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IG Italia - NFP: a gennaio creati 517 mila posti di lavoro, tasso di disoccupazione al 3,4%

- di: Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
 
L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che, nel mese di gennaio, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 517 mila nuovi posti di lavoro, dato migliore rispetto alle attese del consensus (+185k nuovi impieghi). Il tasso di disoccupazione si attesta al 3,4%  (aspettative al 3,6%).

Riviste fortemente al rialzo le cifre dei mesi scorsi (+71 mila posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti). Il dato di novembre è stato rivisto al rialzo di 34 mila unità a +290k, quello di dicembre di 37 mila a +260k.

Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,4% (ancora ben lontano dai livelli di febbraio 2020 quando si attestava al 63,3%). I salari medi salgono dello 0,3% m/m (consensus +0,3%). I salari sono saliti del 4,4% a/a (consensus +4,3%, mese precedente rivisto al +4,9% a/a).

Reazione mercati: acquisti sul dollaro, vendite sull’equity

I dati sul mondo del lavoro statunitense sono stati abbastanza sorprendenti soprattutto nella parte di crescita di nuovi posti lavoro che ha quasi triplicato le aspettative di mercato. Riviste fortemente al rialzo anche le stime dei mesi precedenti.

Tali dati smentiscono la narrativa delle banche centrali e soprattutto le aspettative dei mercati. Il mondo del lavoro statunitense si conferma forte, molto forte, nonostante le mosse restrittive della Federal Reserve. La crescita dei salari si mostra consistente e porterà ulteriori pressioni inflazionistiche.

Le banche centrali, e in particolare la Federal Reserve, dovrà fare ulteriori sforzi per riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Uno o due rialzi di 25 punti base potrebbero non bastare.

La reazione sui mercati è stata immediata. Il dollaro si è apprezzato notevolmente. Il cambio EUR/USD è sceso da 1,0930 a 1,0840. Il GBP/USD è sceso da 1,2250 a 1,2120. Vendite sull’azionario soprattutto sul settore tecnologico Usa più sensibile alle decisioni della Fed sui tassi.
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