Federconsumatori: benzina, ancora 7 centesimi di troppo per un litro di benzina

 
Non si arresta la corsa dei prezzi carburanti: oggi Quotidiano Energia rileva al self un prezzo medio di 1,912 euro al litro per la benzina e 1,766 euro al litro per il gasolio.

Prezzi che, come non ci stanchiamo di sottolineare da tempo, si attestano su livelli eccessivamente elevati rispetto alla quota a cui si dovrebbero attestare. Secondo i dati dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che tengono conto sia dell’andamento delle quotazioni dei prodotti petroliferi, sia dell’andamento del cambio Euro/Dollaro, la benzina oggi dovrebbe costare almeno 7 centesimi di meno al litro.

Questo comporta un aggravio annuo, in termini diretti, per ciascun automobilista che effettua un rifornimento di 2 pieni al mese, di 84 euro nel caso della benzina. A ciò si aggiungono le gravi ricadute indirette che gli aumenti dei carburanti determinano sull’andamento dei prezzi dei beni (trasportati per oltre l’86% su gomma) e dei servizi, che secondo le nostre stime ammontano a circa 69 euro annui di spesa in più per famiglia.

Il totale delle ricadute, in questo modo, ammonta a 153 euro annui ad automobilista.

L’impatto di questi aumenti, però, si sente ancora di più nelle tasche delle famiglie proprio in virtù del periodo di viaggi e partenze in cui i prezzi sono schizzati all’insù.

Risulta alquanto curioso, inoltre, che gli aumenti si susseguano proprio alla vigilia dell’obbligo di esporre, da domani, i cartelli con il prezzo medio dei carburanti applicati dai distributori.

Una misura che contribuirà ad aumentare la trasparenza nei confronti dei consumatori, ma che dovrà essere accompagnata da severi controlli a tappeto, affinché non vi siano allineamenti sospetti al rialzo.

Oltre a ciò, è necessario ed urgente intervenire sulla tassazione sui carburanti, operando una profonda rimodulazione delle accise, imponendo una limitazione al loro oscillamento, nonché attuando lo scorporo dell’accisa dall’applicazione dell’IVA sui carburanti. Quest’ultimo dà luogo all’applicazione di una vera e propria tassa sulla tassa, ingiusta e inaccettabile.
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