CHIARA FERRAGNI/1: Gettati finalmente alle ortiche i messaggi scritti, la Ferragni si dedica a quelli visivi, ripresentandosi per la serata finale in un abito di seta di Daniel Roseberry per Schiaparelli in uno strepitoso tono di blu con una scultura dorata che ricorda la guerriera contro cui si batté per la prima volta il gladiatore nell’omonimo film di Ridley Scott, dopo essere stato declassato da Massimo Decimo Meridio a Ispanico (però meglio dire Iberico). Peccato per quelle decolletes nere, altrimenti sarebbe stato un trionfo. Voto: 9
AMADEUS: Continua la sua epopea shiny, così convinto da far sembrare bella la giacca nera con cristalli d’ordinanza e in tono. I pantaloni, però, continuano a essere troppo stretti e, quando poi passa alla giacca bianca, la débâcle è servita. Voto: 5
GIANNI MORANDI: dopo la perplessità suscitata dall’outfit della prima uscita, si è ripreso alla grande, rassicurandoci come soltanto lui e Giorgio Armani sanno fare. Voto: 8
TANANAI: Ineccepibile nel suo outfit Gucci. Uomini, prendete esempio. Voto: 8
CHIARA FERRAGNI/2: Seconda uscita con Schiaparelli che cita un’opera dell’artista francese Yves Klein e pure un po’ il Dior trompe l’oeil della prima serata. Voto: 5
DEPECHE MODE: Strepitosi. Dave Gahan è una conferma di classe e stile, e vorrei sapere il segreto di Martin Gore per essere ancora più o meno uguale a quando, nel lontano 1986, me lo ritrovai accanto durante un party al Boccaccio, discoteca sanremese piuttosto in voga all’epoca, in una mise strepitosa con tanto di gonnina di pelle. Voto: over the top.
ROSA CHEMICAL: non è possibile indossare una gonna di pelle meglio di Martin Gore, che la portava già trent’anni fa (vedi sopra). Si tace, perché fuori argomento, sul siparietto con Fedez, che sa un po’ di extrema ratio. Voto: look a scoppio ritardato.
ELODIE: dopo il crollo della quarta serata in cui era entrata un po’ troppo nel ghetto mood, a meno che il Quartaccio non si possa considerare tale, si è ripresa ieri sera con uno splendido abito Versace in pizzo e velluto con una sensuale manica a guanto. Un vestito che, onestamente, possono davvero indossare in poche. Azzeccato il bracciale Bone della collezione di Elsa Peretti per Tiffany & Co. Voto: 7,5
LEO GASSMANN: la sua stylist ha avuto la meglio dopo l’exploit da muratore in pieno agosto e ha sfoggiato un look quasi classico: però la giacca nasconde una sorpresa, nonché la solita canotta: velata nera, stavolta. Evidentemente, proprio non resiste. Voto: 6,5
SHARI: alla fine, come presagivamo, ce l’ha fatta. Dopo il look alla welcome-to-the-jungle e l’omaggio (involontario?) a Britney Spears, durante la finale ha indossato un abito nero abbinato a combat boots very cool. Brava. Voto: meglio tardi che mai.
MR. RAIN: Perfetto il completo bianco GCDS con pantaloni cargo. Lo si ama per la maglietta argentata con le maniche che sbucano dai polsini della giacca. Voto: 8.5
GIORGIA: Vestitino corto, stivali stringati al ginocchio, sembra di essere in un video di Austin Powers. Consiglio: mai sentito parlare di armocromia? Ridatele Dior, s'il vous plait. Voto: mestizia.
MARCO MENGONI: Standing ovation, anche se si è presentato con un look identico alla terza serata, ma in tessuto e non in pelle. Bellezza immarcescibile ma per la finale si poteva fare di più. Voto: 7 (soltanto perché è lui, eh).
LAZZA: Per il secondo classificato, una mezza catastrofe in Missoni, in un rosso che lo stravolge, e con accessori neri, oltretutto. Perché? Voto: Stendhal è un’altra cosa.
ULTIMO: Sempre in sporty style smanicato di Emporio Armani, che gli dà un’aria un po’ persa, tipo passavo di qua per caso. Voto: anche no.
