Innovazione: Cia, puntare su infrastrutture e proprietà dei dati

 
Al forum “Agriculture 5.0”, il ruolo cruciale delle organizzazioni nella transizione digitale delle aziende

Ricerca, tecnologia, ma anche proprietà dei dati, sono tra gli asset principali della futura agricoltura e lo sono anche guardando agli effetti della crisi pandemica, come a un'opportunità per consolidare il ruolo strategico del settore nell’economia del Paese. Questo il punto di Cia-Agricoltori Italiani al forum “Agriculture 5.0” di Promoest dove nel dibattito con università, istituzioni e mondo delle imprese, ha rinnovato l’impegno dell’organizzazione nel sostenere la svolta digitale e sostenibile delle aziende agricole italiane.  Nel dettaglio, è sul valore dei dati, prodotti sul campo, oltre a materie prime e cibo, che Cia-Agricoltori Italiani ha posto l’accento come nuova risorsa su cui puntare. A sostenerlo, nel corso dell’evento che Cia ha anche patrocinato, l’intervento di Matteo Bartolini della giunta nazionale e presidente di Cia Umbria e di Claudia Merlino, Direttore generale.  Agricoltura di precisione, come anche AI, IoT, blockchain & advanced sensor technology,  per citare alcuni degli strumenti chiave, favoriscono, infatti, in chiave innovativa, la produzione di un’incredibile quantità di dati da parte degli agricoltori che, in quanto produttori di quei dati, devono poterne conoscere il valore e beneficiarne per la loro crescita e competitività sul mercato.  “La crisi socio-economica che stiamo affrontando -è intervenuto Matteo Bartolini nella tavola rotonda ‘Agricolture 5.0: soluzioni per l’agricoltura di precisione’ - ci offre l’occasione per aggiornare le politiche agrarie puntando su precision farming e digitale, come leve utili per il rilancio dell’agricoltura, tenendo conto delle nuove emergenze sanitarie e non solo, ma anche degli obiettivi che ci pone la transizione green Ue. Questo -ha precisato Bartolini- ci porta a considerare l’innovazione in senso anche più ampio, guardando al processo, al prodotto e all’organizzazione, in stretto dialogo con la scienza e la ricerca, e per la sostenibilità non solo ambientale ed economica, ma anche sociale.  Il digitale, dunque, anche a servizio degli agricoltori, per esempio con un’App come creata da Cia Umbria -ha aggiunto Bartolini- per raccogliere informazioni e soprattutto permettere ai produttori agricoli di segnalare tempestivamente anche ad altri, le problematiche in campo, come la presenza di malattie. In Italia -ha concluso- ci sono 12,4 milioni di ettari di SAU di cui solo il 4% è digitalizzato. La meccanizzazione agricola sta procedendo in modo spedito, ma occorre intervenire oltre che sul digital divide, anche sul piano culturale con affrancamento e formazione. Le organizzazioni di settore sono su questo fronte cruciali, l’anello di congiunzione tra innovazione e tradizione". “Cia-Agricoltori Italiani ha una duplice missione -è intervenuta il direttore generale Claudia Merlino, nella tavola rotonda ‘Agricolture 5.0: AI, IoT, Blockchain & Advanced Sensor Technology’-. Da una parte, nel dialogo e confronto costante con le istituzioni per fornire a tutte le imprese sul territorio italiano, in particolare nella aree interne, le condizioni di base per operare e quindi, per esempio, le infrastrutture digitali necessarie a introdurre tecnologie. Aggiungendo a questo, l’obiettivo primario della democrazia digitale e il governo strategico del PNRR perché le risorse necessarie alla crescita sostenibile delle imprese, vadano effettivamente anche al settore agricolo che, soprattutto dopo la pandemia, deve poter capitalizzare il suo valore. Dall’altra, invece, c’è il fronte delle competenze che vanno portate a fattore comune. La transizione digitale -ha precisato Merlino- deve riguardare anche le organizzazioni e, soprattutto, nei suoi servizi agli associati. Quindi -ha concluso Merlino- l’innovazione è un centro di focus strategico non solo per i produttori agricoli che sono chiamati direttamente a evolversi in termini di efficienza e flessibilità. Altrettanto importante, infine -ha concluso il direttore generale di Cia- la valorizzazione della qualità dei prodotti. Introdurre in azienda soluzioni tecnologiche innovative, permette di recuperare tempo ed energie utili a fare più ricerca e migliorare i prodotti, senza dimenticare l’impatto sulla vendita e le azioni di marketing”.
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