Firmata l’Ipotesi di CCNL area Funzioni centrali, triennio 2019-2021

 
È stata firmata in data 25/05/2023 dall’A.Ra.N. e dalle Organizzazioni e Confederazioni sindacali rappresentative l’Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area dirigenziale delle Funzioni Centrali, per il triennio 2019-2021.

L’accordo riguarda circa 6.200 tra dirigenti pubblici e professionisti delle Amministrazioni centrali (ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici), che vedono rinnovato così il proprio contratto collettivo di lavoro. Nel campo di applicazione sono compresi anche i dirigenti sanitari del Ministero della Salute, dell’AIFA e i professionisti medici degli enti previdenziali.

Con riguardo alle più rilevanti novità, l’Ipotesi continua il percorso di valorizzazione dei risultati raggiunti dai dirigenti e professionisti, ponendo l’accento sulla graduazione della retribuzione accessoria, la quale dovrà considerare non soltanto i risultati conseguiti ma, anche, la natura più o meno sfidante degli obiettivi fissati. Si differenzia, inoltre, la retribuzione di risultato riconoscendo in modo selettivo retribuzioni significativamente più elevate.

Dal punto di vista delle regole sul rapporto di lavoro, le parti hanno disciplinato anche per il personale dirigente e per i professionisti l’istituto del lavoro agile, di cui alla Legge 81/2017, adeguando di conseguenza anche il sistema delle relazioni sindacali.

Il percorso innovativo intrapreso negli ultimi anni nella Pubblica Amministrazione prosegue poi con l’introduzione della figura del mentor, ossia un dirigente o professionista esperto che viene chiamato, su base volontaria, ad affiancare il personale neo-assunto durante i primi mesi di servizio, nonché di tutele volte a consentire alle persone di vivere in modo equilibrato la propria identità di genere.

Sono stati rivisitati alcuni istituti normo-economici previsti dal precedente CCNL come, ad esempio, la tutela nei confronti del personale affetto da gravi patologie che richiedono terapie salvavita.

Il nuovo contratto consentirà di riconoscere aumenti medi del 3,78%, parte dei quali sono stati destinati a retribuzione di risultato. Le amministrazioni potranno inoltre riconoscere ulteriori incrementi fino allo 0,22% del monte salari con destinazione vincolata a retribuzione di risultato.

L’accordo firmato oggi diventerà efficace dopo la sua sottoscrizione definitiva, a conclusione dell’iter di verifica e controllo della sua compatibilità economica e finanziaria, come previsto dalla normativa vigente.
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