MADAME: A piedi nudi sul palco e in vestaglia Offwhite, bella per carità ma in un’altra occasione, magari. No, vabbè. Voto: quasi sonnambulismo.
I CUGINI DI CAMPAGNA: Si sa, sono fra i nostri preferiti. Continuano la loro ascesa su un arcobaleno di glitter e noi li amiamo. Sì. Voto: 9
CHIARA FERRAGNI/3: Classico e bello l’abito lungo di Daniel Roseberry per Schiaparelli, nero, con scollatura profonda, indossato con una collana che riproduce un utero a simboleggiare, nelle intenzioni, l’attivismo per i diritti riproduttivi: come diceva Mademoiselle, lo stile è un’altra cosa. Voto: 7 (per l’abito).
LUISA RANIERI: Tornano gli antichi fasti di Sanremo grazie alla splendida Luisa Ranieri, in un meraviglioso abito di Versace dallo spacco galeotto. Voto: 10, l’unica a meritarselo.
ARIETE: fa tenerezza con la sua aria da Charlot, in un abito trapunto di frammenti di dischi, indossato perché “è la prova che tutti possono indossare tutto a prescindere dal sesso e poi perché ci sono pezzi di dischi e spero di portarmi dietro questo abito, questo lavoro, questa passione e questa esperienza per tutta la vita”. Voto: 6.5
COMA_COSE: Hanno riservato il meglio per la finale. Entrambi griffati Vivienne Westwood, al festival loro rappresentano la moda. Voto: 9
OLLY: Finale con tutti i crismi, look bello bello in modo assurdo. Voto: 8.5
LEVANTE: Ha perseverato, indefessa, nel suo esperimento (catastrofico). Levante, torna in te. Voto: l’esempio di nonna Ciccone sta facendo troppi danni.
PAOLA & CHIARA: Si autocitano con abiti quasi uguali a quelli della prima sera (ma la cintura ha dimensioni più contenute e non sembra quasi più una fascia obi. Peccato!). Per la finale ci saremmo aspettati di meglio. Voto: 7, alla citazione di loro stesse medesime.
CHIARA FERRAGNI/4 e oltre: Splendida l’uscita in Schiaparelli con un look in velluto nero, il tessuto più amato del festival 2023. Per i disegni delle parti del corpo, tocca poi agli addominali a spiccare su fondo bianco, per denunciare lo stereotipo sessista secondo cui una donna per essere presa sul serio in certi ambiti debba assumere comportamenti maschili o debba vestirsi da uomo. E la fluida meraviglia di passare da un atteggiamento all’altro dove la mettiamo? Si scherza, dai. Voto: 8 al vestito nero, N.C. al disegnino, che farà infuriare più di un’influencer: ancora rosicano perché la piccola Chiara doveva rivolgersi a loro per fare un perfetto monologo, anziché scrivere “da sola” la sua letterina oppure affidarsi a scritte e disegnini.
ORNELLA VANONI: È lei la vera signora in rosso (Dior). Voto: 8
ACHILLE LAURO: Archiviata l’iconografia cattolica per fare scandalo con le trovate da Madonna (nel senso di cantante) anni Ottanta, la tutina total red di velluto può permettersela (quasi) soltanto lui. Voto: 7
ANNA OXA: Ormai non si riprende più. Saio nero, piedi nudi (sembrerebbe il corrispettivo in black di Madame), capelli che fanno pensare a un nido di chiurli. Voto: non c’è più speranza.
MARA SATTEI: Anche per la finale, non si smentisce, in uno splendido abito cangiante Armani Privé, penalizzato però da trucco, parrucco e scarpe. Voto: 6.5
gIANMARIA: in total black e una camicia velata che poi toglie a metà (deve essere una sua fissa) durante la performance. Voto: 7
COLLA ZIO: Si sono liberati dalla tendenza uniposca per convertirsi al total black di casa in questo festival. Hanno fatto bene. Voto: 7
GINO PAOLI: Nonostante la terrificante abbinata di giacca bianca e camicia blu, gli si perdona tutto. Voto: evergreen.