Industria 5.0, Confael: il mercato del lavoro va ripensato da zero

 
È necessario ridisegnare da zero la regolamentazione del lavoro, per affrontare i cambiamenti che l’intelligenza artificiale sta già producendo nel mercato. Lo denuncia la Confael che ha deciso di dare vita a una tavola rotonda tra lavoratori e imprese proprio per discutere tutte le implicazioni del passaggio all’Industria 5.0.

“Intelligenza artificiale, Big Data, IoT – osserva Domenico Marrella, segretario generale della Confael – hanno già prodotto enormi cambiamenti nei rapporti di lavoro. Aspetti come la formazione, ma anche la sicurezza dei lavoratori, vanno completamente ripensati. Anche perché l’impianto normativo risale allo Statuto dei Lavoratori, quindi a una legge che ormai ha 53 anni. Bisogna avere il coraggio di abbattere questo tabù – sottolinea il leader della Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori. - Perché chi si illude di garantire i diritti dei lavoratori con delle norme scritte ai tempi dell’Industria 2.0, non fa altro che tagliare fuori quegli addetti dal mercato del lavoro”.

Il punto di partenza, secondo il segretario generale della Confael, è la questione dei giovani. “Oggi assistiamo a una situazione paradossale. I nostri ragazzi sono gli unici che possono affrontare questo passaggio senza alcun problema. Eppure un numero troppo elevato di giovani è costretto a trasferirsi all’estero per trovare un posto di lavoro che consenta loro di sfruttare tutte le proprie capacità. E che magari non soffra disparità di trattamento rispetto ai lavoratori più anziani”. E questo anche se in Italia le occasioni non mancano: “Nel 2022 il mismatch a livello nazionale ha raggiunto il 40% e ha determinato una perdita di valore aggiunto per 37,7 miliardi di euro. E i dati oltretutto sono in crescita – sottolinea Marrella. - Tra le professioni altamente specializzate, si fa fatica a trovare tecnici in campo ingegneristico, tecnici della gestione dei processi produttivi, analisti e sviluppatori di applicazioni, tecnici della salute”.

In questo processo, devono essere coinvolti anche i lavoratori più anziani. “Devono essere previsti dei percorsi di formazione e aggiornamento che consentano di acquisire le nuove competenze digitali – prosegue il segretario generale della Confael. - Oltretutto, la trasformazione che stanno subendo i processi produttivi consentirà di sfruttare a pieno le capacità e le abilità peculiari che ciascun singolo lavoratore ha sviluppato. In quest’ottica, ogni addetto non deve assolutamente essere considerato un costo, perché può diventare una risorsa preziosa per l’impresa. Per questo è fondamentale seguire quell’approccio umano-centrico che la Commissione Europea sostiene” conclude Marrella.
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