Giovani scansafatiche: il solito insopportabile mantra di chi è arrivato…con l’aiuto di papà

- di: Barbara Leone
 
I ragazzi non hanno voglia di lavorare. Parola di B&B. Che non è Brigitte Bardot, e nemmeno un albergo. Anche se siamo in tema hotellerie e ristorazione. E’ quest’ultimo, infatti, il settore in cui opera Alessandro Borghese, professione chef. E indirettamente è anche il campo di Flavio Briatore, professione imprenditore che gestisce, tra le altre cose, una ventina di locali sparsi in giro per il mondo. L’anomala coppia B&B è balzata in trend topic su tutti i social dopo aver disquisito in perfetta armonia su di un argomento spinoso e delicato: lavoro e giovani. Ad accender la miccia è stato il Borghese. Di nome e di fatto. Rinomato chef, sì. Ma anche prezzemolino, è il caso di dire, dei tanti programmi dedicati alla cucina che da giorno a sera invadono ormai da anni il piccolo schermo. Insomma un divetto all’amatriciana, nonché figlio di un’altra B&B, attrice anch’ella come la più famosa e talentuosa Bardot: Barbara Bouchet. Il simpatico reuccio dei patinati fornelli tv ha testualmente dichiarato: “I ragazzi preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato. E la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito. Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con soli vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte ne parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione. Manca la devozione al lavoro, manca l’attaccamento alla maglia. Alle volte ho come l’impressione che le nuove generazioni cerchino un impiego sperando di non trovarlo perché, quando poi li chiami per dare loro una possibilità, non si fanno trovare”. Tempo un nanosecondo, ecco che gli fa eco Briatore: “Quello che dice lo chef Alessandro Borghese è la verità: molti ragazzi cercano lavoro sperando quasi di non trovarlo. Preferiscono il reddito di cittadinanza a un percorso di carriera e così rifiutano anche quando vengono assicurati stipendi adeguati e contratti a lungo termine. Io terrei il reddito di cittadinanza solo per le famiglie bisognose, ma lo bloccherei per i giovani. L’Italia non può dare contributi a fondo perduto a chi non lavora, così si spinge la gente a vivere di elemosina”.

Alla base del ragionamento di Borghese e quindi di Briatore c’è una falla gigantesca: il lavoro va pagato

Ora: che ci sia una quota parte di giovani fortemente allergica alla fatica è senza dubbio vero. Troppo spesso i ragazzi pretendono tutto e subito, specialmente quando hanno alle spalle delle famiglie che li hanno viziati all’ennesima potenza non insegnando loro lo spirito di sacrificio ed il valore del lavoro. Che è pazienza, sudore e fatica. Tutto vero, e del resto basta farsi un giro in uno dei tanti licei frequentati dai cosiddetti figli di papà per capire l’aria che tira. Ma alla base del ragionamento di Borghese e quindi di Briatore c’è una falla gigantesca: il lavoro va pagato. Il tempo va pagato. L’impegno profuso va pagato. Stop. E su questo, cari loro, non c’è discussione. Ok la gavetta, ma con questa scusa si approfitta della gente, e lo si fa da che mondo è mondo. “Lavorare per imparare non significa essere per forza pagati” è una frase che non si può sentire. Io imparo a scuola, all’università, a un master. Formazione e lavoro sono due cose molto diverse. Tanto è vero che i contratti di apprendistato sono opportunamente retribuiti. Perché? Perché è lavoro anche l’apprendistato, guarda un pò. E poi: l’opportunità valeva lo stipendio. E vale in tutti i settori. Questa storia del “ti diamo l’opportunità, la visibilità, ti fai le ossa” è la rovina del mondo del mondo del lavoro. La rovina! Perché ci sarà sempre qualcuno disposto ad accettare queste condizioni indecenti. E più la gente accetterà di lavorare gratis o quasi, più la professionalità verrà mortificata giocando al ribasso. Perché tanto là fuori c’è la fila. 

Facile fare gli splendidi quando hai mammina o papino che ti danno la paghetta

Nel settore della ristorazione poi come si può pretendere di sottopagare ragazzi che lavorano per dieci ore, festivi compresi, e dire che non hanno voglia di lavorare? Certo, per 800 euro al mese vacci te Borghese. O Briatore: vorremo vedere se manda il figlio Nathan Falco a servire ai tavoli gratis. Facile fare gli splendidi quando hai mammina o papino che ti danno la paghetta. Allora sì che puoi giocare a fare il cuoco sulle navi, tanto hai vitto e alloggio gratis e rimorchi pure qualche ragazza. Mica devi pagarti l’affitto, mica hai le bollette. E se guadagni qualcosa ti ci compri la moto o il brillocco per la fidanzata. Basta con questa storia che i ragazzi non vogliono lavorare. Perché non è così. Ce ne sono, certo, ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Ma i ragazzi semplicemente non vogliono fare gli schiavi, vogliono che il loro lavoro venga riconosciuto e che lo stipendio sia proporzionale al costo della vita di oggi. Perché se guadagnano 800 euro e ne pagano 700 di affitto, come fanno a vivere? Devono fare due, tre lavori. Quella di Borghese e Briatore, è becera e miope retorica di chi è arrivato con l’aiuto di papà. E’ sempre la solita solfa, lo stesso identico noiosissimo mantra dai tempi della Fornero che diceva che i giovani dovevano essere choosy. Poi è stata la volta dei bamboccioni, sempre per bocca di un ministro (Padoa Schioppa, per la cronaca). E avanti così. Da Renzi che pontifica: “la sofferenza è un irrinunciabile elemento di crescita”, a Salvini che “i giovani preferiscono stare sul divano a guardare gli Europei piuttosto che lavorare” fino alla perla delle perle. Quella di un’altra chef stellata. Tale Viviana Varese, che per contrastare la pigrizia dei ragazzi propone la seguente genialata: “sono fermamente convinta che si debba in qualche modo generare fame”. Ergo, generare povertà per far accettare qualsiasi lavoro e con qualsiasi stipendio. Qui siamo veramente alla follia. Ma follia pura. Cari Borghese, Briatore, Varese et similia vi diamo un consiglio. Ma proprio di cuore: scendete dai vostri piedistalli dorati, scendete dalle cattedre e fatevi un giro nella vita reale. Potreste rimanere stupiti. E sentirvi un po’ stupidi per la superficialità di certe assurde, e pure un tantino crudeli, esternazioni….gratis pure quelle. 
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