Le discutibili scelte italiane di non valorizzare il Made in Italy

- di: Redazione
 
L’Italia è un Paese davvero particolare. Si parla tanto di rilancio, valorizzazione di prodotti, promozione delle eccellenze, Made in Italy, ma poi concretamente cosa si fa? Le azioni seguono le parole? Mi viene in mente una massima che spesso si pronuncia: “le parole se le porta il vento”. Ecco, in questa frase è racchiusa tutta la realtà italiana. Parole, parole, parole…sillaba una bella canzone. Parole che restano tali. Sì perché quando si tratta di mettere davvero in pratica i concetti e gli auspici per la promozione dei prodotti italiani, all’improvviso tutto si blocca. Come per le mascherine chirurgiche, verso le quali si è scelto di acquistarle all’estero, quando un’azienda italiana le produceva nel nostro Paese con caratteristiche, materiali e particolarità migliori delle altre, anche per prodotti sanitari innovativi si fa, come si dice: “orecchie da mercante”.

E’ il caso di Aywyn, azienda di Grugliasco 100% italiana del Gruppo Dimensione, leader nella realizzazione di Sale Operatorie mobili molto apprezzate all’estero. Come ad esempio l’Australia che ha scelto proprio la tecnologia Made in Italy di Aywyn per l’assistenza sanitaria in tutte le aree del Continente, anche le più remote. In Australia l’azienda di Grugliasco si è infatti aggiudicata la fornitura di sale operatorie mobili trasportate su gomma, da Tir. I moduli, realizzati negli stabilimenti piemontesi garantiscono l’operatività degli ospedali anche in occasione di ristrutturazioni di aree interne, oltre ad essere utilizzati in situazioni di emergenza. Due unità modulari sono al momento operative a Toowoomba, una città del sud-est del Queensland, nell'Australia nord-orientale e Brisbane, la capitale e la città più popolosa dello Stato australiano del Queensland, nonché la terza città più popolosa dell'Australia.

Il caso di Aywyn nel settore sanitario con le sale operatorie “mobili”

La sala operatoria è dotata di un sistema con PLC che gestisce tutti gli impianti, e il controllo può essere fatto anche a distanza, trasmettendo i parametri tecnici su computer o dispositivi mobili, per un servizio di teleassistenza. Con la stessa tecnologia, inoltre, si può anche offrire un servizio di telemedicina per effettuare diagnosi a distanza. Nel progettare gli interni, i tecnici hanno pensato per prima cosa alla sicurezza di medici e infermieri, proprio perché nei moduli è possibile svolgere un’attività chirurgica a tutti gli effetti. Ogni modulo può ospitare fino a cinque pazienti contemporaneamente, oltre al personale medico e infermieristico. Le unità sono pensate poi per ottimizzare le operazioni di manutenzione, visto che tutti i vani tecnici sono accessibili dall’esterno. 
Ma l’Australia non è un caso isolato per Aywyn. L’azienda è infatti presente nel Regno Unito con il concept di sanità flessibile, grazie a “reparti” ospedalieri trasportabili che consentono di erogare prestazioni sanitarie dove e quando serve. I moduli vengono infatti allestiti in modo diverso e possono ospitare i reparti più comuni, come quelli di diagnostica per immagine, fino a delle sale operatorie vere e proprie o a dei reparti di terapia intensiva. L'azienda è diventata il fornitore di riferimento per le forniture al National Health Service, il sistema sanitario inglese. Il NHS al momento dispone di oltre 50 unità modulari che affitta in base alle varie necessità. Questa formula di noleggio comprende anche le apparecchiature elettromedicali mobili. Ma chiaramente il concept non si adatta solamente al Regno Unito, la Società ha infatti già progettato Unità che rispettano le normative di Francia, Germania, Olanda, Belgio e Italia.

I moduli viaggiano su ruote o su nave e si installano senza che sia necessario usare una gru: tutte le operazioni possono essere gestite da un numero di contenuto di persone e richiedono tempi molto brevi, da 1 a 3 giorni. I moduli poi non hanno bisogno di opere integrative. Sono solo necessari l’alimentazione elettrica, il collegamento idrico e le bombole del gas medicale. Gli impianti per fornire le prestazioni mediche sono installati sul modulo e non devono essere smontati e rimontati durante il trasporto e l’installazione.

Per quanto riguarda le prestazioni sanitarie, i moduli sono completamente autosufficienti: nel caso della sala operatoria c’è un corridoio di collegamento per l’accesso del paziente e del materiale, una zona di preparazione del paziente, una sala operatoria di 30mq dotata di sistema di filtrazione dell’aria in classe ISO5, una sala di risveglio per due pazienti oltre ai locali di servizio: lo spogliatoio per il personale, il locale di lavaggio per i chirurghi e un locale di smistamento del materiale sporco con un percorso in uscita separato da quello del paziente. Ma AYWYN è già al lavoro per sviluppare soluzioni ancora più flessibili. 

Fantascienza? No, semplicemente realtà, una realtà tutta italiana fatta di competenza, abnegazione, studio, progettualità. Una realtà dimostrata da Aywyn ma presente nel nostro Paese con centinaia di altre aziende che, in diversi settori, realizzano prodotti di eccellenza. Il nostro auspicio resta quindi quello che alle parole seguano i fatti perché il nostro timore è che questo vento porti via anche le nostre aziende in altri Paesi. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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