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Lasciatemi cantare… ma non in italiano, dice Meta

- di: Barbara Leone
 
Bye bye Facebook, adios Instagram. Statte bbuono Zuckerberg. Che tanto bene, però, evidentemente non sta vista la notizia che sta circolando in queste ore e che ha letteralmente sconquassato il mondo dei social. Quel simpaticone di Marchino, infatti, ha deciso di non rinnovare l’accordo con la Siae. Che vor dì?, direte voi. Molto semplicemente che entro 48 ore tutta la musica italiana su Facebook e Instagram verrà letteralmente silenziata. E così un team creato ad hoc dal colosso californiano rimuoverà tutti i contenuti (video e reels) recanti tracce del repertorio Siae. Praticamente tutti, visto che la Siae, in quanto ex monopolista, è la collecting leader di mercato in Italia. Un caso unico in tutta Europa dettato da una scelta, secondo la Siae e tutta l’Italia intera, assolutamente incomprensibile. “La decisione unilaterale di Meta di escludere il repertorio Siae dalla propria library lascia sconcertati gli autori ed editori italiani - si legge in una nota della società che gestisce i diritti d’autore -. A Siae viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti. Colpisce questa decisione, considerata la negoziazione in corso, e comunque la piena disponibilità di Siae a sottoscrivere a condizioni trasparenti la licenza per il corretto utilizzo dei contenuti tutelati. Tale apertura - continua la nota - è dimostrata dal fatto che Siae ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal 1 gennaio 2023. Siae non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell'industria creativa italiana”. Dal canto suo Meta, attraverso un suo portavoce, ribatte: “Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae. La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità e per questo motivo da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae nella nostra libreria musicale.

La musica italiana eliminata da Instagram e Facebook

Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano. Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 Paesi nel mondo, continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti”. Ora, senza entrare nel merito di quanto sia giusto che la Siae abbia il monopolio della musica italiana, con tutte le conseguenze giuste e sbagliate del caso, la cosa più grave è che ad oggi i social sono i mezzi più usati per pubblicizzare il proprio lavoro artistico. Penso ovviamente agli artisti emergenti italiani, a chi non ha santi in paradiso e manco a Sanremo, a chi si vuol fare conoscere senza per forza passare per i canali tradizionali di quel mainstream che, piaccia o non piaccia, è ancora rappresentato da radio e tv. Ecco, ciò che fa più rabbia è che per l’insensata logica targata Meta, ci andranno per le piste innanzitutto loro. Senza contare che noi, semplici utenti, verremo drasticamente limitati nei contenuti che, con la leggerezza che si deve al mezzo, più o meno tutti condividiamo sulla nostra bacheca. Con l’ovvio risultato che in moltissimi si allontaneranno (ancor di più, perché oramai le persone normodotate usano i social col bilancino), e tutto si ridurrà ad uno sfogatoio pubblico ove si condividono fake news e giudizi sommari. Che poi: ma ti pare che Zuckerberg debba decidere quale musica mettere in sottofondo alle mie storie, dopo che già ogni due per tre mi (e ci) censura tutto il censurabile possibile ed immaginabile? Gli devono andare davvero molto male le cose a Meta. Diversamente, è tutta una follia. E come dice Vasco… Voglio trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l’ha.
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