Sbarra (CISL): Costruire un nuovo Patto sociale che contribuisca a realizzare un Paese solidale e produttivo

 
“Il destino del lavoro di domani si decide oggi”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, introducendo la tavola rotonda “Un Patto sociale per il nuovo lavoro”. Sbarra ringrazia tutti i relatori, augurandosi che “l’occasione di oggi possa andare oltre un pur interessante approfondimento sul tema lavoro. Vorremmo piuttosto riuscire a portare a casa un impegno da parte di ognuno, Cisl compresa. Un passo verso l’obiettivo comune di un lavoro più sicuro, formato, produttivo, partecipe”.

“Costruire un nuovo Patto sociale che contribuisca a realizzare un Paese solidale, produttivo, in cui coesistano piena e buona occupazione,
competitività e capacità di adattamento, innovazione e democrazia economica”. Sbarra sottolinea anche la necessità di “riprendere il confronto con le imprese”, con una “alleanza forte da recuperare. Il lavoro qualunque esso sia deve essere un luogo di vita, non il posto dove si ammalano o muoiono le persone. Il presidente Bonomi sa che come Cisl non abbiamo fatto di tutta l’erba un fascio, perché ci sono tante imprese che hanno investito e continuano a farlo sul tema della salute e della  sicurezza sul lavoro, ma esiste una moltitudine di realtà aziendali che continua a ritenere la sicurezza un costo e non un investimento” –  ha detto  rivolgendosi al presidente di Confindustria Carlo Bonomi presente all’assise Cisl.  “E’ questa cultura che noi dobbiamo sconfiggere: – ha aggiunto il leader della Cisl  – perché chi investe sulla sicurezza investe sulla qualità, sulla stabilità e sulla sicurezza del lavoro”.

“Sono sempre stato lontano dalle sirene, da chi pensa che i posti di lavoro arrivano per decreto o con un tratto di penna in Gazzetta ufficiale: è demagogia, populismo. Il vero lavoro stabile e contrattualizzato arriva se ripartono gli investimenti pubblici e privati,  se stabilizziamo il precariato che non può essere demonizzato da chi pensa che vada eliminata ogni forma di flessibilità. Quando la flessibilità è concertata e contrattata il rischio della precarietà si allontana. Questa è la lezione di Tarantelli, D’Antona e Biagi”. La precarietà molte volte è frutto dell’invasione legislativa sulle materie proprie delle parti sociali”, ha concluso Sbarra parlando di “diritto universale alla formazione” e di “apprendimento come diritto soggettivo e perpetuo, unito a politiche attive efficienti e ammortizzatori universali. Questo è oggi il vero articolo 18”.
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