Gatto trasmette covid, requiem per l’informazione

- di: Barbara Leone
 
La paura fa 90. E ha orecchie, coda e fa pure le fusa. L’ultima scoperta scientifica in fatto di covid, infatti, riguarda i gatti. Che, dicono, possono trasmettere il virus. La  notizia arriva dall’altra parte del globo, e più precisamente dalla Thailandia, dove un veterinario avrebbe contratto il coronavirus dopo che un gatto le ha starnutito in faccia. Caso rarissimo, peraltro, dal momento che i gatti difficilmente si mettono a starnutire in faccia alle persone. Senza parlare del fatto che quando vanno dal veterinario sono letteralmente terrorizzati. A conti fatti, dunque, lo farà uno su un milione. O su per giù. Ebbene proprio quell’uno su un milione che ha starnutito in faccia al veterinario gli ha trasmesso il covid. Ma guarda un po’, quando si dice il caso! Spulciando, è il caso di dire, le varie informazioni scopriamo che il micio era stato sottoposto a tampone. Dal momento che tutta la sua famiglia era risultata positiva. E già qui siamo alla follia. Perché veramente è incomprensibile per quale motivo uno faccia fare il tampone al gatto, poverino. Che poi stiamo parlando di un animale cui già solitamente è complicato misurare la temperatura. Spulciando ancor di più veniamo a sapere che per un motivo alquanto ignoto un team di scienziati (un team, signori, per un gatto s’è scomodato un team) ha studiato le sequenze genomiche del virus felino arrivando all’apodittica conclusione: il gatto può trasmettere il covid. Amen. Già, proprio amen. Perché il vero requiem da recitare riguarda l’informazione. 

Perché il vero requiem da recitare riguarda l’informazione


Che ancora una volta spara titoli ad capocchiam senza minimamente considerare le conseguenze che questi titoli possono avere. Perché diciamoci la verità: quante sono le persone che quando leggono una notizia sul web poi vanno a indagare e studiare la questione? Così, a naso diciamo cinque su dieci. E siamo ottimisti. Gli altri leggono solo il titolo. Che in questo caso è sul tono di: covid trasmesso da gatto a persona primo caso accertato. Oppure: covid documentato il primo caso di trasmissione da gatto a uomo. O ancora: un gatto ha trasmesso il covid all’uomo è il primo caso accertato. E potremmo andare avanti a oltranza. Chiamasi narrazione della paura. Che se ne frega pure delle conseguenze. Ma ve l’immaginate quanta gente sull’onda dell’emotività e della superficialità si sbarazzerà dei propri gatti? E siamo pure in piena estate, periodo in cui già di norma gli animali vengono abbandonati per andare in vacanza. Che gli vadano di traverso. I giornaloni che fanno? Sbattono il gatto in prima pagina, con  tanto di titoloni acchiappaclick. 

Notizie create esclusivamente per seminare paura

Volti esclusivamente a seminare paura. Del resto sono settimane che continuano a dirci che che il virus è tornato al galoppo, che i contagi sono in crescita e che l’unica onda che vedremo quest’estate è quella dei positivi che aumentano. Altro che mare. Ciliegina sulla torta, arriva fresca fresca questa notizia dall’altra parte del mondo. Vecchia peraltro, perché il fattaccio, ovvero lo starnuto incriminato, risale ad agosto 2021. Quasi un anno fa. Solo ora, però, gli scienziati thailandesi si sono svegliati e hanno diffuso i risultati delle loro ricerche. Immediatamente ripresi, anzi strombazzati, dai media italiani. Che troppo spesso dimenticano che dare notizie è anche pensare a quale effetto possano avere sulla comunità. Qui si rasenta la psicofollia collettiva. E sinceramente a sto giro non ci stiamo. Perché come sempre a farne le spese saranno i più deboli. Quelli che non hanno parola. E non votano. O ci siamo dimenticati di quanti cani e gatti sono stati lanciati dalle finestre in Cina nel 2020? Ovvio che qui non siamo, per fortuna e ancora, a quei livelli. Ma già la gente è fobica, basti pensare che oggi più di ieri ci stanno vecchietti che camminano da soli con le mascherine. A quaranta gradi all’ombra. Roba che manca l’aria solo a guardarli. Poi avevamo proprio bisogno di una “notizia” (volutamente tra virgolette) simile. Visto che siamo in un Paese drammaticamente arretrato per ciò che riguarda la mentalità verso gli animali. Ma siamo proprio alla follia. Alle comiche finali. Che se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere. Anche perché poi, dubbio fondamentale: ma il gatto era vaccinato? E quante dosi aveva fatto? Sipario. Miaoooo!
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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