dimenticati nelle case di riposo. In tutto questo c’è poi un’altra questione di fondo: quella della maternità surrogata. Se ne discute tanto, oggi più che mai vista la spinosa e discutibile decisione del governo di non permettere la registrazioni dei figli delle coppi omogenitoriali. Ma al di là del chi, ciò che qui si mette in discussione è il cosa fa. E vale per le coppie eterosessuali, come per quelle arcobaleno. Perché, come detto all’inizio, la maternità non è un diritto. Ma molto più semplicemente, e infondo banalmente, un dono. Un’opportunità che madre natura ci dà, ammesso che la si voglia cogliere. Volete a tutti i costi dei figli? Benissimo, più che legittimo e chi se ne impipa se uno è etero o arcobaleno. Adottateli! E tu, governo quale che sia, rendi fattibile questa scelta. Perché il mondo è pieno zeppo di bambini condannati a morte certa. Ed in tutta onestà, e in tutta coscienza, mi sento di dire che piuttosto che farli morire di fame e di stenti è molto meglio affidarli ad una coppia etero, arcobaleno, ad un o una single e finanche ad una donna di 68 anni. Il resto è silenzio, per dirla con Amleto. Ed insano, infantile egoismo.