Gonzo a Gozo

- di: Barbara Bizzarri
 
Forse pensava di essere ancora in Italia, dove fatti del genere sono all’ordine del giorno tanto da essere considerati quasi normali e giustificabili, tanto poi accorrono i genitori, gli amici, i pedagoghi improvvisati. Un altro incivile italico, dopo i quattro pirla arrestati in India mentre imbrattavano vagoni della metro credendo forse di essere nel paesello sempre pronto ad accogliere e perdonare,  si è fatto riconoscere a Malta per aver vandalizzato un monumento storico: durante una gita scolastica, ha inciso le iniziali “B+L” (come un bimbominkia qualsiasi) su una delle pietre millenarie del complesso monumentale di Gigantia, classificato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Colto in flagrante da un agente di sicurezza che ha subito chiamato la polizia, è stato fermato e processato immediatamente dal Tribunale di Gozo, che gli ha comminato una condanna a due anni di carcere con pena sospesa per quattro e il pagamento di una multa di 15 mila euro. L’agenzia governativa Heritage Malta ha diffuso un’immagine del «danno irreparabile» causato dallo studente varesino, biasimando «senza riserve» l’atto vandalico in questione. I templi megalitici di Gigantia rappresentano uno dei fiori all'occhiello del patrimonio storico-culturale internazionale: realizzati tra il 3.600 e il 3.200 a.C. e utilizzati fino a circa il 2500 a.C., sono infatti le più antiche strutture del genere al mondo. Non stupisce che un italiano non ne riconosca il valore ma, del resto, chi glielo insegna, se i nostri monumenti sono i primi a essere vandalizzati dalle scolaresche in gita.

Studente italiano in gita a Malta sfregia un monumento

E, se si danneggiano questi, non c’è da stupirsi poi se alle fermate degli autobus a Roma, per dire, non è possibile neanche installare una panchina, e ci si deve arrangiare su marciapiedi e recinti, visto che, quando ci sono, vengono prontamente divelte e tutto dà l’idea di un collasso generale: dalle mura imbrattate, alla proprietà pubblica che viene regolarmente vandalizzata, dai cassonetti in poi, in un Paese dove la volgarità spadroneggia, ormai, nello squallore legittimato della nostra epoca. Ecco la degna conseguenza del “so’ ragazzi” per cui tutto si giustifica, tutto si comprende e tutto si perdona, pur di rintronare le giovani generazioni, renderle sempre più ignoranti, mentre poi, a causa dell’illusione che tutto sia facile, semplice, e lecito, alla prima difficoltà, come logica conseguenza, si buttano da un ponte. Potere del processo di rimbambimento che autorizza ogni aberrazione, da sparare agli insegnanti a pestarsi nella periferia disagiata e a volte pure in centro, non avendo nulla di meglio da fare, tutto è concesso ai cocchi belli di mamma dalla generazione (la mia) di genitori più incapace che storia italica ricordi. Ecco un’altra prova, semmai ne avessimo avuto bisogno, del colossale fallimento di famiglia, scuola e società, peggiorata dopo tre anni di regole assurde e insensate che hanno mandato, come prevedibile e forse auspicato, i cervelli dei più giovani in pappa: si sapeva che dad, assoluta proibizione di contatti fisici, sport e interazioni, oltre alla privazione di ossigeno da pezza in faccia, avrebbero portato all’implosione delle nuove leve, oltre ai danni vari ed eventuali da sieri in fase di sperimentazione. E, proprio adesso che sta uscendo il marcio, sarebbe bello se tutti i sostenitori della scienza che non verifica i dati evitassero il comodo escamotage di fare finta di niente: anche se sarebbe da gente con la schiena diritta, e non da pavidi sostenitori del ‘viva la Franza e viva la Spagna, purché se magna’.
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