Il Meloni’s show

- di: Barbara Leone
 
Sembra Zelig. E invece è un comizio di Giorgia Meloni. La sempre più bionda leader di Fratelli d’Italia torna più virale che mai. E lo fa dopo l’ormai famigerato, nonché memorabile, discorso-tormentone “io sono Giorgia sono una donna sono una madre sono cristiana”, che nella sua versione remix ha scalato le vette delle hit parade (italiane e non solo) manco fosse l’ultimo singolo dei Maneskin. Ora la divina Gggiò ci riprova. E lo fa scientemente, nella piena consapevolezza dell’innato talento comico che da sempre la contraddistingue.  Il video, sapientemente ripreso dal mitico Meloni-chan che in men che non si dica lo ha fatto balzare in trend topic su tutti i social, è tratto dal suo discorso a chiusura della conferenza programmatica del partito. Tra un immancabile Va’ pensiero (Peppiniello Verdi perdonala, perché non sa quello che fa), un “perché noi siamo la voce del popolo” ed un “vogliamo dare orgoglio a questa nazione”, l’adorabile trumpista de la Garbatella ha letteralmente mandato in brodo di giuggiole l’estasiata platea con un aneddoto che, di per sé, non aveva nulla di straordinario. “Arriva il giornalista di turno -  racconta avvolta dal religioso silenzio dell’auditorium - e a uno dei nostri delegati fa questa domanda: ma questa maglietta scura è un omaggio alle camicie nere?”.

A questo punto the Mellonsss dà veramente il meglio di sé. Cambia letteralmente i connotati. Occhi strabuzzati all’inverosimile, mimica da far invidia a  Marcel Marceau, braccia che si dimenano in una gestualità che dice tutto pur senza proferir parola, e piroette del sinuoso corpo a sottolineare lo sbigottimento di chi prova costernazione davanti a una domanda sciocca. E se la sta facendo sotto dal ridere. Insomma, un vero e proprio show. Coronato da un applauso scrosciante del pubblico in visibilio, che è forse il dato più preoccupante di quest’assurda e surreale tragicommedia. 

Perché, in tutta onestà, da un leader politico ci aspettiamo ben altro: compostezza, rispetto, serietà. Perché la Res publica è, e resterà sempre, una roba seria. Forse siamo antichi, o semplicemente degli inguaribili idealisti. Ma buttarla così in caciara, per dirla alla romana, è veramente avvilente e triste. Saranno pure cambiati i tempi, è vero. Ma alla mediocre sciatteria di questa classe politica non ci abitueremo mai. Anche se poi, a ben guardare, un messaggio sottinteso in tutta questa pantomima c’era pure. E, manco a dirlo, era diretto ai giornalisti. Che, secondo la Melonissima Giorgia, fanno domande lunari. Che cosa voglia dire, lo sa solo lei. Ma tant’è. I giornalisti faranno pure domande lunari, ma lei c’ha un ego così stellare da poter  raggiungere la Cristoforetti. Che, però, ce la rispedirebbe indietro con tanti saluti e baci. Cala Gggiò. Cala. Torna tra noi comuni mortai, quelli terra terra. Che le elezioni non si vincono con gli show. 

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