Federproprietà, dimenticati baby-sitter, colf e badanti nella priorità delle vaccinazioni

 
“Nel nostro Paese baby-sitter, colf e badanti che assistono bambini ed anziani che non sono autosufficienti sono circa due milioni. Questo lavoro subordinato con la pandemia si sta rivelando ancora più prezioso a causa dell'aumento del fabbisogno da parte delle famiglie per l'assistenza ai bambini (con le scuole chiuse) ed agli anziani soli e non assistiti dalla medicina territoriale” - ha dichiarato il Vicepresidente di Federproprietà, Sen. Riccardo Pedrizzi.

“Negli ultimi dieci anni infatti sono progressivamente diminuiti i collaboratori domestici (-32,1% dal 2012) e sono aumentati gli assistenti familiari (+11,5% dal 2012). La tendenza opposta è dovuta ai diversi fabbisogni delle famiglie: la cura agli anziani, considerate anche le dinamiche demografiche, è sempre più essenziale, mentre la crisi economica ha determinato una rinuncia da parte di molte famiglie ad affidare alle colf pulizie e cura della casa”. “Questo esercito di lavoratori è composto per il 70,3 per cento da stranieri e per il 88,7 per cento da donne. E sei collaboratori domestici su dieci sono irregolari dal punto di vista contrattuale. Secondo i dati Inps 2019 i regolari sono meno della metà: 849 mila (di cui 441 mila collaboratori domestici e 407 mila assistenti familiari [ badanti])” – prosegue il Vice presidente di Federproprietà Riccardo Pedrizzi .

“Il coronavirus ha portato a un boom di assunzioni di lavoratori domestici, in particolare di quelli dipendenti dalle famiglia dei proprietari di case. Si è trattato prevalentemente di emersione di posti di lavoro in nero: il numero di lavoratori domestici regolari è salito perciò di oltre il milione e partecipa alla creazione dell'1,1% del PIL per un valore aggiunto di 17,9 miliardi ed un gettito fiscale di 1,5 miliardi attuali e 3,6 miliardi potenziale per 2 milioni di lavoratori tra regolari ed irregolari”.

“Nel 2019 gli italiani hanno speso 15,1 miliardi di euro per i lavoratori domestici. Una spesa a carico delle famiglie che rappresenta, di contro, per lo Stato un notevole risparmio in termini di welfare e assistenza (-10,9 miliardi). Solo accogliere in una struttura tutti gli anziani non autosufficienti costerebbe alle finanze pubbliche quasi 11 miliardi in più. Per una spesa totale di 33 miliardi”.

“Eppure lo Stato non aiuta questo settore, per il quale servirebbe almeno una tassazione che consenta adeguate deduzioni dei costi. In particolare, secondo le proposte dell'“Osservatorio Domina” sarebbero necessari in questo periodo di pandemia grandi incentivi anche al fine della riemersione del lavoro come: 1) Retribuzione deducibile al 15% per colf e 30% per badanti, contributi deducibili al 100% per entrambi; 2) Possibilità di regolarizzazione di stranieri irregolari con permesso di soggiorno temporaneo specifico per lavoro domestico; 3) Trasmissione all'Agenzia delle Entrate da parte dell'Inps del dato economico retributivo del lavoratore (già indicato in fase di assunzione).
I possibili effetti positivi sarebbero: riduzione dei costi per le famiglie; incentivo ad assumere in regola;  maggiori tutele per famiglie e lavoratori; maggiori entrate per lo Stato. – conclude Pedrizzi Vice Presidente di Federproprietà .

In questo periodo di pandemia un grande incentivo alla riemersione del lavoro nero potrebbe certamente essere un piano di vaccinazione prioritario per questi benemeriti lavoratori, che hanno alleviato sofferenze e risolto problemi di migliaia di famiglie italiane”.

“Oltretutto molti di questi badanti, potrebbero  essere riconosciuti come “cargiver” (assistenti a disabili gravi ed estremamente fragili), figura pressoché sconosciuta nel nostro welfare e che potrebbe qualora si diffondesse, agevolare anche il lavoro degli operatori sanitari nel caso di ricovero di anziani e di disabili che necessitano di particolare assistenza”.
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