I coriandoli della discordia
- di: Barbara Leone
Lo sappiamo tutti: sostenibilità è la parola d’ordine dei giorni nostri. Ma soprattutto del futuro. Proprio per questo, oggi più che mai, è di fondamentale importanza educare i più piccoli al rispetto dell’ambiente e della natura che ci circonda. E bisogna farlo sempre, feste comandate comprese. Nasce da qui la lodevole, seppur bizzarra per i più, iniziativa del Parco Uditore di Palermo, un’immensa area verde incastonata nel cuore pulsante della città, che con i suoi nove ettari di verde rappresenta il terzo parco urbano più grande d’Italia. L’area, di proprietà della Regione Sicilia ed affidata al Corpo Forestale, è stata riqualificata relativamente da poco (era il 2010) su iniziativa popolare dopo esser stata per anni feudo dei mafiosi. Totò Riina in primis, che ne fece il suo covo prima di essere arrestato nel 1993. E difatti il Parco è stato ribattezzato “della memoria e della legalità”. Ora, a dispetto della sua cattiva fama, rappresenta una sorta di oasi di pace e benessere per tutti i palermitani, impreziosito da piste ciclabili, palestre all’aperto, aree gioco per bimbi e cani, mercati biologici e tanto altro ancora. Un fazzoletto di paradiso, insomma, al punto da meritare un gemellaggio col curatissimo St. James's Park di Londra. Il tutto gestito, di fatto, da un nutrito gruppo di volontari facenti capo ad una cooperativa che senza fondi pubblici si occupa della manutenzione ordinaria. che vuol dire potare gli alberi, tagliare il manto erboso, aggiustare le panchine, spazzar via cartacce e cicche e quant’altro. Stupisce dunque, ma neanche troppo, che oggi proprio quei palermitani che l’hanno fortemente voluto insorgano contro il Parco stesso. Il motivo? I coriandoli e le stelle filanti. E no, non è uno scherzo di Carnevale! La pietra dello scandalo è un post pubblicato sulla pagina Facebook del Parco, in cui i gestori scrivono a caratteri cubitali che da quest’anno (evidentemente in previsione del carnevale) sarà categoricamente vietato introdurre coriandoli, stelle filanti e bombolette spray.
Parte da Palermo una campagna "green" contro i coriandoli
Non contenti fanno sapere che se tale divieto non sarà rispettato si vedranno costretti a sospendere temporaneamente la pubblica fruizione del Parco per preservarne il decoro e la pulizia. Il perché di questa decisione è abbastanza intuibile, e sinceramente non ci vuole Einstein per arrivarci. Seppur divertente, lanciare in aria coriandoli e stelle filanti, e ancor di più improvvisarsi novelli Picasso a suon di variopinte bombolette spray, non è certamente il massimo per l’ambiente. Per carità: non è che sia questa la fonte primaria dell’inquinamento globale. E però, come diceva Madre Teresa di Calcutta, quello che facciamo è solo una goccia nell'oceano ma l’oceano senza quella goccia sarebbe più piccolo. Un insegnamento prezioso, che vale per tutto e che tutti dovremmo tenere sempre a mente. Possibilmente mettendolo anche in pratica. A cominciare proprio dai bambini. Che sono il domani, il futuro, l’unica possibile speranza e salvezza per questo nostro povero mondo. Quanto sarebbe utile, dunque, cogliere quest’occasione per trasmetter loro una visione altra, e alta, delle cose? Magari dando anche sfogo alla loro creatività. Quelle mamme che tanto si sconvolgono perché, giustamente, i curatori di questo Parco non vogliono mettersi a rastrellare (per giunta a gratis, perché in tutto questo non vi è alcun ausilio della Pubblica amministrazione) fra cespugli e panchine alla ricerca del coriandolo perduto potrebbero, per esempio, far raccogliere ai loro bambini le foglie secche e bucarle per creare dei coriandoli sostenibili. O far sparger loro semi al posto dei coriandoli di carta che, oltre a creare una monnezza che dura per mesi, molto spesso contengono microplastiche e quindi non sono nemmeno biodegradabili. Bestemmia: guai a chi tocca le tradizioni! Mica siamo in Germania, dove è nata addirittura una start-up che produce coriandoli sostenibili fatti di semi di 23 specie di piante selvatiche autoctone che si trasformano in cibo per api e altri insetti. Quando si dice unire l’utile al dilettevole. E invece no: le mammepancine si stracciano le vesti al grido di “gomblottohhh, volete togliere il divertimento ai nostro pampinhhiii”. Perché se non lanciano i coriandoli e sparano schiuma sulle panchine, poveri pampinhhiii, che ci vanno a fare al parco? Magari imparano a non sporcare e a divertirsi rispettando la natura ed il lavoro di chi, armato di ramazza e buona volontà, ha trasformato una discarica a cielo aperto in un prezioso polmone verde che tra gelsi e rododendri cela una speranza: quella di una Palermo migliore ed a misura, guarda un po’, proprio dei bambini.